L’Ai cambierà i paradigmi del marketing (anche in finanza)

“Investiamo in aziende di software che aiutano i brand a fidelizzare i consumatori, brand come Vodafone, Allianz, Enel, Poste, grandi imprese con molti dati a disposizione”. Racconta così il managing partner Umberto Bottesini la strategia di BlackSheep, fondo di Venture Capital specializzato in investimenti MadTech, neologismo che è la crasi tra martech e adtech. “Ovvero da un lato software che lavorano su clienti esistenti, per tenere la relazione attiva e proficua e dall’altro algoritmi che si focalizzano sulla parte di advertising, aiutando i brand a comunicare con i prospect per portarli a bordo”. Ne è emblema anche l’ultimo investimento, un round di Serie A da 5 milioni di euro nella startup Nexoya, con sede a Zurigo e Berlino, che ha realizzato una soluzione di intelligenza artificiale per gestire in modo automatico l’allocazione di budget sui diversi canali di marketing digitale, dalla stampa tradizionale, ai social.
La nuova grammatica del marketing
“Nexoya sfrutta librerie proprietarie di algoritmi e Ai per decidere in tempo reale, considerando centinaia di parametri quale canale di comunicazione e marketing sia più efficace per vendere a seconda del settore di pertinenza e alla dimensione dell’azienda”, dice Bottesini che a We Wealth annuncia “altri 4 investimenti in arrivo, in Italia dopo tante operazioni in Europa”. BlackSheep ha un piano di investimenti in Europa in quanto fondo Euveca, “abbiamo scelto di stare in Europa perché pensiamo che qui si stia riscrivendo la grammatica del marketing di prossima generazione, grazie a regolamentazioni evolute e alla massima trasparenza nella raccolta dei dati. Per il mese di giugno saremo a 11 investimenti, ovvero a metà della nostra execution”. Non sono previsti investimenti early stage, ma solo in aziende che hanno già qualche milione di fatturato e sono pronte a fare il salto dimensionale a scaleup. “Un momento particolarmente critico perché molto capital intensive – e fronte investitore rappresenta un tunnel illiquido di dieci anni. Il madtech però è un mercato super-accelerato, in cui ogni sei mesi cambia tutto. Quindi le società o falliscono o crescono, e le exit sono molto più a breve, diciamo in tre anni”.
Una capacità computazionale ineguagliabile
Così l’obiettivo è oggi di chiudere il fondo in 5 anni, con un Irr potenzialmente interessante. “Gli investitori sono di tre tipi: Cdp, alcune corporate e una pluralità di soggetti privati, soggetti professionali che hanno un’attività sui mercati finanziari evoluta ed entrano con un ticket di 500mila euro. E infine i professionali su richiesta che devono superare un esame con una società terza che verifica le attività finanziarie e concede di entrare con un minimo di 100mila euro e per non più di un terzo del patrimonio complessivo” L’intelligenza artificiale è uno dei cavalli di battaglia di questo Vc e lo è nella convinzione che “il software sia destinato ad assorbire le attività labor intensive perché capace di una precisione ed efficacia che nessun pool di umani riesce a eguagliare, nessuno è in grado di competere con quella capacità computazionale. E se non possiamo competere, tanto vale ibridare i modelli, affiancando la tecnologia all’uomo per valorizzarlo e non per sostituirlo. Non avverrà per 20 anni almeno e non lo scopo delle tecnologie di cui parliamo”.
... che consente di estrarre segnali forti da dati grezzi
Bottesini che ha un trascorso come manager di marketing, ha sperimentato sul campo che l’AI sia uno strumento per potenziare i servizi di quella funzione. E attenzione, quando parliamo di Ai non ci riferiamo necessariamente all’Ai generativa oggi di moda, che è solo una delle forme di Ai, “ma non l’unica a rappresentare una rivoluzione – dice Bottesini - ChatGpt è in grado di generare con poche coordinate un contenuto: è un’avanguardia, ma in realtà esiste un Ai anche più potente: decisionale, predittiva, che si basa su modelli matematici e prende decisioni sul domani. In sostanza una tecnologia che consente di elaborare dati sporchi tirando fuori segnali forti, che ci fanno comprendere le correlazioni e semplificano l’enorme complessità che arriva dall’esplosione di dati a disposizione”.
Macchine al servizio dell'uomo
E insieme ad AI che è il motore di questo cambiamento, BlackSheep si occupa di altri due verticali. “Ovvero – dice Bottesini – l’identity manager. Chi fa marketing e adv ha l’interesse di cercare di capire chi c’è dall’altro lato dello “schermo” per indirizzare la pubblicità in maniera precisa alle coorti di consumatori. Se identifica il pubblico crea gruppi omogenei a cui rivolgersi. In secondo luogo facciamo Rpa (Robotic process automation), sostanzialmente automatizziamo il data entry, eliminando il lavoro di centinaia di ore uomo trascorse a compilare fogli xls di dati, riducendo errori e colli di bottiglia. Questo ha un impatto positivo sul mercato del lavoro, perché le persone vengono impiegate per prendere decisioni e non per fare bassa manovalanza a basso costo”. Insomma, parliamo di macchine che sono, come ogni macchina, al servizio dell’uomo. Ma dobbiamo comunque preparaci a un cambiamento: non ci saranno più professionisti usati come processori, perché costavano meno della tecnologia. Nel mentre ci saranno dei mal di pancia in termini di occupazione: prova ne siano fatti come quello che ha visto Accenture a inizio anno licenziare 19mila persone, che sono il 2,5% della sua forza lavoro. “Ma nel medio termine questo ci insegnerà a usare meglio le competenze”.
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