Il biglietto verde ha continuato a rafforzarsi rispetto ai suoi principali concorrenti, con il Dollar Index salito a 94,39, nella quarta sessione consecutiva di guadagni. Difficile dire se l’apprezzamento (+3%) degli ultimi giorni del biglietto verde sia solo una fiammata di orgoglio sull’euro oppure una virata verso un rafforzamento stabile della valuta statunitense
Certo è che le prossime saranno “sedute chiave” per capirne l’andamento, con dirette conseguenze su oro e argento. “Resta l’indecifrabilità del contesto attuale, gravato non solo dal covid e dai contagi di ritorno ma anche dall’esito delle prossime elezioni presidenziali, che presumibilmente andranno verso la parità”
Per quanto riguarda i tassi di interesse Usa non trova al momento riscontro la sortita del presidente della Fed di Chicago Charles Evans, che ravvisa una “possibilità di aumentare i tassi di interesse”
Nel terzo trimestre 2020 la Bce nel suo bollettino economico mensile prevede infatti una ripresa dell’attività nell’area dell’8,4%. In Germania l’indice di fiducia delle imprese Ifo si è attestato a 93,4 punti, in aumento rispetto agli 92,6 di agosto
Difficile dire se l’apprezzamento (+3%) degli ultimi giorni del biglietto verde sia solo una fiammata di orgoglio sull’euro oppure una virata verso un rafforzamento stabile della valuta statunitense. Certo è che le prossime saranno “sedute chiave” per capirne l’andamento. Ne è convinto Carlo Alberto De Casa di ActivTrades. Uno degli indicatori chiave dell’andamento del dollaro è sempre stato l’andamento del prezzo dell’oro (e dell’argento): se la valuta Usa è in rafforzamento, il metallo prezioso scende.
L’altra notizia positiva di giornata è che in Germania l’indice di fiducia delle imprese Ifo si è attestato a 93,4 punti, in aumento rispetto agli 92,6 di agosto, anche se al di sotto del consenso degli economisti che si attendevano 94 punti. Il sentiment tra i manager tedeschi “è ulteriormente migliorato”, commenta Clemens Fuest, presidente dell’istituto. “Le società hanno valutato ancora una volta la loro situazione attuale migliore rispetto al mese precedente” e “si aspettano inoltre che la loro attività migliori ulteriormente”. Altri, come Carsten Brzeski, Chief Economist di Ing, si spingono a dire che l’indice mostra come “dopo il forte rimbalzo del terzo trimestre, l’economia tedesca è già entrata nella fase successiva della ripresa”.
Per quanto riguarda l’eurozona nel suo complesso l’incertezza sull’andamento della pandemia e sui suoi effetti frena il vigore della ripresa, anche se la domanda sta recuperando in maniera significativa, anche se non sufficiente a innescare l’auspicata inflazione, frenata anche dai bassi prezzi dell’energia e dalla “inutilizzata capacità lavorativa” (leggasi disoccupazione). Ecco perché resta necessario un ampio grado di stimolo monetario, riconfermato nella riunione del 10 settembre 2020. A tal proposito, prevedono un secondo aumento del programma d’emergenza d’acquisto pandemico Jacob Nell, Bruna Skarica e Markus Guetschow di Morgan Stanley. Gli analisti si aspettano una risposta mirata da parte dei governi, non certo un secondo lockdown. Ciò detto però “i rischi al ribasso implicano un’azione anticipata della Bce e quindi ora ci aspettiamo un secondo aumento del Pepp quest’anno”.
A soffrire dell’incertezza saranno soprattutto mercato del lavoro, consumi e investimenti. D’altro canto, l’economia dell’area dell’euro dovrebbe ricevere sostegno dalle favorevoli condizioni di finanziamento, dall’orientamento espansivo delle politiche di bilancio e dal rafforzamento dell’attività e della domanda a livello mondiale. “Nel complesso si ritiene che i rischi per le prospettive di crescita dell’area euro rimangano orientati al ribasso”, afferma la Bce.
“Nell’attuale contesto di elevata incertezza, il consiglio direttivo valuterà con attenzione le nuove informazioni, compreso l’andamento del tasso di cambio in relazione alle sue implicazioni per le prospettive di inflazione a medio termine”, ribadisce l’Eurotower, precisando che il consiglio direttivo resta pronto ad utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione, laddove opportuno, per mettere in sicurezza il percorso della stabilità dei prezzi verso l’obiettivo “appena al di sotto del 2%”.