Fed: i retroscena, in attesa del nuovo episodio

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In attesa dell’imminente nuovo discorso di Powell, la Fed svela i retroscena della sua ultima riunione, quella che l’ha portata (non all’unanimità) ad effettuare il primo taglio dei tassi in oltre dieci anni. Fra falchi, colombe e “colombissime”

Lo “storico” taglio dei tassi (0,25) del luglio 2019, il primo dal 2008, non sarebbe indice di un nuovo ciclo di ribassi

I funzionari reputerebbero infatti questo evento solo un aggiustamento, non l’inizio di una serie

Resta il fatto che i funzionari Fed non vogliono precisare quali sono le loro intenzioni per i mesi a venire, appellandosi alla “flessibilità d’azione”

Riflettori puntati sul discorso ufficiale di Jerome Powell

Fed, i retroscena della “non unanimità”

Lo “storico” taglio dei tassi (0,25) del luglio 2019, il primo dal 2008, non è indice di un nuovo ciclo di ribassi. E’ quanto emerge dalle minute della combattuta riunione del Fomc (Federal Open Market Committee) dello scorso luglio. I funzionari reputano infatti questo evento solo un aggiustamento, quindi non certo un inizio di un nuovo ciclo di taglio dei tassi.

Nello stesso tempo però il Fomc resta convinto che l’aggressività commerciale di Trump è destinata a durare e a far sentire i suoi effetti in termini di incertezza economica globale. Anzi, i membri della commissione parlano esplicitamente di “un persistente ostacolo” per l’outlook economico americano. L’osservazione appare contrastante con la negazione che l’ultimo abbassamento dei tassi non costituisca l’inizio di un nuovo ciclo. Resta il fatto che i funzionari Fed non vogliono precisare quali sono le loro intenzioni per i mesi a venire, appellandosi alla flessibilità d’azione, in quanto i rischi per l’economia, tra cui il rallentamento globale, “evidenziano la necessità di mantenere un approccio flessibile”.

“La maggior parte dei partecipanti al Fomc ha visto la proposta di un taglio dei tassi d’interesse di 25 punti base come parte di un’aggiustamento della politica monetaria di metà ciclo”. Si tratta di “una risposta all’evoluzione dell’outlook economico negli ultimi mesi”, è quanto si legge nelle minute.

I funzionari “contro”

I “falchi”

Tuttavia, una minoranza significativa di membri del Fomc avrebbe preferito non agire sui tassi d’interesse. Il motivo era che “un taglio a questo punto del ciclo rischia di alimentare squilibri finanziari, in una fase in cui l’economia reale americana rimane solida e resistente“.

Le “colombe”

Due membri del Fomc invece avevano invece chiesto di tagliare i tassi di 50 punti base già a luglio, per rispondere “all’ostinato basso tasso d’inflazione”.

I riflettori restano dunque puntati adesso sul discorso ufficiale che il presidente della Fed Jerome Powell terrà il 23 agosto a Jackson Hole. Sarà per gli analisti un momento prezioso per cercare di capire le future mosse della Fed. Ma soprattutto, servirà a comprendere la sua visione sui cambiamenti intercorsi nei venti giorni trascorsi dall’incontro di luglio.

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