Nel mese di luglio i prezzi Usa sono saliti del 5,4%, in linea con i dati di giugno ma lievemente oltre le attese degli analisti (5,3%)
Mary C. Daly della Federal Reserve Bank di San Francisco ha rivelato che la banca centrale potrebbe iniziare a ridurre anticipatamente gli stimoli entro la fine dell’anno
Antonio Cesarano: “Al momento la view rimane in attesa del simposio di Jackson Hole, in cui Powell potrebbe rendere noto che siamo più vicini al tapering”
Le attese degli alti funzionari della Fed
Mary C. Daly, presidente e ceo della Federal Reserve Bank di San Francisco, ha rivelato in un’intervista al Financial Times che la banca centrale statunitense potrebbe iniziare in realtà a ridurre anticipatamente gli stimoli entro la fine dell’anno, considerando la forza del rimbalzo economico. “Resto molto ottimista sull’autunno e sui continui miglioramenti nelle variabili chiave a cui guardiamo”, ha dichiarato nella giornata di mercoledì. “Questo significa che, dal mio punto di vista, è opportuno iniziare a discutere rispetto alla riduzione del livello della politica accomodante che stiamo offrendo all’economia, e il punto di partenza sono ovviamente gli acquisti sul mercato”, spiega, optando per un intervento in tal senso entro la fine del 2021 o l’inizio del 2022 (quando, stima, saranno raggiunti gli obiettivi della Fed di inflazione al 2% e piena occupazione).
Cosa ne pensano invece gli analisti?
Tornando alla view di Cesarano, il dato sull’inflazione Usa di luglio è rimasto innanzitutto invariato per due ragioni: “la moderazione di alcune componenti che avevano registrato un forte rialzo post riaperture (in particolare prezzi delle auto e trucks usati, da +10,5 a +0,2% m/m, noleggio di auto e trucks, da +5,2% a -4,6% m/m, biglietti aerei, da +2,7 a -0,1% m/m)” e la “continuazione dell’accelerazione dell’importante componente affitti (che pesa per oltre un terzo del totale)”. Secondo lo strategist, proprio quest’ultimo aspetto potrebbe “dare più forza a chi all’interno del board è a favore di un tapering sbilanciato soprattutto sulla riduzione di titoli aventi come sottostanti i mutui, attualmente acquistati per 40 miliardi di dollari mensili contro gli 80 miliardi di Treasury”.
Come anticipato in apertura, gli occhi restano dunque puntati sul simposio di Jackson Hole di fine agosto in cui il presidente Jerome Powell potrebbe “rendere noto che siamo più vicini al tapering”, ricorda Cesarano. “Ma occorrono ancora conferme, in attesa soprattutto dei dati sul mercato del lavoro di settembre e ottobre, a meno di dati di settembre incredibilmente sopra le attese, ipotesi quest’ultima che al momento appare meno probabile alla luce anche delle riaperture delle scuole oggi in Us che potrebbero rallentare nel breve il processo di incremento di coloro che cercano attivamente lavoro”, conclude.
Secondo Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia, i dati sull’inflazione restano “nel range di tolleranza della Fed” e Powell potrà prendersi ancora tempo prima di cambiare le strategie monetarie in essere. “Rimaniamo però dell’idea che una normalizzazione monetaria arriverà presto, sulle richieste non solo di alcuni membri hawkish (termine anglofono che nel contesto macroeconomico indica una linea di condotta rigida e meno accomodante, adottata dalle banche centrali o da un policy maker, ndr) del Federal open market committee (Fomc) ma anche della stessa politica statunitense”, osserva, attendendosi un annuncio sull’inizio del processo di tapering nel meeting Fomc di settembre in occasione delle nuove proiezioni sulle principali variabili macroeconomiche.