Credito asiatico, un'asset class distinta dal debito emergente

Rita Annunziata
21.10.2019
Tempo di lettura: 3'
Il credito asiatico sta assumendo le caratteristiche di un'asset class distinta dal debito emergente. La regione, infatti, oggi rappresenta circa il 54% del mercato del credito dei paesi emergenti. Ma perché investire in questa asset class e quali sono i rischi? Intervista a Dhiraj Bajaj, head of Asia Fixed Income di Lombard Odier Investment Manager

L'economia asiatica sosterrà la crescita del Pil globale per il 50% entro il 2028

I rischi principali per gli investitori sono la duration dei titoli di stato, i conseguenti possibili downgrades, e la volatilità di mercato

“Non si tratta solo dell'acquisto di un'obbligazione, ma di finanziare lo sviluppo di una regione che sta già crescendo”, spiega Dhiraj Bajaj

Diversificazione economica, trasparenza dei governi e mercati del capitale sempre più profondi: sono solo alcune delle conseguenze della riforma strutturale che ha coinvolto l'Asia negli ultimi decenni. Una regione che oggi rappresenta oltre la metà del mercato del credito dei paesi emergenti, raggiungendo circa il 54%. Il mercato del debito asiatico in dollari è infatti triplicato e si stima che l'economia asiatica sosterrà la crescita del Pil globale nella misura del 50% entro il 2028. Ma perché investire in questa asset class? Lo spiega Dhiraj Bajaj, head of Asia Fixed Income di Lombard Odier Investment Manager.

“In Asia sono disponibili alcuni settori per chi investe nell'obbligazionario, non necessariamente presenti negli altri mercati emergenti – spiega Bajaj, citando tra questi quello tecnologico e l'immobiliare – Se guardiamo la struttura della popolazione globale, più della metà risiede in Asia. Solo l'India, la Cina e l'Indonesia raggiungono circa tre miliardi di persone. Negli ultimi 20 anni, oltre mezzo miliardo di individui ha contribuito a urbanizzare questi paesi. Questo significa nuove case private, società immobiliari e infrastrutture. E ci sono altri 250 milioni di persone che urbanizzeranno la Cina nei prossimi decenni. Tutto questo deve essere finanziato, ecco perché ci sono i mercati azionari e obbligazionari. Poi c'è il settore delle energie rinnovabili, un nuovo settore in Asia, in particolare in India e Cina”.

Quali sono i rischi principali per gli investitori?


“Essendo titoli espressi in divisa forte, principalmente dollaro statunitense, sono esposti a eventuali rialzi dei tassi americani. In quanto mercati emergenti, sono poi più sensibili alle fasi di risk off e, infine, c'è il rischio credito del singolo emittente. È però importante sottolineare l'evoluzione di questo mercato che presenta attualmente oltre il 70% di emissioni investment grade e flussi d'investimento sempre guidati da investitori locali, il che contribuisce alla loro stabilità.

Perché investire nel credito asiatico?


“Il credito asiatico rappresenta un mercato sostenibile, diversificato e che, allo stesso tempo, sta crescendo. Non si tratta solo dell'acquisto di un'obbligazione, ma di finanziare lo sviluppo di una regione che sta già crescendo al 5%”.

Qual è la filosofia di investimento alla base di questa asset class?


“In questo mercato in rapida crescita, in cui ci sono molte opportunità, vogliamo rimanere flessibili e senza vincoli, in modo tale da acquisire valore. Un approccio obbligazionario non vincolato”.
Giornalista professionista, è laureata in Politiche europee e internazionali. Precedentemente redattrice televisiva per Class Editori e ricercatrice per il Centro di Ricerca “Res Incorrupta” dell’Università Suor Orsola Benincasa. Si occupa di finanza al femminile, sostenibilità e imprese.

Cosa vorresti fare?