Draghi, una sorpresa per i mercati, dicono gli analisti

Teresa Scarale
Teresa Scarale
13.3.2019
Tempo di lettura: 3'
Il team investimenti di Pramerica Sgr fa il punto sulle ultime mosse del governatore Bce Mario Draghi, in definitiva una sorpresa per i mercati. Che adesso...

Le quattro mosse di Mario Draghi, punto per punto

L'aspetto più preoccupante per gli investitori adesso è che l'economia dell'Eurozona mostra di avere ancora bisogno del sostegno della politica monetaria della Bce

Un piano d'azione che ha sopreso i mercati


Le mosse di Mario Draghi hanno sorpreso i mercati. E' quanto rilevano gli analisti di Pramerica Sgr, in merito alle azioni che la Bce ha annunciato. Abbassando le stime di crescita e di inflazione, sia per il 2019 che per il 2020, le mosse pianificate sono state quattro.

Uno: tassi fermi


I tassi di interesse ufficiali sono rimasti fermi almeno fino a fine 2019 (sdcondo alcuni, come Franklin Templeton, fino al 2021). Come mai? Perché serve attendere tutto il tempo necessario per far convergere l'inflazione verso un tasso del 2%.

Due e tre: reinvestire e rifinanziare


La Bce continuerà a reinvestire totalmente quanto proveniente dalla scadenza dei titoli detenuti in bilancio in seguito al Qe. Lancerà poi una serie di nuove operazioni di rifinanziamento a lungo termine (TLTRO – III, biennali con l'ultima con scadenza a marzo 2023) per il sistema bancario. Questo, al fine di garantirne il funzionamento come canale di trasmissione all'economia delle azioni di politica monetaria. Le operazioni intendono spingere le banche a concedere credito.

Quattro


La Banca Centrale Europea continuerà a dare piena allocazione alle richieste di finanziamento a tasso fisso, almeno fino a marzo 2021.

La riduzione delle stime di crescita


Inoltre, sono state ridotte le stime di crescita per il 2019 dal +1,7% al +1,1% e, marginalmente, anche per il 2020. La Bce non si aspetta che il target di inflazione sia raggiunto, almeno fino al 2021. Draghi, ha sottolineato come la revisione delle stime sia frutto di fattori esterni all'area Euro. Del resto sul fronte interno si segnalano una tenuta del mercato del lavoro, una continuazione della crescita dei salari e condizioni finanziarie favorevoli.

I fattori esterni sono soprattutto geo-politici. Protezionismo e vulnerabilità delle economie emergenti, tutti elementi collegati alla guerra tariffaria tra Usa e Cina. "Da questo punto di vista, entro fine marzo potrebbero esserci notizie di un accordo che sarebbe di sollievo anche per l'area Euro. Altri fattori specifici dell'Euro zona, che hanno fatto sentire il loro effetto negativo sull'economia nei mesi recenti, stanno diventando meno rilevanti".

Secondo gli analisti, le azioni annunciate aggiungono, o prolungano, lo stimolo monetario all'economia. Pur non essendo una cura, rappresentano un sostegno importante, per l'economia e per i mercati. Quanto annunciato dopo il meeting di marzo è coerente con un comportamento della Banca dipendente dai dati sull'andamento dell'economia dell'Eurozona. Ciò aumenta il grado di flessibilità della risposta della Bce alle necessità dell'economia dell'area. E se le condizioni dovessero continuare a peggiorare, la Bce potrà porre in essere un maggiore stimolo. Inoltre, con questi annunci Draghi sta garantendo liquidità e accesso al credito anche dopo il termine del suo mandato.

Le preoccupazioni degli investitori


L'aspetto più preoccupante per gli investitori, in questo momento, è che l'economia dell'Eurozona mostra di avere ancora bisogno del sostegno della politica monetaria della Bce. Il timore è che il rallentamento possa essere più forte del previsto, anche di quanto previsto dalla stessa Banca. In più, ci sono una serie di implicazioni per le asset class. Per esempio, un periodo prolungato di politica monetaria espansiva, come quello che si prefigura, penalizza la redditività di settori importanti del mercato azionario (banche, assicurazioni). Allo stesso tempo però, rilassa l'atteggiamento degli investitori verso quelle asset class che offrono un buon rendimento come i titoli della periferia, corporate, e che continueranno perciò ad essere richieste.

Per concludere, le principali banche centrali sembrano ora coordinate nel mantenere il proprio sostegno all'economia in una fase di rallentamento. Siè ora forse nella fase acuta, sia per quanto riguarda i dati macro, sia per quanto riguarda gli indicatori sulla fiducia. C'è solo attendere i nuovi sviluppi connessi a Brexit e guerra tariffaria.
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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