Dividendi cercasi: gli investitori virano sulle azioni noiose

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Con i mercati in forte calo, gli investitori sono fuggiti dai titoli tecnologici per trovare riparo nei più sicuri titoli bancari, energetici e delle telecomunicazioni. Tratto comune: in genere essere titoli dagli lati dividendi

A gennaio l’S&P 500 e il Nasdaq Composite hanno sofferto il loro peggior gennaio in più di un decennio, perdendo rispettivamente il 5,1% e il 9,3%

Nello stesso mese, stando ai dati Refinitiv, gli investitori hanno versato 7,5 miliardi di dollari in fondi che acquistano azioni che pagano dividendi

Nel 2021 ci sono stati ben 373 aumenti o nuovi dividendi, a fronte di soli 5 tagli o sospensione, superando i 298 aumenti o nuovi dividendi del 2020

Come i mercati azionari sono sprofondati lo scorso mese in territorio negativo, gli investitori – come d’altronde ci si poteva aspettare – tutto d’un tratto sono passati dall’essere incuranti del rischio all’essere invece (molto) cauti. E così si è assistito a un ampio sell-off dei titoli tecnologici – tanto attraenti quanto costosi – a beneficio di società più solide che pagano regolarmente dividendi ai propri azionisti. Tant’è che l’indice S&P 500 High Yield Dividend nel mese di gennaio ha reso il 6,6% in più del corrispettivo indice S&P che non paga i dividendi, la migliore sovra-performance negli ultimi 17 anni.
Come si spiega un tale risultato? Come riporta un’analisi del Wall Street Journal, semplicemente l’aumento dell’inflazione e il primo aumento dei tassi di interesse da parte della Fed negli ultimi tre anni ha sollevato forti dubbi sull’andamento futuro di economia e mercati. E quando ciò accade i titoli che generano reddito sono visti come un porto sicuro, mentre i titoli che fino a poco prima volavano alto si ricongiungono ai loro fondamentali. Come le big tech hanno preso un bel scivolone lo scorso mese, l’S&P 500 e il Nasdaq Composite hanno sofferto il loro peggior gennaio in più di un decennio. Gli indici sono scesi rispettivamente del 5,1% e del 9,3% quest’anno. Nel frattempo, le azioni del gigante energetico Exxon Mobil e della banca People’s United sono in crescita di percentuali a due cifre. Entrambi hanno rendimenti da dividendo di almeno il 3,4%, quasi tre volte superiori a quelli dell’S&P 500.
Exxon Mobil e People United non sono certe le uniche che hanno attirato l’attenzione degli investitori. Secondo i dati di Refinitiv,  gli investitori hanno versato 7,5 miliardi di dollari in fondi che acquistano azioni che pagano dividendi nel mese di gennaio, il più alto livello in assoluto, con più di 2 miliardi di dollari di afflussi durante la settimana terminata il 2 febbraio.

L’attrattiva delle azioni a dividendo si basa, in parte, sui rendimenti delle obbligazioni. In generale, quando i rendimenti delle obbligazioni sono inferiori a quelli dei dividendi delle azioni, gli investitori non vedono alternative alle azioni. I rendimenti della nota del Tesoro americano a 10 anni sono stati scambiati all’1,96% martedì, maggiori del rendimento dei dividendi dell’1,3% dello S&P 500.  Tuttavia, se aggiustati per l’inflazione futura prevista, i rendimenti obbligazionari reali rimangono intorno allo 0,5% negativo, rendendo le azioni un’opzione più attraente per molti investitori.

Gli investitori potrebbero perdere d’interesse per le società che pagano dividendi se queste  iniziassero a tagliare i pagamenti, alla luce di un deterioramento delle condizioni economiche. Tuttavia per il momento, non sembra essere questa la situazione. Con 33 aumenti a gennaio, un po’ più di un anno prima, secondo S&P, le aziende hanno generalmente aumentato i versamenti dopo la solida crescita dell’anno scorso, quando ci sono stati 372 aumenti o nuovi dividendi e 5 tagli o sospensioni. Nel 2020 c’erano stati 298 aumenti o nuovi dividendi e 69 tagli o sospensioni.

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