Mattarella: “Il risparmio può concorrere alla ripartenza”

30.10.2020
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Il presidente della Repubblica interviene in occasione della Giornata mondiale del risparmio. Un momento per riflettere su come il sensibile aumento dei depositi di famiglie e pmi, trainato dall'attuale fase di incertezza, possa contribuire alla ripartenza del Paese
Nel secondo trimestre dell'anno il rapporto tra risparmio e reddito disponibile lordo ha sfiorato il 20%, quasi il doppio rispetto alla media del 2019
La quota dei debiti finanziari in capo agli imprenditori più rischiosi potrebbe superare il 20%, contro il 13% osservato prima dello scoppio della pandemia
Antonio Patuelli dell'Abi: “Necessaria una revisione delle normative europee come il calendario del deterioramento dei prestiti bancari alle imprese e alle famiglie”
“Questa giornata si tiene durante una crisi profonda, che richiede misure urgenti per salvaguardare il presente e, soprattutto, il futuro della nostra società. Il risparmio, tradizionale patrimonio del nostro Paese, la cui tutela è sancita dalla Costituzione, può concorrere alla ripartenza”. Le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, arrivano in occasione della Giornata mondiale del risparmio in un messaggio inviato al presidente dell'Associazione di fondazioni e di casse di risparmio (Acri), Francesco Profumo. Un'occasione per riflettere su come l'attuale situazione economica e i timori sulla crescita dei contagi abbiano “indotto un sensibile aumento del tasso di risparmio di famiglie e imprese”, un tesoro che, secondo il capo dello Stato, potrebbe contribuire a sostenere una “rapida ripresa di consumi e investimenti, una volta domata la pandemia e ridotta l'incertezza sulle prospettive future”.
Stando a quanto rivelato dal governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, infatti, nel secondo trimestre dell'anno il rapporto tra risparmio e reddito disponibile lordo ha sfiorato il 20%, quasi il doppio rispetto alla media del 2019, riflesso in buona parte della contrazione degli acquisti di beni e servizi conseguente al blocco di alcune attività economiche. Eppure, spiega Visco, “il risparmio è rimasto su valori elevati anche negli ultimi mesi, sia per motivi precauzionali connessi con il calo del reddito disponibile e i timori per l'occupazione, sia per la persistenza del rischio epidemiologico e le conseguenti preoccupazioni per la salute, che scoraggiano alcune tipologie di consumi”. Di conseguenza, sebbene abbia storicamente rappresentato “un fattore di forza della nostra economia”, in una tale fase di incertezza l'impennata della propensione all'accantonamento non legata a una parallela ripresa degli investimenti e delle attività produttive potrebbe generare “una diminuzione della domanda aggregata e dei redditi, alimentando a sua volta un'ulteriore crescita delle intenzioni di risparmio per motivi precauzionali e innescando così un circolo vizioso”.
Secondo il governatore di Bankitalia, inoltre, un tale clima di incertezza ha finito per riflettersi anche sui bilanci bancari. Tra settembre 2019 e settembre 2020 i depositi delle famiglie sono cresciuti infatti del 5,6% sfiorando i 50 miliardi, mentre quelli delle imprese del 24,4% (70 miliardi). “Al termine dell'emergenza – spiega dunque Visco – le banche dovranno farsi trovare preparate per finanziare la ripresa”, prestando attenzione sia alla propria capacità patrimoniale che alla qualità del credito erogato. In vista di una crescita delle insolvenze delle imprese (la quota dei debiti finanziari in capo agli imprenditori più rischiosi potrebbe superare il 20%, contro il 13% osservato prima dello scoppio della pandemia), secondo Visco “nei prossimi mesi sarà necessario che gli intermediari esercitino al meglio quella che è l'essenza dell'attività bancaria: sostenere i progetti imprenditoriali meritevoli, riconoscere senza indugio le perdite derivanti da esposizioni per cui si prevede un'elevata probabilità di insolvenza e ristrutturare i prestiti dei debitori in situazione di difficoltà”.
A intervenire nell'ambito dell'evento Risparmio: futuro presente organizzato dall'Acri è anche Antonio Patuelli, presidente dell'Associazione bancaria italiana (Abi), secondo il quale in questo contesto risulta necessaria una revisione delle normative europee come il calendario del deterioramento dei prestiti bancari alle imprese e alle famiglie, “un provvedimento molto rigido” che comprometterebbe “gli sforzi per la resilienza e la ripresa”. “Occorre dare il tempo necessario a imprese e famiglie per far fronte agli impegni, come hanno indicato altri provvedimenti europei e italiani che puntano a evitare il razionamento del credito e che non debbono essere ostacolati dall'ormai vecchio e rigido calendario di deterioramento e accantonamento e da troppo anticipate definizioni di default”, spiega Patuelli. Inoltre, aggiunge, “ogni sforzo deve essere fatto da istituzioni, imprese e banche per prevenire esplosioni di crediti deteriorati” ed è “indispensabile non interrompere troppo presto le misure per famiglie e imprese” ma estendere i prestiti garantiti fino al 30 giugno, “come permesso dall'Unione europea”.
