Coronavirus, lunedì nero per le borse. Milano -11,17%

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Lunedì da dimenticare per Piazza Affari, così come per gli altri listini europei. Il Coronavirus e la guerra dei prezzi del petrolio mandano i mercati in tilt

L'emergenza Coronavirus manda in tilt le Borse: il FTSE MIB chiude a -11,17% ; l'Euro Stoxx 50 a -8,26%

Peggior calo dal 1991 per il petrolio, sui timori di una guerra dei prezzi dopo il no della Russia al taglio della produzione

Occhi puntati sulla riunione della BCE giovedì

Quella di questo lunedì, 9 marzo, è sicuramente una seduta da dimenticare per le Borse. Le preoccupazioni legate alla diffusione del Coronavirus e il crollo del prezzo del petrolio a seguito del mancato accordo tra Opec e Russia su ulteriori tagli alla produzione affondano i listini europei. In uno scenario di forti ribassi per le borse di tutta Europa (con l'Euro Stoxx 50 che chiude a -8,26%), Piazza Affari è la peggiore e fatica ad aprire per poi registrare un crollo del 10% nelle prime battute ed arrivare a cedere quasi il 12% bruciando 14 mesi di guadagni, il peggior calo dopo Brexit. Il FTSE MIB chiude a -11,17%; molti, i titoli sospesi per eccesso di ribasso sul listino tricolore.
“É una situazione molto delicata, è difficile prevedere la durata e la profondità di questa crisi perché, per quanto riguarda il Coronavirus, abbiamo solo l'esempio della Cina, che solamente adesso ha ridotto notevolmente il numero di contagiati e, per quanto riguarda il petrolio, è un braccio di ferro legato al fallimento delle trattative diplomatiche durante la riunione dell'Opec+” ha spiegato a We Wealth, Filippo Diodovich, senior strategist di IG Italia, commentando questa giornata nera per i mercati.

Il petrolio affonda, oro al top dal 2012

Precipita il prezzo del petrolio, con un crollo che ha raggiunto il 31 %, il peggior calo dal 1991. L'oro nero è in caduta libera dopo il no della Russia alla proposta dei paesi Opec di un taglio della produzione di altri 1,5 milioni di barili al giorno, per far fronte all'emergenza Coronavirus e la conseguente mossa dell'Arabia Saudita che ha risposto tagliando il costo del barile, decisione che alimenta il timore che si inneschi una guerra dei prezzi. Intanto,  la preoccupazione spinge gli investitori verso i beni rifugio, con l'oro che ha toccato i massimi dal 2012, raggiungendo i 1700 dollari l'oncia.

Le polemiche sull'apertura di Piazza Affari

Con le misure restrittive del nuovo decreto del Governo, emanato l'8 marzo e in vigore fino al 3 aprile, si scatena la polemica sull'apertura Borsa di Milano, decisione comunicata domenica dall' ad di Borsa Italiana, Raffaele Jerusalmi, che ha parlato di “panico ingiustificato”. Dal mondo politico, in molti si sono espressi, da Salvini a Renzi, chiedendo la chiusura di Piazza Affari e lo stop allo short selling. Il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, rincara la dose con un Tweet, dove insiste sulla necessità di "vietare immediatamente in tutte le Borse dell'Unione europea le vendite allo scoperto per scongiurare nuovi danni a risparmiatori, investitori e imprese” e continua “la Consob non perda tempo e non lo perdano le altre agenzie di controllo delle borse in Europa".

La risposta della Consob

Nella mattinata di lunedì 9 marzo la Consob ha confermato a milanofinanza.it di stare vigilando attentamente la situazione.A ora di pranzo è poi arrivato il comunicato stampa ufficiale in cui l'autorità italiana di vigilanza dei mercati finanziari esclude la chiusura della Borsa e fa sapere che non c'è evidenza che “gli andamenti della Borsa italiana siano riflesso di attacchi speculativi, salvo che non si voglia attribuire a questo termine la reazione degli operatori alle incertezze sul futuro generate dagli effetti del coronavirus sull'economia”. Per quanto riguarda le vendite allo scoperto, alla luce della normativa Ue entrata in vigore nel 2012, la Consob sottolinea che l'adozione del divieto unilaterale di short selling è valutata “se la caduta dei corsi supera mediamente il 10% e in presenza degli altri presupposti”. Il Mef, in una nota, ribadisce la fiducia nell'operato della Consob.

Occhi puntati sulla BCE giovedì

Attesa la risposta dalle banche centrali. È notizia di lunedì la decisione della Fed di NY di aumentare il limite per le operazioni sul mercato repo (ndr. repurchase agreement) overnight da 100 a 150 miliardi di dollari per garantire un'ampia offerta di riserve bancarie. Sotto la lente, la riunione della BCE di giovedì prossimo. Dopo la mossa a sorpresa della Fed, che lo scorso 3 marzo ha tagliato i tassi di interesse di mezzo punto percentuale, per quanto riguarda la BCE, come emerge da un report di MPS Capital Services “al momento gli operatori non si attendono complessivamente un taglio dei tassi d'interesse, anche se sta crescendo il numero di quelli che si aspettano un taglio di 10pb sul tasso di deposito”. Secondo Diodovich, la Lagarde ha poco spazio per le misure, che “potrebbero non essere sufficienti a tranquillizzare i mercati” visto il limitato effetto della politica monetaria di fronte a uno shock dal lato dell'offerta, come quello che si sta verificando. Quello che può fare la BCE, a detta di Diodovich, è “evitare il crollo del mercato del credito attraverso nuove aste Tltro (ndr. finanziamenti agevolati al settore bancario  mirati alla concessione di prestiti da parte delle banche a famiglie e imprese) vincolando le banche a concedere prestiti alle PMI in difficoltà per il Coronavirus”.

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