La frase ”never put all your eggs in one basket” è un mantra dell’investimento diversificato. E la ragione è piuttosto intuitiva: se il cesto cade tutte le uova si romperanno; collocate in ceste diverse, diminuiranno le possibilità di perdita. In ambito finanziario, l’esigenza di diversificare il portafoglio deriva dall’assunto che un investitore che mette tutti i sui risparmi in una società rischia tutto; se quella società o industria va a picco di pari passo andranno a picco i risparmi dell’investitore. Nella storia ci sono stati diversi casi eclatanti di questo tipo: investitori che avevano puntato tutti i propri risparmi su Parmalat o Enron ci hanno insegnato che non bisogna mai puntare su un solo titolo.
La diversificazione può avere tuttavia diversi livelli ed è possibile che questo avvenga anche in una stessa asset class, come ad esempio l’azionario.
La diversificazione
Tradizionalmente la diversificazione può essere conseguita in diversi modi:
-Per classe di investimento ripartendo il capitali tra azioni, obbligazioni, immobili e liquidità
-Per Paese: investire contemporaneamente in più Paesi significa non esporre i propri investimenti alle sorti di un unico mercato (anche se c è l’effetto cambio che ha il suo peso)
-Per settori industriali: dall’energia ai servizi finanziari passando per le telecomunicazioni
-Per stile d’investimento: trovando il giusto equilibrio tra fondi che si concentrano sulle opportunità di crescita e altri che prediligono i titoli value, ovvero attualmente sottovalutati dal mercato
Il nostro portafoglio è diversificato?
Esistono tanti modi per misurare e rilevare la concentrazione di un portafoglio azionario. Con l’aiuto di un esperto possiamo verificare questo dato in base a un metodo matematico che si basa sul coefficiente di correlazione di Pearson. Tale coefficiente assume un valore da -1 a +1:
-Se il valore assoluto è maggiore di 0,5 esiste una elevata correlazione (e, dunque, concentrazione) tra le azioni presenti nel portafoglio
-Se il valore assoluto è maggiore di 0,3, ma minore di 0,5, esiste una moderata correlazione (e, dunque, concentrazione) tra le azioni presenti nel portafoglio
-Se il valore assoluto è minore di 0,3 esiste una bassa correlazione (e, dunque, concentrazione) tra le azioni presenti nel portafoglio
Tirando le somme, è dunque preferibile di norma avere un coefficiente di Pearson compreso tra -0,3 e +0,3 all’interno del proprio portafoglio.
Esiste poi il metodo grafico a cui fare riferimento: si può capire se il proprio portafoglio presenti un eccessivo livello di correlazione mettendo all’interno dello stesso grafico l’andamento storico dei prezzi dei titoli sui quali è stato effettuato un investimento. Se dovesse risultare evidente una similitudine nei movimenti delle varie linee, il rischio di concentrazione sarà troppo elevato e sarà necessario introdurre maggiore diversificazione nel portafoglio.
Come diversificare nell’azionario
Un portafoglio in cui l’investimento su una singola azienda raggiunge, come peso economico, la doppia cifra percentuale (dal 10% in su) rispetto all’intero importo investito è un portafoglio poco diversificato dal punto di vista aziendale. È quindi necessario investire su più azioni.
Un primo passo che non è però purtroppo sufficiente. Il secondo livello di diversificazione è quello del settore economico all’interno del quale le aziende oggetto di investimento operano. È utile poi diversificare per area geografica così che, nel momento in cui si presentano problemi economici o politici su un certo mercato, questi fondi puntano a ridurre l’esposizione sui mercati più deboli effettuando operazioni di turnover di denaro verso aree geografiche giudicate più sicure. Per questo motivo è fondamentale assicurarsi che i titoli azionari presenti all’interno del proprio portafoglio abbiano interessi attivi in aree geografiche ben distinte, una sfida davvero complessa che deve essere affrontata con l’aiuto di un consulente. In generale, all’interno dell’azionario possiamo comunque guardare a diversi livelli di diversificazione:
-Diversificare con azioni ad alto dividendo
-Diversificare con azioni growth
-Diversificare con azioni value
-Diversificare con azioni di settori diversi
-Diversificare con azioni di aree geografiche diverse
Con il supporto di un consulente possiamo innanzitutto capire se il nostro attuale portafoglio sia o meno abbastanza diversificato e capire come correggere eventuali squilibri. Volendo puntare sull’azionario, le alternative non mancano ma vanno davvero soppesate. Quindi
Il mio portafoglio è abbastanza diversificato?
Come posso verificarlo?
Come posso correggere lo squilibrio in base al mio profilo di rischio/rendimento
Mi conviene puntare a una diversificazione azionaria o valutare più asset class?
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