Nella Top 10 troviamo 2 europee: Francoise Bettencourt Meyers (L’Oreal) e Susanne Klatten (proprietaria dell’industria chimica Altana e tra i maggiori azionisti della Bmw)
La donna più ricca dell’Asia è invece una cinese e si posiziona a livello mondiale al 5° posto
Per trovare un po’ di Asia bisogna scendere al quinto posto, dove c’è Yang Huiyan. Ha eredito il 70% delle azioni della Country Garden Holdings e l’ha fatta quotare in borsa nel 2007 (raccogliendo 1,6 miliardi di dollari).
Al sesto posto c’è Jacqueline Mars e l’impero Mars con un patrimonio di 28,9 miliardi di dollari.
Al settimo Susanne Klatten (Usa) con 25,8 miliardi, seguita da Zhong Huijuan (Cina) con 23,5 miliardi, Laurenne Powell (Usa) con 22, 1 miliardi e Iris Fontebona (Cile) con 21 miliardi.
Come si può notare la classifica delle maggiori 10 donne più ricche al mondo vede in testa gli Usa. La metà delle componenti sono infatti cittadine americane. Ci sono, poi, solo 2 cinesi ed europee.
La prima (e unica) italiana, Massimiliana Landini, la si ritrova al 22esimo posto con 10,6 miliardi di dollari.
La geografia in rosa
Le recenti ricerche sulla ricchezza pubblicate da Wealth-x mostrano come il mondo dei miliardari è governato dagli uomini. Solo l’11,9% appartiene alle quote rosa. Sicuramente, rispetto al passato, si sono fatti enormi progressi. E questo anche grazie al fatto che adesso la ricchezza viene tramandata alle figlie femmine, e non solo ai maschi. Il report sottolinea inoltre come chi, nel club delle miliardarie, ha ereditato una ricchezza è più incline a contribuire con cause filantropiche. Inclinazione che non c’è invece sempre nell’universo maschile.
Visual capitalist sottolinea infatti come a fronte di una ricchezza eredita il 68% delle donne si impegna nella beneficienza, contro il 5% maschile
Ma non solo, perché chi si ritrova nelle mani un patrimonio “misto” (in parte eredito e in parte guadagnato), se è donna è propenso alle attività filantropiche per il 20% contro un 28% maschile.
Se poi si passa alla ricchezza self-made, le percentuali si ribaltano. E dunque il 67% degli uomini è più incline alla beneficienza contro il 12% delle donne.
Dati che però devono essere contestualizzati nella geografia della ricchezza. Sono veramente poche le donne che riesco ad arrivare ad avere un bel patrimonio, rispetto agli uomini. E non c’è dubbio che questo porta, soprattutto nel caso in cui la ricchezza derivi dal proprio lavoro, a continuare a consolidarla per darsi una certezza.