Per la prima volta dal 2018, lo short selling – l’attività di vendere azioni scommettendo sul loro ribasso – è stata una strategia piuttosto redditizia. Stando a S3 Partners, i venditori allo scoperto di azioni statunitensi hanno guadagnato complessivamente 300 miliardi nel 2022, con una performance del +30,38%. Avranno vita facile anche nel 2023?
2022, l’anno dell’Orso
Tra tutte le società prese di mira dai venditori allo scoperto lo scorso anno, i titoli tecnologici e growth sono quelli che hanno subito il calo maggiore. Difatti Tesla, Amazon e Meta sono in cima alla lista delle società che hanno fatto fare (molti) soldi ai ribassisti. I venditori allo scoperto hanno rastrellato il maggior numero di soldi con Tesla, la casa automobilistica elettrica di Elon Musk, guadagnando 15,85 miliardi di dollari, ma è stato il rivenditore di auto online, Carvana, a offrire il maggior guadagno per i venditori allo scoperto su base percentuale. Gli short su Carvana hanno registrato un guadagno del 377,85%, per un valore di 4,33 miliardi di dollari, il quinto più redditizio su base assoluta. Per contro, gli short su Tesla sono saliti dell’83,84%. I venditori allo scoperto di Amazon sono arrivati secondi a Tesla in termini di dollari totali guadagnati, con 6,37 miliardi di dollari, pari a un guadagno del 63,43%. Gli short di Meta hanno guadagnato 4,43 miliardi di dollari, pari a un guadagno del 104,96%.
Cripto, meme stock e banche
Anche criptovalute e banche hanno fatto felici gli short seller. Coinbase Global ha fatto guadagnare ai venditori allo scoperto 2,23 miliardi di dollari, con un guadagno del 142%. Altri grandi vincitori per i venditori allo scoperto sono i titoli di meme AMC Entertainment, che hanno fruttato ai venditori allo scoperto poco più di 2 miliardi di dollari, con un guadagno del 154,26%. Anche il settore finanziario ha offerto alcune interessanti opportunità di short. Sofi Technologies, che Chamath Palihapitiya ha notoriamente quotato in borsa attraverso una delle sue società di acquisizione, ha fruttato agli short 1,13 miliardi di dollari, con un guadagno del 136,82%. Il gigante del private equity Blackstone è stato un altro popolare short, che ha fruttato ai venditori allo scoperto un guadagno del 57%, pari a 810,75 miliardi di dollari.
Rendimenti che sanno di rivincita
Si tratta di performance veramente importanti, soprattutto considerando che gli ultimi anni erano stati difficili per i ribassisti. I venditori allo scoperto hanno infatti registrato in calo a due cifre in ogni anno dal 2019 al 2021: il 22,12% nel 2019, il 27,13% nel 2020 e il 12,58% nel 2021. La loro media quinquennale è stata una perdita del 4,42%. Al contrario, l’indice S&P 500 ha guadagnato in media il 9,27% nello stesso periodo.
Aspettando il 2023
Su quali settori si concentreranno gli Orsi nel 2023? “Le maggiori pressioni potrebbero essere su quei settori maggiormente esposti all’economia reale, come i beni di consumo durevoli e Real estate, così come per i titoli growth con un alto tasso di cash burn (come le tecnologie dirompenti/non redditizie)” commenta Gabriel Debach, market analyst di eToro. “Tenendo conto delle politiche monetarie delle banche centrali continuiamo a pensare che il settore tecnologico più sensibile ai movimenti del costo del denaro possa essere uno dei comparti che potrebbe continuare a soffrire nella prima parte dell’anno. Nel corso del 2023 le banche centrali allenteranno il posizionamento restrittivo, aiutando la ripresa delle quotazioni dei titoli del settore growth. Per la seconda metà dell’anno i settori peggiori a nostro avviso saranno i comparti finanziari e energetici” commenta invece Filippo Diodovich, senior market strategie di Ig Italia.