I principali indici americani hanno chiuso martedì e mercoledì in territorio decisamente positivo, guadagnando in due giorni tra il 4% e l’8%. L’apertura di giovedì è al +2%. Bene anche le borse europee
A due giorni dal voto gli Stati Uniti non hanno ancora un nuovo presidente. L’incertezza elettorale è compensata dalla certezza su nuovi stimoli monetari. Bank of England ha annunciato un ulteriore sostegno di 150 miliardi. Attesa per Fed e Bce
Il Biden a metà fa felice i mercati
Come si è chiusa la peggiore settimana da marzo per i mercati, si è assistito al rally più intenso negli ultimi sei mesi. In mezzo le elezioni, molto più incerte di quanto predetto da tutti i sondaggisti. Tra martedì e mercoledì lo S&P ha preso circa l’8% e il Nasdaq il 6%. Anche in Europa le borse sono andate al rialzo: piazza affari ha segnato il + 7%. Come si spiegano questi movimenti di mercato? We Wealth lo ha chiesto a Michele Morra, portfolio manager di Moneyfarm. “L’idea che non sia avvenuta una vittoria totale dei democratici al congresso è stata considerata come una garanzia del fatto che nel 2021 si troverà un equilibrio tra investimenti e pressione fiscale più favorevole per le aziende quotate” spiega Morra. Se Biden infatti sarà quasi sicuramente il presidente e la camera sarà in mano ai democratici, il senato rimarrà repubblicano. Il che significa che si dovrà scendere a compromessi, sia sul pacchetto fiscale sia sull’aumento delle tasse societarie. Il congresso diviso è anche il motivo principale dell’appiattimento della curva dei tassi del Treasury americano. “L’appiattimento della curva Usa è dovuta all’abbassamento delle aspettative inflazionistiche, derivato a sua volta da attese più contenute sul fronte degli aiuti fiscali. Con il congresso in mano ai democratici i maggiori stimoli avrebbero comportato una pressione al rialzo sui prezzi” sottolinea Morra.
La certezza dei mercati sono le banche centrali
In questo fermento politico i mercati sembrano rifuggire dall’incertezza e trovare l’ancora a cui aggrapparsi nelle banche centrali. “I mercati operano nella convinzione che nel breve e nel medio termine le banche centrali offriranno tutto il supporto necessario per sostenere la ripresa” afferma Morra. Più che con un taglio di tassi l’aiuto monetario potrebbe arrivare in termini di quantitative easing. Bank of England si è già mossa in questo senso e ha fatto sapere che aumenterà il quantitative easing di 150 miliardi di sterline. L’ampliamento porta la dimensione del programma di acquisto di asset a quasi 875 miliardi di sterline. Anche la Fed potrebbe muoversi in questo senso il prossimo 16 dicembre. Insomma il sostegno delle autorità monetarie ci sarà. Ora tocca ai governi non sprecarlo. “Le Banche Centrali stanno ribadendo il fatto che il loro supporto sia funzionale a politiche fiscali espansive a supporto dell’economia. Sarà dunque importante che i governi si muovano nella direzione giusta” conclude Morra.