Questo vale soprattutto per l’aspetto ambientale (anche se l’impatto sociale di questi investimenti non è stato molto più evidente). Cordate di investitori intenzionate a contrastare i cambiamenti climatici hanno fatto irruzione sulla scena, promettendo di dirottare massicce quantità di denaro verso attività e settori “verdi”.
Il clima peggiore nonostante la Cop26
Alla Conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici (COP26) tenutasi l’anno scorso, istituzioni finanziarie private si sono impegnate a mobilitare 130mila miliardi di dollari – una cifra superiore al Pil mondiale – per l’energia pulita. Eppure, le prospettive climatiche non fanno che peggiorare, come ha rilevato il mese scorso il rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici.
Benvenuti nel mondo del greenwashing: anche se gli imprenditori si sono impegnati a ridurre le emissioni di CO2, di fatto non hanno ordinato ai manager delle loro aziende di farlo. Ma invece di biasimare investitori o imprese, gli attivisti Esg dovrebbero chiedersi perché ci sia un divario così ampio e persistente tra impegni assunti pubblicamente e azioni. La risposta, in sintesi, è che i difensori del clima non sono riusciti a persuadere gli investitori e le aziende ad agire perché non hanno capito cos’è che, in ultima analisi, manda avanti il business.
Gli investitori vogliono il green perché genera profitti
Che piaccia o meno, la maggioranza degli investitori condivide silenziosamente la visione di Milton Friedman secondo cui “la responsabilità sociale di un’impresa è aumentare i profitti”. I gestori vengono contattati dai clienti quando i rendimenti finanziari sono troppo bassi, non quando sono troppo alti. Gran parte degli investitori vorrebbe fare del bene mentre guadagna, ma la cosa più importante per loro è massimizzare i profitti con spietata efficienza.
I sostenitori degli standard Esg dovrebbero riconoscere questo dato di fatto e perorare la causa economica di questi standard. Se risulterà che l’impatto positivo dei fattori Esg aumenta i profitti di un’azienda, gli investitori non si fermeranno di fronte a niente, o quasi, per massimizzarlo.
Perché sia convincente, la tesi in questione dovrà essere ragionata e realistica. Secondo una ricerca condotta da Arabesque, l’88% degli “studi sull’efficienza operativa dimostra che solide prassi Esg favoriscono una performance operativa migliore”. Ma se le strategie Esg sono in grado di liberare valore azionario, non tutti gli interventi Esg comportano un incremento dei profitti. Ad esempio, laddove un aumento dei salari pari al 10% avvantaggia i dipendenti e contribuisce ad attirare e trattenere talenti, triplicare gli stipendi rischia di mettere a repentaglio la sostenibilità finanziaria di un’azienda.
Come individuare i fattori Esg materiali
Gli investitori, pertanto, dovrebbero individuare i fattori Esg “materiali” che incidono sul bilancio di un’impresa, compito non sempre facile.
Gli investitori, inoltre, devono stabilire delle priorità tra i vari fattori Esg. I rating Esg sono una media ponderata di centinaia di indicatori. Anche se fossero tutti materiali, non sarebbe possibile per un’azienda fissare centinaia di nuovi obiettivi per se stessa. Piuttosto, gli investitori devono focalizzarsi sulle iniziative Esg che ottimizzino il valore azionario al massimo. Piattaforme di collaborazione come Esg for Investors offrono a oltre duemila aziende strumenti gratuiti con cui elaborare strategie di questo tipo.
Le aziende che riducono la CO2 vedono le quotazioni aumentare dell’8%
Gli incentivi economici sono più affidabili per suscitare la reazione desiderata da parte di investitori e imprese rispetto alle esortazioni a salvare il pianeta. Concentrandoci sugli interventi Esg in grado di liberare il valore azionario massimo, riusciremo a instaurare un circolo virtuoso tra rendimenti finanziari e impatto sul mondo reale. Una ricerca condotta da Esg for Investors suggerisce che adottare migliori prassi in relazione a soltanto due fattori Esg chiave – emissioni e gestione dei rifiuti – può aumentare il prezzo delle azioni di un’azienda di una media del 22%.
Se tutte le imprese riducessero le loro emissioni di CO2 in linea con le omologhe più avanzate, le emissioni globali diminuirebbero del 65%, e le quotazioni di tali aziende registrerebbero un aumento medio dell’8%. Inoltre, adottare migliori prassi nella gestione dei rifiuti porterebbe a una riduzione dei rifiuti mondiali del 72% e offrirebbe agli azionisti un guadagno inatteso pari, in media, al 5%.
Esg? Un’opportunità di business
Ora che abbiamo questi nuovi dati e strumenti, i sostenitori degli standard Esg dovrebbero smettere di litigare e cominciare a riconoscere gli Esg per quello che sono: una straordinaria opportunità di business. Un investitore desideroso di aumentare i propri guadagni dovrebbe adottare gli Esg in modo minuzioso, con particolare attenzione al miglioramento dei fattori materiali. Un attivista Esg, invece, dovrebbe sollecitare gli investitori a svolgere il loro mestiere (tradizionale) seriamente, individuando le aree in cui ottimizzare l’impatto positivo massimizza anche i profitti. Una volta che questi principi basilari saranno stati assimilati, potremo iniziare a introdurre altre complessità. Occorrerà soffermarsi su come misurare e controllare l’impatto, arricchire norme e standard, e aggiungere impatto materiale non finanziario alla miscela. Una strategia aziendale decisa potrebbe sbloccare il potenziale di vecchie idee, offrendo a queste, e a noi tutti, una prospettiva di lungo termine più promettente.