I dati fanno emergere come il settore assicurativo di Hong Kong sia dominato dal segmento vita che rappresenta una quota superiore al 90%
Le Autorità locali sta rilasciando delle nuove licenze per le compagnie di assicurazione vita esclusivamente digitali
A tutto questo si deve anche aggiungere che gli assicuratori sono esposti al rischio di un minore rendimento degli investimenti, soprattutto per quelli che riguardano le obbligazioni societarie. Queste infatti sono state pesantemente colpite dalla pandemia e dunque anche gli investimenti collegati ne risentono maggiormente. I tassi di interesse di riferimento della banca centrale sono infatti scesi dall’1,65% di fine marzo 2020 allo 0,5% della prima settimana di giugno 2020, indicando una pressione sui rendimenti.
Le assicurazioni asiatiche non si fermano. E per cercare di mitigare gli effetti della chiusura aziendale stanno puntando sempre di più sul lato digitale. E dunque si cercano di sviluppare piattaforme ad hoc che possano supportare le imprese e le attività online. Manulife, il quarto assicuratore vita di Hong Kong, per esempio ha da poco creato una piattaforma di vendita virtuale per consentire ai clienti di connettersi con gli agenti online, per richiedere dei prodotti e delle transazioni. A questo si accompagna anche l’aiuto dell’autorità che sta rilasciando delle nuove licenze per le compagnie di assicurazione vita esclusivamente digitali. Ricordiamo che il comparto vita è quello maggiormente sviluppato ad Hong Kong. E che dunque sta creando anche i maggiori squilibri.
“L’eccessiva dipendenza dalle attività di assicurazione sulla vita rende difficile per gli assicuratori, che dovranno far fronte a vendite inferiori, rendimenti incerti e richieste di risarcimento in aumento. La recrudescenza dei tassi di infezione di Covid-19 e la possibile reimposizione di restrizioni di blocco potrebbero far deragliare ulteriormente le prospettive di recupero del business assicurativo”, conclude Sahoo.