Attraverso beneficiari fittizi i beni degli oligarchi riescono a sfuggire alle conseguenze delle sanzioni
Occorrono nuove regole sulla trasparenza fiscale
E invero, nonostante Usmanov sia un pezzo da novanta, il suo patrimonio non risulta particolarmente intaccato dalle sanzioni; al contrario. Attraverso mirate pianificazioni fiscali, l’oligarca miliardario russo si è preoccupato anzitempo, ben prima della crisi in corso, di trasferire la maggior parte dei beni in giurisdizioni off-shore. Più in particolare, istituendo trust in Stati inclini a favorire il segreto e poco collaborativi dal punto di vista dello scambio di informazioni fiscali,
Il trust, in questo senso, se utilizzato in modo distorto, può diventare una vera e propria cassaforte, inaccessibile alle autorità. I beni in esso segregati vengono gestiti da uomini di fiducia degli oligarchi e attribuiti a beneficiari fittizi, individuati solo a titolo di prestanome.
In buona sostanza, sfruttando i disallineamenti degli ordinamenti e le misure fiscali e finanziarie previste in certe giurisdizioni off-shore per favorire il profit shifting e il trasferimento di capitali dai paesi di residenza, molti miliardari, compresi gli oligarchi, riescono a divenire immuni a (quasi) qualsiasi sanzione.
In altre parole, occorrono nuove risorse e nuove strategie per migliorare il contrasto all’evasione e all’elusione fiscale. In questi termini, soprattutto l’Ue dovrebbe farsi capofila di una nuova politica fiscale, volta a rendere sempre meno tollerabili le strategie di pianificazione aggressiva, inasprendo le conseguenze negative previste in caso di abuso fiscale e per le ipotesi di creazione di società-schermo o di attuazione di operazioni prive di sostanza economiche, messe in atto per conseguire vantaggi fiscali altrimenti indebiti.
Senza dubbio, l’Unione europea qualcosa già ha fatto: si pensi alla sospensione del rilascio di passaporti e visti agli oligarchi attraverso il regime della citizenship o residence by investments. Tuttavia, quanto fatto fino ad ora non basta. Occorre dotare l’Unione di regole più stringenti, altrimenti il rischio è che le sanzioni con cui l’occidente sta tentando di fronteggiare la Russia non abbiano alcun effetto sostanziale.