Bce: tassi non aumentano, come previsto

24.1.2019
Tempo di lettura: 3'
Draghi non ritiene probabile una recessione nell'Eurozona, pur sottolineando la debolezza delle economie europee e il peso del protezionismo. Per questo motivo, la Bce non aumenta i tassi. Ecco i commenti di alcuni importanti asset manager
Mario Draghi potrebbe passare alla storia come il governatore di una banca centrale che non ha mai aumentato i tassi
Per i mercati, la Bce resta espansiva attraverso le proprie politiche di reinvestimento e le nuove gare a lungo termine, nonostante la fine degli acquisti netti (Qe)
I gestori concordano generalmente con la non mossa odierna di Mario Draghi e nell'attendere marzo, quando saranno pubblicate le nuove stime di crescita
La prima delle ultime sette riunioni
La Bce non ha alzato i tassi, come ampiamente previsto. Quella di oggi è stata la prima delle ultime sette riunioni che il presidente uscente della Bce Mario Draghi terrà di qui a fine ottobre, quando lascerà la carica. Il governatore italiano passerà alla storia come colui che non ha mai alzato i tassi di riferimento. Il motivo è che l'economia è ritenuta ancora troppo debole per poterne sostenere un aumento. "I rischi per le prospettive" economiche si sono mossi verso il basso". "La minaccia del protezionismo sta pesando sulla fiducia economica". E poi "E' ancora necessario un significativo stimolo monetario per sostenere l'inflazione" nell'Eurozona. Il 2019 non sarà però l'anno della recessione nell'Eurozona.
I commenti dei gestori sui tassi Bce
Intesa Sanpaolo
La Bce "si è avvicinata alla posizione attendista della Fed". Sono le parole di Anna Maria Grimaldi, senior economist Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. "I maggiori rischi derivano da un quadro globale più incerto, dal prolungarsi dei negoziati su Brexit e da fattori specifici paese quali il calo (da ritenersi temporaneo) della produzione di auto in Germania".
Tuttavia il Consiglio è "egualmente concorde nel valutare assai bassi i rischi di recessione dal momento che le condizioni finanziarie restano ampiamente accomodanti, il mercato del lavoro continua a migliorare con riflessi sul costo del lavoro e, si spera, nel medio periodo sulla dinamica dei prezzi interni".
La Grimaldi aggiunge poi che la revisione dei rischi è un passaggio propedeutico nella prassi dell'Eurotower per eventuali aggiustamenti all'orientamento delle politiche monetarie. Però Draghi ha spiegato con chiarezza che il Consiglio non ha discusso le implicazioni per le mosse future di politica monetaria alla riunione odierna. Si riserva di farlo a
marzo, con le previsioni di crescita aggiornate.
DWS
"Nel complesso, la riunione della Bce ci ha un po' sorpreso. Considerando le aspettative degli operatori di mercato, tuttavia, la passività della Bce conteneva già un messaggio: la Bce non si sente obbligata a cambiare rotta.
La Bce concorda con la nostra view secondo la quale ci sono maggiori rischi di un peggioramento dello sviluppo economico, mentre non prevediamo una recessione nell'area dell'euro, dal momento che la domanda interna è ancora favorevole. Nonostante la propria denuncia con un grado insolitamente elevato di incertezza, la Bce non va contro il consenso del mercato". Come per tutti gli investitori, anche per Draghi pesano fattori come le tensioni commerciali, la Brexit e il percorso di crescita della Cina. La chiarezza sulla Brexit e le tensioni commerciali dovrebbero però migliorare in tempo utile per la prossima riunione della Bce a marzo, in cui saranno pubblicate anche le nuove proiezioni al 2021.
Intermonte Sim
Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte Sim, dice che "La Bce prende tempo per verificare quanto persistente sia il rallentamento in atto, che fino ad ora è stato comunque maggiore di quanto la Bce stessa si aspettasse" e che "la revisione al ribasso dei rischi sulla crescita annunciata oggi e l'enfatizzazione del fatto che se i rischi persisteranno, il rallentamento potrebbe essere più marcato e duraturo, ma la Bce ha ancora un arsenale di munizioni disponibile per far fronte a tale evenienza".
Merian Global Investors
Nick Wall, gestore del fondo Merian strategic absolute return bond, Merian Global Investors, concorda con la non azione di Draghi. "Il punto fondamentale è che Draghi ha fatto bene a non essere reattivo oggi, perché l'Eurozona è un ‘passeggero' all'interno di un rallentamento globale influenzato dagli Stati Uniti e dalla Cina".
Lombard Odier
Charles St Arnaud, senior investment strategist di Lombard Odier Im, ritiene che "la probabilità che la Bce incrementi i tassi quest'anno sia molto bassa. Al contrario, reputiamo che la Bce abbia maggiori probabilità di fornire sostegno all'economia attraverso l'emissione di una terza ondata di Tltro (targeted longer-term refinancing operation), ovvero un'altra operazione di rifinanziamento più a lungo termine. Tali operazioni sono state menzionate nel corso della riunione, ma la Bce non ha ancora preso una decisione, probabilmente in attesa della prossima tornata di previsioni nella riunione di marzo".