L’autorità di vigilanza cinese ha convocato 34 società tech, a seguito della multa di Alibaba e della notizia che Ant Group diventerà una holding controllata da Pechino
Baidu, JD.com e Bytedance e altre nove hanno ufficializzato il loro impegno a evitare comportamenti anti-concorrenziali. Se tra un mese le altre società convocate non avranno regolarizzato la loro posizione saranno multate
Non solo Alibaba: oltre al gigante dell’e-commerce – a cui è stata appena comminata una multa da 2,7 miliardi di dollari – sono molte le società nel mirino del governo. In particolare quelle a trazione tech. La China State Administration for Market Regulation ha infatti rilasciato un nuovo quadro normativo in tema di concorrenza sleale a cui le imprese tecnologiche del paese sono tenute ad adeguarsi: pena multe salate.
Secondo una dichiarazione rilasciata il 14 aprile dall’Amministrazione statale per la regolamentazione del mercato, una dozzina di piattaforme internet cinesi si sono impegnate a evitare comportamenti anticoncorrenziali come costringere i fornitori a utilizzare esclusivamente la loro piattaforma. Tra le prime ad alzare bandiera bianca ci sono nomi importanti quali Baidu, JD.com e Bytedance (proprietaria di Tik Tok). Questo è infatti il primo lotto delle 34 società – tra cui compare anche il gigante Tencent (celebre per la sua app di messaggistica WeChat) – che sono state convocate martedì e a cui è stato ordinato dal regolatore del mercato cinese di cessare le condotte monopolistiche, promettendo “severe punizioni” a chiunque violi ancora le regole. Tempo: un mese. Per chi non si autoregolarizzerà le multe andranno da un minimo di 77 mila dollari a un massimo del 10% delle vendite dell’operatore l’anno precedente. L’obiettivo delle autorità è quello di eliminare i comportamenti anti-concorrenziali quali manipolazioni dei dati, utilizzo di algoritmi, discriminazione dei prezzi, abuso di posizione dominante di mercato e abuso del potere amministrativo per escludere o restringere la competizione.
Le autorità di regolamentazione finanziaria cinesi guardano positivamente alla “economia delle piattaforme”, precisano in una nota, ma mettono in guardia i gruppi del tech contro “la caotica espansione del capitale” per garantire la sicurezza economica e sociale, contrastare le pratiche di concorrenza sleale. Insomma prima l’interesse pubblico, poi quello privato. Una posizione che, almeno formalmente, è stata rilanciata dalla stessa Alibaba: “Non ci sfugge che la società odierna ha nuove aspettative per le società di piattaforme: dobbiamo assumerci maggiori responsabilità come parte dello sviluppo economico e sociale della nazione”, ha scritto Alibaba in una lettera pubblica sabato a clienti, commercianti e investitori in seguito alla multa da 2,78 miliardi di dollari.
La notizia della convocazione delle 34 società tech, segue a stretto giro quelle della multa di Alibaba, già finita nel mirino delle autorità cinesi a ottobre, quando la quotazione di Ant Group, annunciata come la più grande della storia, era stata sospesa. Poche settimane più tardi Jack Ma criticò apertamente la decisione, accusando il regime di soffocare l’innovazione finanziaria. Ma come ha alzato la testa, Jack Ma, sparito dai radar per diversi mesi, è stato costretto a riabbassarla. Sabato Alibaba è stata multata per la cifra record di 2,78 miliardi di dollari e la sua controllata Ant Group pochi giorni dopo ha annunciato che farà domanda per diventare una holding finanziaria controllata dalla banca centrale cinese. Il titolo di Alibaba, contro intuvamente, è balzato in borsa, dopo aver perso il 30% negli ultimi mesi, nella speranza che il braccio di ferro tra governo e Jack Ma abbia avuto il suo epilogo. Nella sua dichiarazione di martedì, il regolatore statale cinese ha invitato esplicitamente le società tecnologiche del paese a imparare dall’esempio di Alibaba.
L’autorità di vigilanza cinese ha convocato 34 società tech, a seguito della multa di Alibaba e della notizia che Ant Group diventerà una holding controllata da PechinoBaidu, JD.com e Bytedance e altre nove hanno ufficializzato il loro impegno a evitare comportamenti anti-concorrenziali. Se tra un m…