Là dove è difficile, se non impossibile, trovare qualcosa di men che peggio, è negli effetti sull’economia, italiana e mondiale.
Per capire i rischi che corre l’economia mondiale col dilagarsi dell’epidemia bisogna partire da un dato di fatto: la Cina, facendo i confronti in parità di potere d’acquisto, è la più grande economia del mondo. Non solo è grande, ma è anche l’economia che è andata crescendo di più: in soldoni, contribuisce per il 40% alla crescita del mondo. E non è finita: dai tempi della Sars (l’altra epidemiada un altro coronavirus) del 2003, l’economia cinese è andata sempre più integrandosi
nell’economia mondiale. Praticamente tutte le catene di offerta globali passano per la Cina. Gli impatti del covid-19 possono essere distinti in diretti e indiretti. Gli impatti diretti, in Cina e altrove, discendono dalle misure prese per contenere il virus. Quarantene massicce, estensione dei periodi di ferie, quindi fabbriche chiuse, ristoranti, cinema, centri commerciali e luoghi pubblici semideserti, mancato arrivo di turisti nel Celeste Impero e, soprattutto, mancate partenze. L’anno scorso sono stati più di 150 milioni i turisti cinesi in giro per il mondo e adesso il governo cinese li ha rinchiusi nel loro paese. Poi ci sono gli effetti indiretti: la gente, in Cina e in altri paesi, ha paura, e chi ha paura è restio a spendere. Chi risparmia uno scellino, disse Keynes negli anni ‘30, toglie a un uomo una giornata di lavoro. La paura è comprensibile: tutti hanno familiarità con l’influenza (ci sono vaccini), anche se l’influenza uccide ogni anno qualche centi- naia di migliaia di persone nel mondo. Ma il tasso di mortalità nel mondo è del 6 per centomila. Mentre la covid-19 (nessun vac- cino) ne uccide più di 2000 per centomila, uno su cinquanta.
Il 2020 (‘anno bisesto, anno funesto’) sarà un annus horribilis per l’economia dell’Italia e del mondo. Il pil cadrà in Italia, forse tan- to di quanto crollò nel 2009 (-5%). E anche l’economia del resto del mondo potrà conoscere l’onta del segno meno. Molto dipende da quanto tempo ci vorrà per circoscrivere il virus. Anche nella prognosi il paese chiave è la Cina. Consola il fatto che la circoscrizione in Cina, dopo le misure drastiche di contenimento, abbia funzionato e i nuovi casi siano scesi a livelli trascurabili. Se il decorso dell’infezione segue gli stessi sentieri anche negli altri paesi (i due terzi delle nazioni del mondo hanno casi di covid-19), il 2021 potrà essere l’anno della ripresa. Ma per ora, tutti gli sforzi sono concentrati nell’evitare e/o attutire le devastazioni della pandemia. La storia ci insegna che le catastrofi hanno in genere un effetto limitato sulle grandi tendenze dell’eco- nomia del pianeta. Come scrisse Eugenio Montale: “La storia non è poi / la devastante ruspa che si dice./ Lascia sottopassaggi, cripte, buche / e nascondigli. C’è chi sopravvive”.