Riforma fisco: approvato il disegno di legge delega. Ecco i punti salienti

Nicola Dimitri
17.3.2023
Tempo di lettura: 3'
La riforma incide, tra le altre cose, su Irpef, Ires, Iva con il più ampio fine di rendere, da un punto di vista economico e imprenditoriale, più competitivo e attrattivo il paese, e dare da un punto di vista sociale supporto alle famiglie

Approvato in Consiglio dei Ministri il disegno di legge di delega al Governo per la riforma fiscale

La delega fiscale approvata dal Consiglio dei Ministri revisiona profondamente l’attuale sistema tributario varato negli anni 70

La riforma fiscale è ora un po' più vicina. È stato, infatti, approvato nel Consiglio dei Ministri n. 25 del 16 marzo 2023, il disegno di legge di delega al Governo recante le misure che nel breve periodo revisioneranno il sistema fiscale italiano, con il più ampio fine di rendere, da un punto di vista economico e imprenditoriale, più competitivo e attrattivo il paese, e dare da un punto di vista sociale supporto alle famiglie. 

Tra i punti cruciali della riforma, infatti, si prevede la riduzione del carico fiscale, un miglior rapporto tra fisco e contribuente a partire dalla riduzione degli obblighi dichiarativi e l’implementazione di strumenti e misure volte a sostenere imprese e individui.

In questi termini, attraverso l’emanazione di una serie di decreti il Governo è ora chiamato, entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, a riformare il sistema fiscale.

Qual è l’intento della riforma?

Come messo in evidenza all’interno di una nota del Mef (Ministero dell’economia e finanza) la delega fiscale approvata dal Consiglio dei Ministri revisiona profondamente l’attuale sistema tributario varato negli anni 70.

Il Governo ha ora il compito, entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge delega, di:

  • semplificare e ridurre la pressione fiscale
  • favorire investimenti e assunzioni
  • instaurare un rapporto tra contribuenti e amministrazione finanziaria nella logica di un dialogo mirato tra le parti secondo le esigenze di cittadini e imprese
  • mettere a sistema e riordinare alcune disposizioni di diritto tributario raggruppandole in Testi unici suddivisi per categoria di imposta e redigere un Codice di diritto tributario.


Irpef: cosa cambia?

Cambia il mondo dell’Irpef. La riforma, come messo in evidenza dal Mef, intende garantire l’equità orizzontale, attraverso la riduzione della pressione fiscale, passando da 4 a 3 aliquote, con il fine ultimo di estendere la flat tax per tutti. 

Sempre sul versante Irpef, verrebbe garantita la razionalizzazione e semplificazione dell’intero sistema: redditi agrari, fabbricati, finanziari, da lavoro dipendente, autonomo, d’impresa e diversi. 

La revisione dell’intero meccanismo di tassazione del reddito delle persone fisiche verrebbe implementata a partire:

  • dall’individuazione di una unica fascia di esenzione fiscale e di un medesimo onere impositivo a prescindere dalle diverse categorie di reddito prodotto, privilegiando l’equiparazione tra i redditi di lavoro dipendente e i redditi di pensione
  • dal riconoscimento della deducibilità, anche in misura forfettizzata, delle spese sostenute per la produzione del reddito di lavoro dipendente e assimilato
  • dalla possibilità per tutti i contribuenti di dedurre i contributi previdenziali obbligatori in sede di determinazione del reddito di categoria e, in caso di incapienza, di dedurre l’eccedenza dal reddito complessivo
  • dall’applicazione, in luogo delle aliquote per scaglioni di reddito, di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e relative addizionali con aliquota agevolata su una base imponibile commisurata all’incremento del reddito del periodo d’imposta rispetto al reddito di periodo più elevato tra quelli relativi ai tre periodi d’imposta precedenti, con possibilità di prevedere limiti al reddito agevolabile e un regime particolare per i redditi di lavoro dipendente che agevoli l’incremento reddituale del periodo d’imposta rispetto a quello del precedente periodo d’imposta
  • dalla conseguente complessiva revisione delle tax expenditures (attualmente 600 voci e 125 miliardi di spesa).

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A cambiare è anche l’Ires

Come si apprende dalle comunicazioni ufficiali, è prevista anche la revisione del sistema di imposizione sui redditi delle società e degli enti.

Questa revisione verrà avviata attraverso la riduzione dell’aliquota Ires qualora vengano rispettate, entro i due periodi d’imposta successivi a quello nel quale è stato prodotto il reddito, entrambe le seguenti condizioni:

  • una somma corrispondente, in tutto o in parte, al detto reddito sia impiegata in investimenti, con particolare riferimento a quelli qualificati, e in nuove assunzioni;
  • gli utili non siano distribuiti o destinati a finalità estranee all’esercizio dell’attività d’impresa.

Per la fruizione degli incentivi fiscali, la riduzione dell’aliquota precede l’effettuazione degli investimenti

Gli investimenti devono essere operati entro i due periodi d’imposta successivi a quello nel quale è stato prodotto il reddito assoggettato a imposizione con l’aliquota ridotta.


Novità per l’Iva

Si prevede anche una revisione dei presupposti dell’imposta sul valore aggiunto, per renderli più affini alla normativa europea (si tratta di un tributo armonizzato). La riforma prevede anche:

  • razionalizzazione del numero e della misura delle aliquote
  • revisione della disciplina della detrazione
  • razionalizzazione della disciplina del gruppo Iva al fine di semplificare le misure previste per l’accesso e l’applicazione dell’istituto.

Redattore e coordinatore dell'area Fiscal & Legal di We Wealth. In precedenza ha lavorato nell'ambito del diritto tributario e della fiscalità internazionale presso primari studi legali

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