Nel secondo trimestre dell’anno il rapporto tra risparmio e reddito disponibile lordo ha sfiorato il 20%, quasi il doppio rispetto alla media del 2019
La quota dei debiti finanziari in capo agli imprenditori più rischiosi potrebbe superare il 20%, contro il 13% osservato prima dello scoppio della pandemia
Antonio Patuelli dell’Abi: “Necessaria una revisione delle normative europee come il calendario del deterioramento dei prestiti bancari alle imprese e alle famiglie”
Visco: le banche si preparino a finanziare la ripresa
Secondo il governatore di Bankitalia, inoltre, un tale clima di incertezza ha finito per riflettersi anche sui bilanci bancari. Tra settembre 2019 e settembre 2020 i depositi delle famiglie sono cresciuti infatti del 5,6% sfiorando i 50 miliardi, mentre quelli delle imprese del 24,4% (70 miliardi). “Al termine dell’emergenza – spiega dunque Visco – le banche dovranno farsi trovare preparate per finanziare la ripresa”, prestando attenzione sia alla propria capacità patrimoniale che alla qualità del credito erogato. In vista di una crescita delle insolvenze delle imprese (la quota dei debiti finanziari in capo agli imprenditori più rischiosi potrebbe superare il 20%, contro il 13% osservato prima dello scoppio della pandemia), secondo Visco “nei prossimi mesi sarà necessario che gli intermediari esercitino al meglio quella che è l’essenza dell’attività bancaria: sostenere i progetti imprenditoriali meritevoli, riconoscere senza indugio le perdite derivanti da esposizioni per cui si prevede un’elevata probabilità di insolvenza e ristrutturare i prestiti dei debitori in situazione di difficoltà”.
Patuelli: rivedere il calendario del deterioramento dei prestiti bancari
A intervenire nell’ambito dell’evento Risparmio: futuro presente organizzato dall’Acri è anche Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi), secondo il quale in questo contesto risulta necessaria una revisione delle normative europee come il calendario del deterioramento dei prestiti bancari alle imprese e alle famiglie, “un provvedimento molto rigido” che comprometterebbe “gli sforzi per la resilienza e la ripresa”. “Occorre dare il tempo necessario a imprese e famiglie per far fronte agli impegni, come hanno indicato altri provvedimenti europei e italiani che puntano a evitare il razionamento del credito e che non debbono essere ostacolati dall’ormai vecchio e rigido calendario di deterioramento e accantonamento e da troppo anticipate definizioni di default”, spiega Patuelli. Inoltre, aggiunge, “ogni sforzo deve essere fatto da istituzioni, imprese e banche per prevenire esplosioni di crediti deteriorati” ed è “indispensabile non interrompere troppo presto le misure per famiglie e imprese” ma estendere i prestiti garantiti fino al 30 giugno, “come permesso dall’Unione europea”.
Le prospettive della capital market union
Chiude l’incontro virtuale il ministro dell’Economia e delle finanze Roberto Gualtieri, che ribadisce il ruolo trainante del risparmio come strumento per favorire la ripartenza del Paese. “Nel confronto europeo, le famiglie italiane esibiscono, tradizionalmente e inequivocabilmente, un rapporto ricchezza/reddito disponibile superiore alla media e continuano a essere caratterizzate da un basso livello di indebitamento”, spiega. Esse, infatti, sono detentrici di una parte rilevante della ricchezza netta nazionale, di cui quasi il 60% riconducibile ad attività reali e 4.374 miliardi di euro ad attività finanziarie. Il problema, ammonisce Gualtieri, è che un tale tesoro non si traduce in investimenti nell’economia reale, anzi, recenti dati dell’Abi rivelano un progressivo incremento del “risparmio precauzionale”, “probabilmente imputabile alla crisi sanitaria e, al contempo, segno della fiducia dei risparmiatori nei confronti del sistema bancario e finanziario”.