La crescita nelle economie avanzate dovrebbe scivolare dal 5% nel 2021 al 3,8% nel 2022 e al 2,3% nel 2023. Nelle economie emergenti e in via di sviluppo si parla di un calo dal 6,3% nel 2021 al 4,6% nel 2022 e al 4,4% nel 2023
David Malpass, presidente della Banca Mondiale: “Posizionare più paesi su un percorso di crescita favorevole richiede un’azione internazionale organizzata e una serie completa di risposte politiche nazionali”
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Guardando ai dati, la crescita nelle economie avanzate dovrebbe scivolare dal 5% nel 2021 al 3,8% nel 2022 e al 2,3% nel 2023. Nelle economie emergenti e in via di sviluppo si parla di un calo dal 6,3% nel 2021 al 4,6% nel 2022 e al 4,4% nel 2023. E, per loro, la produzione resterà del 4% al di sotto dei livelli pre-covid entro la fine del prossimo anno. Una ripresa a due velocità, insomma. L’analisi regionale, in particolare, vede l’Asia orientale e il Pacifico decelerare al 5,1% nel 2022 per poi aumentare leggermente al 5,2% nel 2023; l’Europa e l’Asia centrale al 3% nel 2022 e al 2,9% nel 2023; l’America latina e i Caraibi al 2,6% nel 2022 e al 2,7% nel 2023; il Medio Oriente e il Nord Africa al 4,4% nel 2022 e al 3,4% nel 2023; l’Asia Meridionale al 7,6% nel 2022 e al 6% nel 2023; e infine l’Africa subsahariana al 3,6% nel 2022 e al 3,8% nel 2023.
“L’economia globale sta affrontando contemporaneamente il covid-19, l’inflazione e l’incertezza politica, con la spesa pubblica e le politiche monetarie che continuano ad attraversare un territorio inesplorato”, osserva David Malpass, presidente della Banca Mondiale dal 2019. “Le crescenti diseguaglianze e le sfide alle sicurezza sono particolarmente dannose per i paesi in via di sviluppo”, avverte, sottolineando come posizionare più paesi su un percorso di crescita favorevole richieda “un’azione internazionale organizzata e una serie completa di risposte politiche nazionali”.
Senza dimenticare infine il nodo inflazione, che a livello globale e nelle economie avanzate sta scontando i tassi più elevati dal 2008 e nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo i tassi più elevati dal 2011. Parallelamente, non fanno che crescere le diseguaglianze, non solo nella disponibilità dei vaccini e nella crescita economica, ma anche nell’accesso all’istruzione e all’assistenza sanitaria, e nel lavoro (con le donne e i lavoratori meno qualificati che ne hanno subito il peso peggiore). Una tendenza che, conclude la Banca Mondiale, ha il potenziale di lasciare cicatrici durevoli che si estenderanno per generazioni.