2021, odissea nella disuguaglianza: spaccatura senza fine

Teresa Scarale
Teresa Scarale
25.1.2021
Tempo di lettura: 3'
I 10 super ricchi del globo hanno incassato 540 miliardi da inizio covid, cifra che basterebbe a vaccinare tutti gli abitanti del pianeta. L'ultimo rapporto Oxfam segnala che il divario fra ricchi e poveri prosegue il suo allargamento. E la pandemia ha esacerbato le differenze sociali preesistenti

Con il boom dei mercati azionari, il patrimonio dei miliardari ha raggiunto i massimi storici. A fine 2020 la loro ricchezza totale aveva raggiunto gli 11.950 miliardi di dollari. Ovvero, l'equivalente delle risorse stanziate da tutti i paesi del G20 per contrastare gli effetti della crisi pandemica

Le 1.000 persone più ricche del mondo hanno recuperato in soli nove mesi tutte le perdite accumulate per l'emergenza sanitaria

Nel 2021 la disuguaglianza sarà particolarmente grave per le donne. Le lavoratrici sono impiegate nei settori maggiormente colpiti dalla pandemia. Inoltre, la metà rosa del cielo rappresenta il 70% della forza lavoro impiegata in professioni sanitarie o nei lavori sociali e di cura

«Una tassa temporanea sugli extra-profitti maturati da 32 multinazionali durante la pandemia avrebbe generato 104 miliardi di dollari nel 2020». Si tratta di un ammontare di risorse equivalente a quello necessario per garantire indennità di disoccupazione a tutti i lavoratori e supporto finanziario «per bambini e anziani in tutti i paesi a basso e medio reddito»

Ricchi e poveri 2021, mappa della disuguaglianza


Il patrimonio degli Uhnwi (gli ultra high net worth individuals, gli ultraricchi) ha raggiunto i suoi massimi storici proprio mentre gli effetti economici della pandemia raggiungevano l'apice. Lo conferma l'ultimo rapporto (“Il virus della disuguaglianza”) sulla distribuzione globale della ricchezza di Oxfam. Per la prima volta in un secolo si potrebbe registrare un aumento della disuguaglianza economica in quasi tutti i paesi del mondo contemporaneamente.
Le dieci persone più ricche al mondo hanno visto aumentare la loro ricchezza di 540 miliardi di dollari nel 2020. Si prenda «l'esempio del proprietario di Amazon». Tra marzo e dicembre 2020 la ricchezza di Jeff Bezos è aumentata di 78,2 miliardi di dollari. Ed era il periodo in cui «la pandemia innescava la più grave crisi occupazionale degli ultimi 90 anni, lasciando centinaia di milioni di persone disoccupate o sottooccupate». Le cose sono andate bene anche ai ricchi che in prima battuta avevano subito delle perdite. Le 1.000 persone più ricche del mondo hanno infatti recuperato in soli nove mesi tutte le perdite accumulate per l'emergenza sanitaria. I più poveri invece, per riprendersi dalle conseguenze economiche della crisi potrebbero impiegare più di dieci anni.

Boom dei patrimoni miliardari


Come discusso anche nel rapporto sui rischi globali nel 2021 del World Economic Forum, il virus ha acuito le disuguaglianze (di genere, sociali, razziali) già esistenti. Con il boom dei mercati azionari, il patrimonio dei miliardari ha raggiunto i massimi storici. A fine 2020 la loro ricchezza totale aveva raggiunto gli 11.950 miliardi di dollari. Ovvero, l'equivalente delle risorse stanziate da tutti i paesi del G20 per contrastare gli effetti della crisi pandemica. La ripresa per chi già viveva in condizione di disagio sarà «dura e lunga». Senza aiuti adeguati da parte dei governi, la Banca Mondiale prevede inoltre che entro il 2030 oltre mezzo miliardo di persone vivranno in povertà, con un reddito inferiore a 5,50 dollari al giorno.

Peggio di tutti stanno le donne, soprattutto perché sono impiegate nei settori maggiormente colpiti dalla pandemia. L'effetto si nota molto in Medioriente e Africa del nord, dove le donne rappresentano solo un quinto della forza lavoro, ma le perdite di posti dovute al covid incideranno sull'occupazione femminile per il 40%. Non è tutto. La metà rosa del cielo rappresenta il 70% della forza lavoro impiegata in professioni sanitarie o lavori sociali e di cura. In altre parole, le donne sono le più esposte alla malattia.

Nemmeno la morte è uguale per tutti. I più poveri hanno una probabilità maggiore di non guarire dal coronavirus rispetto alle classi sociali più agiate. Il rapporto fa due esempi: i brasiliani di ascendenza africana hanno il 40% di probabilità in più di morire di covid rispetto alla popolazione bianca. Negli Usa, 22.000 cittadini afroamericani e latino-americani sarebbero ancora vivi se il loro tasso di mortalità fosse stato pari a quello dei bianchi. «Potremmo assistere ad un aumento esponenziale delle disuguaglianze, come mai prima d'ora. Una distanza tanto profonda tra ricchi e poveri da rivelarsi più letale del virus stesso», sono le amare parole della direttrice internazionale di Oxfam Gabriela Bucher. Potrebbe però esserci una luce, all'orizzonte. Il fenomeno «non è inevitabile», prosegue Buchner, «ma dipende dalle scelte politiche dei governi».

La necessità di tassare gli extra-profitti


Infine, le proposte concrete della ong. Per esempio, «una tassa temporanea sugli extra-profitti maturati da 32 multinazionali durante la pandemia avrebbe generato 104 miliardi di dollari nel 2020». Si tratta di un ammontare di risorse equivalente a quello necessario per garantire indennità di disoccupazione a tutti i lavoratori e supporto finanziario per bambini e anziani in tutti i paesi a basso e medio reddito».

In questo suo ultimo sondaggio globale, Oxfam ha coinvolto 295 economisti in 79 paesi. E sono stati loro a dar voce all'allarme disuguaglianza 2021: l'87% degli intervistati si aspetta a causa del covid «un aumento» o «un significativo aumento» della disparità di reddito nel proprio paese.
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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