Investire in Borsa è spesso una questione di tempo. Quando entrare, quando uscire dal mercato? A volte si gioca tutto intorno a questo aspetto per cercare di portare a casa il massimo dei profitti possibili. Sapere anticipare i ribassi di Borsa o cogliere in anticipo i rally può essere fondamentale. Quando investi prendi in considerazione questo aspetto? Con il supporto di un consulente possiamo scegliere di investire il più possibile secondo il giusto timing. Ma ci sono delle certezze su questo fronte? A volte le statistiche aiutano, ma non sono l’unico asso nella manica da mettere sul tavolo quando si investe.
Qual è il mese dell’anno più redditizio, quello in cui dobbiamo per forza essere sul mercato? E quale invece quello assolutamente da evitare?
Dai rally ai ribassi
Nel gergo di Borsa, un toro è qualcuno che compra strumenti finanziari in attesa di un aumento dei prezzi, un orso è l’opposto, qualcuno che vende strumenti finanziari in attesa di un calo dei prezzi. Di fatto sono la rappresentazione simbolica di due delle più importanti fasi del mercato borsistico: la fase rialzista e la fase ribassista
Esistono statisticamente dei periodi durante l’anno in cui ci si aspetta rialzi o ribassi con maggiore convinzione. Uno di questi periodi è quello di Natale. Il rally di Natale è un fenomeno che si svolge generalmente dall’ultima settimana di dicembre ai primi giorni di gennaio. Alcuni anni, il fenomeno si è verificato nel corso di un arco di tempo più lungo, a partire dal 14 dicembre e per oltre due settimane.
Storicamente, durante un rally di Babbo Natale, l’S&P 500 è salito in media dell’1,3%, ma non accade ogni anno, quindi non è prevedibile al 100%
Tra il 20 dicembre 2021 e il 4 gennaio 2022, il rally di Babbo Natale ha causato un aumento dell’S&P 500 del 4,98%. L’anno precedente, tra il 1 dicembre 2020 e il 4 gennaio 2021, il picco è stato del 2,43%.
I mesi buoni
Prendendo i valori di chiusura mensili e calcolando i rendimenti passati, l’S&P 500 ha avuto un rendimento medio negativo per mesi come Febbraio, Giugno, Agosto e Settembre, mentre positivo per gli altri. Il rendimento più alto è ottenuto su Aprile con un valore medio di +2.03%. Novembre, Ottobre e Dicembre sembrerebbero essere altrettanto buoni per gli investimenti, con rendimenti medi superiori all’1%.
Il profilo di rischio
“Warren Buffett diceva che il mercato azionario è progettato per trasferire denaro alle persone pazienti, ed ancora, che un’alta volatilità significa avere grandi opportunità d’acquisto. Con grande rispetto per il guru di Omaha – commenta Marco Monastero, Head of Retail Sales per l’Italia di Jupiter AM – è forse opportuno completare il paradigma con altri due elementi fondamentali: la propensione al rischio e, strettamente correlato a questo fattore, l’orizzonte temporale dell’investitore”.Risulta difficile infatti immaginare un’opportunità di acquisto durante la crisi pandemica del marzo del 2020 se il mio orizzonte temporale è di 2 mesi o la mia propensione al rischio è molto bassa, anche se in effetti, a distanza di qualche mese, i mercati avevano recuperato bene e quindi, i “pazienti”, che pur avevano sofferto volatilità insolite durante quel periodo, avevano poi visto importanti guadagni”.
L’osservazione statistica
“Un’altra importante considerazione viene dall’osservazione statistica tra gli indici azionari su orizzonti lunghi (anche 10 anni) e le performance degli investitori privati nello stesso periodo e sugli stessi mercati: gli indici sono di gran lunga più performanti. Come mai? Il market timing dell’investitore è di solito asincrono: spesso vittima del FOMO (fear of missinng out) l’investitore compra al massimo dei mercati, salvo poi accorgersi di non avere stomaco e disinveste al crollo dei mercati, di fatto materializzando perdite che avrebbe evitato se fosse rimasto fermo” spiega Jupiter. L’atteggiamento più sano pare quindi quello di compiere passi verso i mercati (azionari e non) assistiti da un consulente che sia innanzitutto in grado di capire la propensione al rischio e l’orizzonte temporale di ciascun investitore e da lì implementare gli investimenti attraverso strumenti più conservativi o più aggressivi, a seconda dei casi.In contesti di alta volatilità come quello attuale, più difficili da interpretare, storicamente si distinguono i gestori attivi con soluzioni absolute return tra quelle conservative, e direzionali ad alta convinzione tra quelle più aggressive.
Qual è il tuo profilo di rischio?
Come tradurlo in investimento? Il timing d’investimento parte da queste due considerazioni e si declina, volendo, sulle performance statistiche. Una volta stabilito questo come posso tarare il mio investimento in base alle varie performance statistiche annuali?
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