Infrastrutture al top nel 2023. Ecco come posizionarsi

In Europa, negli Stati Uniti, in Cina gli investimenti nello sviluppo e nel rinnovo di infrastrutture ammontano a migliaia di miliardi di euro. Le infrastrutture non solo sono lo strumento per la ripartenza dell’economia ma oggi diventano anche il mezzo per abilitare la transizione verso la sostenibilità e il raggiungimento degli obiettivi del net zero. Gli investimenti nelle infrastrutture spaziano dalle reti elettriche e di dati, alle condutture del gas; dagli acquedotti, alle reti stradali e ferroviarie. Si tratta di opere essenziali indipendentemente dalla situazione del mercato, ma nei momenti di elevata inflazione come quello attuale sono anche ottimi investimenti che offrono una copertura contro l'aumento incontrollato dei prezzi.
La top ten dei fondi
Non sorprende che siano sempre più i fondi attivi focalizzati su questo segmento di mercato. Tra i migliori a 12 mesi in termini di performance compaiono nella top ten ben due fondi di Franklin Templeton: il
Legg Mason ClearBridge Infrastructure Value Fund e il Legg Mason ClearBridge Global Infrastructure Income Fund. Entrambi investono
almeno l'80% del patrimonio in azioni di società operanti nel settore delle
infrastrutture di tutto il mondo, comprese società di paesi dei
mercati sviluppati ed emergenti. Il fondo investe in numerosi
segmenti, tra cui servizi pubblici di utilità quali gas, elettricità e acqua,
strade a pedaggio, aeroporti, ferrovie e comunicazioni. Il portafoglio dell’Infrastructure
Value si compone di 30-60 società e può investire in derivati. Tra le top
holding dei due fondi compaiono la East Japan Railway, NexEra Energy, società
energetica americana con circa 58 GW di capacità di generazione e la più grande
holding di servizi elettrici per capitalizzazione di mercato; ancora l’utility
spagnola Iberdrola e il gestore delle rete elettrica italiana Terna, solo per
fare degli esempi; l’altra italiana Snam e poi Transurban Group, società che
gestisce e sviluppa reti urbane e stradali a pedaggio in Australia, Canada e
Stati Uniti.
Grandi opere
Sono nomi che in parte ricorrono anche nel Russel Global Infrastructure Fund, che offre un portafoglio diversificato con protezione rispetto ai cali di mercato. Le azioni che predilige tendono a essere leader nel loro mercato, regolamentate, stabili e con flussi di cassa regolari. Il Fondo di Russel è però quello della top ten con le fee di gestione più elevate, pari al 3%.
Punta sulla sostenibilità il Principal Global Investors Funds-Global Sustainable Listed Infrastructure Fund, primo in classifica del 2022 con un rendimento di quasi il 7% e commissioni tutto sommato contenute al di sotto dell1%.
... e transizione green
A dare gas al settore sarà ancora nel 2023 il dispiegarsi degli investimenti per la transizione green: quella finanziata dal Piano Biden, da oltre mille miliardi di dollari di cui la metà sarà utilizzata per la costruzione e ristrutturazione di ponti, strade, aeroporti, porti marittimi, linee ferroviarie, reti idriche e reti di comunicazione. E quelli europei del NextGenerationEU, che come il new green deal yankee, sono fortemente improntati alla sostenibilità. Ci sono diverse società italiane quotate in Borsa che potrebbero beneficiare di questo trend: Buzzi Unicem che genera in Usa quasi il 57% dell’utile lordo e Webuild che deriva quasi il 30% del suo fatturato da Washington.
Ma al di là dei singoli titoli o fondi, va rilevato il trend. L’investimento in infrastrutture, porta alcuni valori aggiunti. Nello specifico, resilienza nei crolli del mercato; rendimenti e flussi di cassa stabili e decorrelazione rispetto alle altre asset class.
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