Chiude l'incontro virtuale il ministro dell'Economia e delle finanze Roberto Gualtieri, che ribadisce il ruolo trainante del risparmio come strumento per favorire la ripartenza del Paese. “Nel confronto europeo, le famiglie italiane esibiscono, tradizionalmente e inequivocabilmente, un rapporto ricchezza/reddito disponibile superiore alla media e continuano a essere caratterizzate da un basso livello di indebitamento”, spiega. Esse, infatti, sono detentrici di una parte rilevante della ricchezza netta nazionale, di cui quasi il 60% riconducibile ad attività reali e 4.374 miliardi di euro ad attività finanziarie. Il problema, ammonisce Gualtieri, è che un tale tesoro non si traduce in investimenti nell'economia reale, anzi, recenti dati dell'Abi rivelano un progressivo incremento del “risparmio precauzionale”, “probabilmente imputabile alla crisi sanitaria e, al contempo, segno della fiducia dei risparmiatori nei confronti del sistema bancario e finanziario”.
Visco: le banche si preparino a finanziare la ripresa
Secondo il governatore di Bankitalia, inoltre, un tale clima di incertezza ha finito per riflettersi anche sui bilanci bancari. Tra settembre 2019 e settembre 2020 i depositi delle famiglie sono cresciuti infatti del 5,6% sfiorando i 50 miliardi, mentre quelli delle imprese del 24,4% (70 miliardi). “Al termine dell'emergenza – spiega dunque Visco – le banche dovranno farsi trovare preparate per finanziare la ripresa”, prestando attenzione sia alla propria capacità patrimoniale che alla qualità del credito erogato. In vista di una crescita delle insolvenze delle imprese (la quota dei debiti finanziari in capo agli imprenditori più rischiosi potrebbe superare il 20%, contro il 13% osservato prima dello scoppio della pandemia), secondo Visco “nei prossimi mesi sarà necessario che gli intermediari esercitino al meglio quella che è l'essenza dell'attività bancaria: sostenere i progetti imprenditoriali meritevoli, riconoscere senza indugio le perdite derivanti da esposizioni per cui si prevede un'elevata probabilità di insolvenza e ristrutturare i prestiti dei debitori in situazione di difficoltà”.
Patuelli: rivedere il calendario del deterioramento dei prestiti bancari
A intervenire nell'ambito dell'evento Risparmio: futuro presente organizzato dall'Acri è anche Antonio Patuelli, presidente dell'Associazione bancaria italiana (Abi), secondo il quale in questo contesto risulta necessaria una revisione delle normative europee come il calendario del deterioramento dei prestiti bancari alle imprese e alle famiglie, “un provvedimento molto rigido” che comprometterebbe “gli sforzi per la resilienza e la ripresa”. “Occorre dare il tempo necessario a imprese e famiglie per far fronte agli impegni, come hanno indicato altri provvedimenti europei e italiani che puntano a evitare il razionamento del credito e che non debbono essere ostacolati dall'ormai vecchio e rigido calendario di deterioramento e accantonamento e da troppo anticipate definizioni di default”, spiega Patuelli. Inoltre, aggiunge, “ogni sforzo deve essere fatto da istituzioni, imprese e banche per prevenire esplosioni di crediti deteriorati” ed è “indispensabile non interrompere troppo presto le misure per famiglie e imprese” ma estendere i prestiti garantiti fino al 30 giugno, “come permesso dall'Unione europea”.
Le prospettive della capital market union
Chiude l'incontro virtuale il ministro dell'Economia e delle finanze Roberto Gualtieri, che ribadisce il ruolo trainante del risparmio come strumento per favorire la ripartenza del Paese. “Nel confronto europeo, le famiglie italiane esibiscono, tradizionalmente e inequivocabilmente, un rapporto ricchezza/reddito disponibile superiore alla media e continuano a essere caratterizzate da un basso livello di indebitamento”, spiega. Esse, infatti, sono detentrici di una parte rilevante della ricchezza netta nazionale, di cui quasi il 60% riconducibile ad attività reali e 4.374 miliardi di euro ad attività finanziarie. Il problema, ammonisce Gualtieri, è che un tale tesoro non si traduce in investimenti nell'economia reale, anzi, recenti dati dell'Abi rivelano un progressivo incremento del “risparmio precauzionale”, “probabilmente imputabile alla crisi sanitaria e, al contempo, segno della fiducia dei risparmiatori nei confronti del sistema bancario e finanziario”.
Di conseguenza, secondo Gualtieri è necessario porre in essere una serie di azioni volte a incrementare le opportunità di investimento per i risparmiatori e a favorire un incanalamento di tali risorse verso le imprese. “La creazione di un'autentica Capital market union rappresenta un'occasione unica in questo particolare momento storico per preservare la propensione a generare risparmio da parte degli italiani e, nel contempo, fornire loro opportunità di investimento diversificate e adatte ai diversi profili, a sostegno del tessuto produttivo italiano”, dichiara Gualtieri. “Può sembrare difficile ragionare sul futuro in una fase come quella che stiamo vivendo, ma è proprio per via di questa incertezza che dobbiamo guardare più avanti, progettando il mondo che verrà, non domani, ma tra trent'anni”, conclude infine Profumo. “Disegnare il futuro presuppone, però, anche risorse adeguate. Queste risorse provengono da diverse fonti. Prima tra tutti il risparmio privato, che ha supportato molti italiani nel corso di questi mesi di pandemia e che, se ben indirizzato, può ancora rappresentare un potente volano per la ripresa”.