Dai viaggiatori di fascia alta la richiesta principale è di flessibilità e safety&security. L’insicurezza è legata alla variabilità delle regole sugli spostamenti nonostante l’impegno dei player del settore viaggi
Nel 2020 i viaggi di affari in Italia hanno subito un tracollo di oltre il 60%: da 20 mld a 7,6 mld (fonte Osservatori.net)
L’indagine globale sui viaggi d’affari di GBTA
E un segnale di ottimismo arriva da Global Business Travel Association (GBTA), la più grande associazione di viaggi d’affari del mondo, e in particolare dai risultati del suo ultimo sondaggio di maggio sull’impatto della pandemia COVID-19 e su come i membri della GBTA buyer e procurement stanno affrontando il ritorno ai viaggi. In breve: slancio crescente per il ritorno ai viaggi d’affari e un aumento delle prenotazioni – in gran parte dovuto agli andamenti delle campagne vaccinali e all’introduzione dei passaporti vaccinali.
Più in dettaglio tre su quattro (74%) degli intervistati GBTA, buyer e procurement, ritengono che i loro dipendenti siano “disposti” o “molto disposti” a viaggiare per lavoro nel contesto attuale. I restanti buyer e/o procurement intervistati ritengono che i loro dipendenti siano “non disposti” (10%) o “neutrali” (11%) in termini di disponibilità a viaggiare per lavoro. Inoltre, uno su dieci (6%) è “insicuro”.
“È rassicurante vedere così tanto slancio per un ritorno ai viaggi d’affari, con più ottimismo, volontà di viaggiare e un aumento delle prenotazioni. Le politiche governative rimangono il più grande ostacolo all’apertura dei viaggi, in particolare nel Regno Unito, in Europa e in Canada. I nostri team di advocacy continuano a fare pressione per conto dei membri, a Londra, Bruxelles, Ottawa, Washington e in tutto il mondo per una riapertura reattiva e sicura dei viaggi internazionali”, ha detto Suzanne Neufang, CEO di GBTA.
Quando è stato chiesto di descrivere il più grande ostacolo ai viaggi d’affari nel contesto attuale, oltre la metà dei partecipanti al sondaggio GBTA (55%) cita le politiche governative che limitano i viaggi (ad esempio, restrizioni all’ingresso o quarantene obbligatorie), seguite dalle politiche aziendali che limitano i viaggi dei dipendenti (23%) e dal blocco del budget di viaggio/risparmio dei costi (11%). Pochi citano la riluttanza dei dipendenti a viaggiare (7%), altre ragioni (4%) o non sono sicuri (1%). Più in generale gli intervistati basati in UK (80%), Europa (70%) e Canada (77%) sono molto più propensi a citare le politiche governative come barriera chiave alla ripresa dei viaggi d’affari rispetto a quelli basati negli Stati Uniti (44%).
I viaggi di affari in Italia
We Wealth ha chiesto un commento sulla situazione generale del mercato italiano del business travel a Giorgio Garcea, Chief Commercial & Operations Officer di Cisalpina Tours, Travel Management Company italiana attiva nei viaggi d’affari da più di 50 anni, partecipata al 100% dal gruppo internazionale MSC shipping company.
“Stiamo assistendo ad una timida ripresa dei viaggi prevalentemente in treno e su base domestica con trasferte di pochi giorni: in questo momento la tendenza che riscontriamo, in una situazione ancora di pandemia, è quella di stare in viaggio il minimo indispensabile. La ripartenza” afferma Garcea, “è legata ai settori nei quali operano le aziende: la cantieristica e l’impiantistica, ad esempio, non si sono mai fermati e oggi stanno ulteriormente incrementando i volumi a differenza di altri comparti che stanno ancora aspettando la piena ripresa. Questo per noi è dovuto al fatto che attualmente siamo ancora in una situazione fluida dove i viaggi sono penalizzati dalle regole e dalla confusione generata dal repentino cambiamento delle stesse, siano esse riferite a Paesi, vettori e/o aeroporti. Per questo il sentiment e il percepito dei passeggeri non è ancora quello della totale sicurezza nonostante tutte le misure introdotte dai player della filiera del travel”.
E a proposito delle variabili più rilevanti per le scelte di viaggio, in particolare, della fascia alta di clientela per Garcea: “Possiamo partire affermando che quanto esposto precedentemente vale anche per la fascia alta e clienti VIP: vista questa situazione la prima azione che abbiamo fatto è stata quella di generare confidence nei viaggiatori aumentando la compliance con una maggiore comunicazione per il viaggiatore prima, durante e dopo la trasferta con i nostri servizi di Safety&Security e assistenza H24. Ovviamente la richiesta di alberghi con requisiti di sanificazione e sicurezza è diventata imprescindibile ma, più in generale, la tendenza è quella di evitare file ed evitare di maneggiare contanti quindi si prediligono transazioni elettroniche con check-in/out a distanza. Basti pensare che stiamo ricevendo richieste da parte delle aziende di prepagare anche la tassa di soggiorno per evitare fila alla reception in modo tale da minimizzare ogni possibilità di rischio”.
Bleisure e Workation, tendenze nuove ma non rilevanti
Le nuove tendenze dei viaggi legati al business “Bleisure” (originale crasi dei termini business e leisure, svago) o alle “Workcations” (altra originale crasi tra work e vacation per indicare il lavoro da remoto in un luogo di villeggiatura) nonostante un crescente spazio su stampa e blog non sembrano essere ancora una priorità.
Infatti, tornando alle evidenze del sondaggio GBTA, solo un membro su cinque (19%) e gli stakeholder intervistati sono “molto più propensi” o “più propensi” a combinare i viaggi di piacere con quelli di lavoro; allo stesso modo, circa uno su sei (17%) afferma di essere “meno propenso” o “molto meno propenso” a farlo. Quasi tre su cinque (56%), però, dicono che la pandemia non ha cambiato i loro piani di estendere i viaggi di lavoro per incorporare del tempo libero.