Tutto dipende da quanto durerà l’inflazione: ma se è vero che i tassi dovrebbero raggiungere il picco a livello globale nella prima metà del prossimo anno per poi tornare a calare, oro e metalli preziosi daranno poche soddisfazioni. Andrà meglio per il greggio
Le materie prime, in particolare quelle energetiche sono uno dei principali driver dell’inflazione in questo momento. Per capire come posizionarsi sui mercati delle commodity di qui in avanti sarebbe necessario rispondere, per l’appunto, a una “buona domanda”. Quanto durerà ancora l’inflazione e i fattori che attualmente la stanno sostenendo? “Si prevede che i tassi di inflazione raggiungeranno il picco a livello globale nella prima metà del prossimo anno per poi tornare a calare”, è la previsione che Ben Laidler, Global Market Strategy di eToro, ha fornito nel corso di un’intervista a We Wealth. Lo scenario da mettere in conto è che “la crescita economica rallenterà in modo fisiologico dagli attuali livelli molto elevati e” che “le banche centrali inizieranno ad aumentare gradualmente i tassi di interesse”. Questa ipotesi comincia a fornire le prime indicazioni operative: oro e metalli preziosi, considerati un tipico bene rifugio anti-inflazione daranno poche soddisfazioni nel 2022.
“La combinazione di inflazione più bassa e tassi di interesse più elevati manterrà l’oro fuori dal perimetro delle preferenze degli investitori”, ha dichiarato Laidler. “Poiché l’oro non paga interessi, infatti, l’aumento dei tassi di interesse della banca centrale lo rende meno attraente” a confronto di altre classi di attività che, invece, un interesse lo pagano. Laidler, come qualche settimana fa aveva anche sostenuto Mohamed El-Erian, sostiene che le criptovalute siano diventate una copertura anti-inflazione più apprezzata dell’oro.
“Abbiamo visto che gli investitori hanno preferito i cripto-asset quando l’inflazione ha cominciato a salire: nel terzo trimestre di quest’anno, con l’aumento delle aspettative di inflazione, la domanda di oro da parte degli investitori è scesa del 7%, secondo il World Gold Council, mentre il prezzo del Bitcoin ha raggiunto un nuovo massimo storico”. Certo, capire cosa muova la domanda di criptovalute è un esercizio abbastanza complesso; ai nuovi record sembra aver contribuito anche l’arrivo del primo Etf basato su Bitcoin future. Se si parla delle altre commodity più scambiate a livello globale, petrolio e gas, le prospettive del prossimo anno sono legate a difficili interrogativi sull’andamento dell’offerta. Secondo Laidler, “la crisi energetica europea si allenterà all’inizio del prossimo anno, con il calo della domanda invernale stagionale e l’arrivo di nuove forniture, vuoi grazie a importazioni aggiuntive di gas russo, o ad una normalizzazione della generazione eolica”.
Tuttavia, i “prezzi dell’energia rimarranno più alti di quelli a cui i consumatori si sono abituati” perché “la transizione verso le fonti rinnovabili, dall’eolico al solare fino al nucleare, richiederà tempo” e la dipendenza dai combustibili fossili non sparirà improvvisamente. Per l’esperto di eToro, dunque, “i prezzi del petrolio resteranno elevati e probabilmente saliranno l’anno prossimo”: la domanda resterà elevata per via della ripartenza economica dopo il Covid, mentre “è improbabile che l’offerta aumenti in misura significativa in futuro”. La decarbonizzazione resta una tendenza di lungo periodo che, secondo Laidler, limiterà i nuovi investimenti e l’offerta di combustibili fossili.
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di dicembre del magazine We Wealth