Investire in Asia: perché conviene farlo ora

Nel 2021 La Cina, reduce da un annus horribilis in Borsa, potrebbe essere favorita nei prossimi mesi
La politica monetaria espansiva, la distanza dalla crisi ucraina e le valutazioni la rendono uno dei mercati più attraenti
Shanghai è stata la peggiore piazza nel 2021 dei mercati finanziari, affossata dalla stretta regolamentare delle autorità di Pechino e da una politica monetaria meno favorevole rispetto a quella Occidentale.
Rimane ultima in classifica anche al giro di boa del primo trimestre, con l’indice CSI 300 in calo del 14% (dato al 31 marzo) e una sottoperformance di 10 punti percentuali rispetto a Wall Street.
Lo scenario favorevole in Cina
Il vento però sembra destinato a cambiare rapidamente. Da un lato, la distanza dall’epicentro della guerra in Ucraina e le relazioni privilegiate con la Russia, la mettono al riparo - almeno nel breve termine – dall’impatto economico della crisi, accentuato dalla fiammata dei prezzi dell’energia.
Dall’altro, la Cina ha già inaugurato un ciclo di politica espansiva, divergente rispetto a quello di Europa e Stati Uniti, decisi, quanto pare, a proseguire lungo sentiero di rapida normalizzazione degli stimoli monetari.
D’altra parte a marzo è arrivata un’importante schiarita: cogliendo di sorpresa gli operatori, Pechino ha dichiarato l’intenzione di tutelare la stabilità finanziaria, dare altro ossigeno al settore immobiliare, sostenere la quotazione delle aziende nazionali all’estero e sospendere la stretta regolamentare sulla tecnologia.
La fiducia di Credit Suisse
Non è un caso se il 17 marzo, l’Investment Committee di Credit Suisse ha deciso di incrementare l’allocazione azionaria a un sovrappeso tattico, puntando proprio sulla Cina, accanto agli Stati Uniti. La stessa banca d’affari, tra l’altro dichiara un contestuale sovrappeso sull’altra grande economia d’Oriente, il Giappone.
I fondi per investire
L’Asia Pacifico sta tornando rapidamente nel radar degli investitori globali intenzionati a riposizionarsi sui listini azionari. Nonostante le pericolose ambiguità della Cina sul piano geopolitico e qualche preoccupazione sulla recrudescenza della pandemia, le coordinate degli investitori puntano ancora verso Oriente.