L’inflazione americana torna a offrire buone notizie per gli investitori e per la Federal Reserve: a novembre, ha comunicato il Census Bureau, il tasso annuo è arretrato al 7,1%, il più basso dal dicembre 2021. Il risultato è migliore delle attese del consenso, che si attestavano sul +7,3%.
Su base mensile i prezzi sono aumentati dello 0,1%, in rallentamento dal +0,4% registrato sia ad ottobre sia a settembre. Anche l’inflazione di fondo, che esclude il prezzo di alimenti ed energia ed è più rappresentativa delle componenti meno volatili del paniere, è rallentata al 6% annuo (ai minimi dall’agosto 2021), con un incremento mensile, rispetto a ottobre, dello 0,2% (in calo dallo 0,3% del mese precedente).
La componente energetica e, in particolare, la benzina, hanno contribuito a ridurre le spese degli americani a novembre, rispetto a un mese prima, con una diminuzione congiunturale dell’1,6 e del 2% rispettivamente. Sono arretrati anche i costi relativi alle spese mediche (-0,7), mentre gli aumenti dei costi abitativi si sono un po’ ridotti dal +0,8 al +0,6%. Anche il costo dei servizi non energetici è aumentato meno su base mensile rispetto ad ottobre, con un incremento passato dal +0,5 al +0,4%.
Inflazione Usa a novembre, l’impatto di mercato
Il risultato è stato immediatamente positivo sui future in attesa dell’apertura di Wall Street: l’aspettativa è che quanto osservato nell’ultima lettura sull’inflazione conforti l’aspettativa di un imminente interruzione del ciclo di rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve – che dovrebbe aumentare i tassi di 50 punti base il 14 dicembre e proseguire verso un tasso terminale verso il 5% con almeno un altro rialzo di pari entità nel nuovo anno. Nel frattempo il Treasury decennale ha osservato un brusco calo nel rendimento da 13 punti base al 3,478%. In apertura di seduta l’S&P 500 ha raggiunto i massimi dal 12 settembre scorso, con un rialzo ampiamente superiore al 2%; il Nasdaq Composite ha messo a segno un rialzo in apertura superiore al 3%.
La stretta monetaria è stata finora l’elemento determinate sul percorso del mercato azionario: la speranza dei rialzisti è che la fine dei rialzi dei tassi possa coincidere con un’inversione di tendenza, magari evitando una recessione troppo dura negli Stati Uniti (il cosiddetto atterraggio morbido).
Alcuni analisti hanno commentato a caldo il dato sull’inflazione di novembre come “una grande sorpresa” alla quale i mercati stanno reagendo mettendo in scena il copione rialzista.