Alla vigilia della conferenza della località del Wyoming, i mercati paiono tacere in attesa delle parole che Jerome Powell pronuncerà
Alcuni esperti si aspettano che la Fed adotti un obiettivo di inflazione del 2-2,5%, valore che dovrebbe essere vicino alla piena occupazione. Altri invece pensano che le vere decisioni importanti emergeranno dal meeting Fomc di novembre
La domanda che resta sullo sfondo è però una: la politica della Fed sarà ancora credibile?
Le sfide di Jackson Hole
Secondo Goldman Sachs, “è probabile” che la Federal Reserve americana riveli le conclusioni chiave della sua revisione strategica del quadro di politica monetaria proprio durante il simposio. Gli esperti si aspettano che la Fed adotti un obiettivo di inflazione del 2-2,5%, valore che dovrebbe essere vicino alla piena occupazione. Tuttavia gli analyst della banca d’affari ritengono che la riunione veramente importante per la politica monetaria Usa sarà quella di novembre. “Ci aspettiamo che il Fomc adotti una guidance che ritarda una politica meno accomodante fino a quando l’economia non raggiungerà sia la piena occupazione sia il target di inflazione del 2% e che passi a un programma di acquisto di asset più tradizionale che mira ad allentare le condizioni finanziarie e inclinare gli acquisti verso scadenze più lunghe”.
Allentamento quantitativo o dichiarazioni sull’andamento dei tassi?
La crisi finanziaria del 2008 aveva introdotto due nuovi arnesi nel kit della Federal Reserve. Si trattava dell’allentamento quantitativo e della forward guidance, ossia delle dichiarazioni sulle evoluzioni dei tassi a breve termine. Scopo di entrambi gli strumenti era quello di frenare i tassi di interesse a lungo termine, indicatori di una sfiducia del mercato nei confronti della capacità del governo Usa di ripagare i Treasury. Molti analisti pensano che la Fed opterà per una forward guidance basata sui dati reali dell’economia, dichiarando che i tassi non aumenteranno almeno fino a fine 2020. L’altra opzione è che la banca centrale americana delinei particolari requisiti (Pil, occupazione…) da soddisfarsi prima che i tassi aumentino.
Per rendere credibili le sue affermazioni, la Fed potrebbe forzare la credibilità delle sue dichiarazioni, intervenendo sulla curva dei rendimenti, controllandola tramite l’acquisto di asset per riportare i tassi all’obiettivo dichiarato.
Il quadro macro interno
Sul fronte macroeconomico (base mensile) intanto, gli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti sono aumentati dell’11,2%. Il dato è nettamente al di sopra del consenso degli economisti, che si aspettavano invece un aumento del 3,3% m/m. Gli ordini ex trasporti sono invece saliti del 2,4%, sopra le stime di consenso (+2%). Mentre gli ordini ex difesa sono aumentati del 9,9%.
Questi dati sono “inaspettati e riportano gli ordini core vicino ai livelli pre-pandemici”, afferma Michael Pearce, economista Usa di Capital Economics. L’aumento “è stato guidato da una ripresa degli ordini di veicoli a motore al di sopra dei livelli pre-pandemia e da un minor numero di cancellazioni nette di aeromobili a Boeing”, aggiunge Pearce. Gli ordini core sono aumentati del 2,4%, meno che a giugno, ma il rallentamento “non è certo una delusione” poiché ora sono tornati a toccare i livelli di febbraio. […] La ripresa degli investimenti in attrezzature aziendali è a forma di V”, conclude l’economista.