Investimenti 2020: le "scandalose" previsioni di Saxo Bank

Teresa Scarale
Teresa Scarale
10.12.2019
Tempo di lettura: 2'
Le previsioni per gli investimenti nel 2020 sono numerose. Poche però concentrano tanta "contrarietà" al consensus quanto quelle della banca danese. Da un'eventuale uscita dell'Ungheria dall'Ue al revival dei combustibili fossili, è tutta una gara a sorprendere

I "prossimi dodici mesi saranno all'insegna della "distruzione dello status quo"

Non è detto che previsioni apparentemente assurde non si avverino. Si pensi alla Fed nel 2019: nessuno o quasi avrebbe scommesso su un taglio dei tassi

Nel novero degli outlook di periodo, ce n'è uno che agita decisamente le acque delle previsioni per gli investimenti nel nuovo anno. E' quello della danese Saxo Bank, che senza mezzi termini asserisce che i "prossimi dodici mesi saranno all'insegna della "distruzione dello status quo". La provocatoria analisi è opera del suo economista capo, Steen Jakobsen.
Il quale arguisce che gli investitori dovrebbero tenersi pronti per qualcuno dei seguenti possibili scenari.

Investimenti 2020: lo "scandaloso" ritorno dell'inflazione?


Innanzitutto, una crescita nominale del Pil del Regno Unito all'8%. Sulla scorta della Brexit, potrebbe anche esserci l'uscita dell'Ungheria dall'Unione Europea, dice Jakobsen. Poi, una stagflazione (crescita economica lentissima, ma con elevata inflazione) che privilegerebbe le azioni value (quelle con un rapporto prezzo/utili conveniente) rispetto alle più rischiose azioni growth. Il ritorno dell'inflazione farebbe, nelle previsioni di Saxo Bank, aumentare finalmente i tassi di interesse alla Bce. Quest'ultimo scenario in particolare destabilizzerebbe l'economia mondiale perché "sarebbe seguito da un repentino ulteriore aumento dei tassi", costringendo i governi a fare i conti con una politica monetaria non più accomodante ma avendo anche ricadute estremamente positive su tutto il settore bancario.

Un'America First Tax?


Le altre previsioni "politically uncorrect" per gli investimenti 2020 riguardano le azioni del presidente (uscente?) Trump. Il quale, pur di essere rieletto, potrebbe portare all'estremo la sua aggressiva politica tariffaria, inventandosi una "America First Tax" per il ridurre almeno uno dei disavanzi gemelli: quello commerciale per l'appunto. Nell'ambito della diatriba sui dazi, l'Asia dal canto suo potrebbe pensare ad una sua nuova valuta di riserva per sganciarsi definitivamente dal dollaro. Sul fronte Usa, la banca preconizza anche un'eventuale vittoria dei Democratici, con una donna millennial come presidente.

Esg bye bye: la riscossa dei combustibili fossili... Forse


Coerentemente con questi scenari "contrari", potrebbe esserci un ritorno di fiamma (è il caso di dirlo) per i combustibili fossili, in barba a tutta l'economia verde e ai criteri Esg, che perderebbero la propria appetibilità.

Sul versante dell'inclusività sociale, la Svezia potrebbe attuare delle pesanti politiche di spesa pubblica per contrastare il sentimento anti immigrazione.

Il team di economisti di Saxo Bank aggiunge poi che il 2020 potrebbe segnare la fine della "controffensiva" populista. Ciascuno di questi autoproclamatisi "scandalosi" scenari mira a scombussolare il consensus economico. Perché, dice la squadra di Jakobsen, una delle più inattese previsioni contrarian per il 2019 si è avverata: il taglio dei tassi d'interesse da parte della Fed.
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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