I primi mesi del 2020, con la pandemia ancora lontana dalle coste americane, la liquidità nei portafogli dei paperoni era maggiore rispetto al 2016
A ottobre 2016 i ricchi investitori avevano il 15% dei loro portafogli investiti in contanti
Altra storia ad inizio anno. I primi mesi del 2020, con la pandemia ancora lontana dalle coste americane, la liquidità nei portafogli dei paperoni era maggiore rispetto al 2016. A gennaio 2020 si aveva il 21% in cash, nonostante il mercato solido. Il motivo? L’incertezza delle elezioni. A giugno i clienti private hanno addirittura aumentato la liquidità passando al 22%. Ovviamente in questo aumento estivo ha messo lo zampino anche la prima ondata di pandemia. In autunno questa percentuale è ancora salita arrivando al 24%.
Ma dunque nei prossimi mesi come investiranno questi soggetti? Secondo il report la suddivisione dei loro portafoglio potrebbe vedere:
- Il 28% in stock mutal fund
- Il 25% in cash
- Il 20% in individual stocks
- L’8% in bond mutual funds
- Il 5% nel real estate
- Il 5% in insurance policies
- Il 4% in individual bonds
- L’1% in investimenti alternativi
E dunque come si nota il 25% prevede di continuare a detenere liquide le attività almeno fino a fine anno. il contante però non è l’investimento più popolare. Il 28% prevede infatti di investire in fondi comuni di investimento il 20% è invece propenso sui singoli titoli.
Da sottolineare che dopo l’esisto delle elezioni i consulenti dovranno capire, insieme ai loro clienti, come sarà meglio investire i propri risparmi. I democratici potrebbero infatti puntare a nuove tasse sulla ricchezza per “riequilibrare” il gap con le fasce più povere della popolazione che si sono ulteriormente impoverite durante il primo periodo di pandemia. Bisogna infatti ricordare come i miliardari americani (specialmente quelli legati ai settori tecnologici) hanno implementato la propria ricchezza notevolmente nei primi mesi della pandemia.