Nel secondo trimestre del 2021 è stata già registrata una ripresa dei consumi del 14,2% rispetto allo stesso periodo del 2020 (33 miliardi di euro in più)
Il 64% degli italiani rivela una nostalgia degli acquisti nei negozi fisici, nei centri commerciali e nelle piazze dello shopping. Specie le donne e i benestanti
Resca: “Bisogna rassicurarli con politiche di welfare e incentivi volti a proteggere e promuovere il loro benessere economico e sociale”
“È un’Italia che ce la fa quella che il Censis fotografa dopo i 19 mesi di pandemia che hanno messo a dura prova la tenuta del retail”, osserva Mario Resca, presidente di Confimprese. “La stabilità del governo Draghi, la ripresa dell’economia italiana, che è tra quelle europee a più alta crescita, la voglia di normalità unita ai risparmi degli italiani sono il vero vaccino dell’Italia post-covid”, spiega, ricordando però come oggi “qualche incognita potrebbe provocare temporanee frenate, come la scarsità di materie prime su scala globale, la mancanza di manodopera specializzata e l’inflazione”.
Stando ai ricercatori, infatti, la propensione al risparmio degli italiani nell’anno della crisi è balzata dall’8,1% al 15,8% e il cash nei portafogli finanziari ha sfiorato i 1.500 miliardi di euro. Ma vi è il rischio che nel medio-lungo periodo la cautela torni a fare capolino. Quello di cui c’è bisogno, osservano, è una psicologia positiva ed emancipata dalle paure che possa contribuire al rilancio tricolore. Di conseguenza, conclude Resca, bisogna “rassicurare gli italiani con politiche di welfare e incentivi volti a proteggere e promuovere il loro benessere economico e sociale”.
Senza dimenticarsi dei giovani. I protagonisti dei consumi, oggi, sono infatti i 14 milioni di longevi che vantano patrimoni familiari netti pari a 230mila euro (2,5 volte superiori a quelli di una famiglia millennial). Il 70,5% è pronto a farsi un lungo viaggio, il 60,9% almeno un viaggio breve, il 76,4% intende puntare su convivialità e shopping. I giovani, invece, fanno leva su minori risorse economiche ma una maggiore digitalizzazione e una maggiore propensione allo sharing. Il 20,4% fa uso abitualmente di servizi e prodotti basati sulla condivisione, il 10,8% nell’ultimo periodo ha scambiato vestiti e oggetti (tra gli over 65 si parla del 5,7%) e il 6% ha utilizzato bici e scooter in sharing (contro il 2,7%).