Willis Towers Watson, in collaborazione con la Business School (ex Cass), ha pubblicato il report “Quarterly Deal Performance Monitor (QDPM)”
Se da una parte si evidenzia una ripresa delle operazioni, dall’altra i volumi di transazione sono ai minimi storici degli ultimi dieci anni
Europa e Asia evidenziano buoni risultati sia in termini di performance sia in termini di operazioni concluse nel terzo trimestre
Si può dire che il covid abbia impattato su quasi tutti i settori economici. Ma non solo in termini negativi. Per citare due eccezioni, si pensi ai supermercati o alle piattaforme di streaming, i cui profitti sono aumentati nonostante l’epidemia. Nell’ambito della finanza la sorpresa arriva dal M&A, acronimo inglese per operazioni di fusione e acquisizione, settore che da più di tre anni è in forte crisi. È quanto emerge dal report “Quarterly Deal Performance Monitor (QDPM)” di Willis Towers Watson, gestito in collaborazione con la Business School (ex Cass). Ma, nonostante i segnali positivi, la ripresa è ancora lontana.
La resilienza al covid non si traduce in ripresa
Dopo tre anni di stenti il numero di operazioni di acquisizione e fusione è ritornato a crescere, nonostante la pandemia in atto. Il segnale positivo è confermato anche guardando alla performance borsistica delle società acquirenti. Sulla base dell’andamento dei titoli azionari il report QDPM evidenzia infatti come gli acquirenti abbiano sovra-performato dell’1,5% l’Indice mondiale MSCI nel terzo trimestre del 2020. Si tratta della prima performance positiva degli acquirenti dal terzo trimestre del 2017 (+0,7%). Tuttavia secondo Willis Towers Watson la ripresa del settore è ancora lontana, dato che i volumi delle transazioni sono al loro livello più basso da oltre un decennio.
Andrea Scaffidi, Head of Retirement di Willis Towers Watson in Italia, ha dichiarato: “È troppo presto per interpretare la serie di accordi annunciati negli ultimi mesi come un segno di ripresa per il mercato dell’M&A. La nostra analisi sugli accordi conclusi e sulle loro prestazioni invoca una risposta più cauta. Con il volume delle operazioni concluse degli ultimi dieci anni e il risultato delle operazioni nordamericane ai minimi storici, a causa della perdurante pandemia e dell’incertezza economica e politica, gli acquirenti devono essere coraggiosi e cauti al tempo stesso.”
Salgono Europa e Asia, scende il Nord America
Da un punto di vista geografico, l’andamento del settore non è stato omogeneo. Gli acquirenti europei, circa il 20,4% del mercato, risultano essere sopra il relativo indice, con 30 offerte concluse nel terzo trimestre. Anche i player asiatici, ottenendo un extra rendimento del 4,4% rispetto all’indice e concludendo 35 operazioni nel trimestre, evidenziano un trend positivo. I mediatori del Nord America invece hanno avuto la peggiore performance trimestrale dai tempi del lancio dell’Indice QDPM nel 2008. Hanno sottoperformato significativamente il loro indice regionale dell’8,6%, con 52 operazioni completate nel terzo trimestre, e hanno completato il numero più basso di operazioni congiunte dal 2009.