Investimenti: così cambieranno le tasse sulle rendite

La distinzione previamente esistente verrebbe sostituita con l’introduzione di un’unica categoria destinata a valere per tutti i proventi da investimento
La delega prevede un’imposta sostitutiva sui redditi di natura finanziaria focalizzata sul risultato realizzato nell’anno solare
Il documento che, in attesa di approvazione, contiene gli elementi principali della prossima riforma fiscale, tra le molteplici novità, reca misure di rilievo anche sul fronte delle rendite finanziarie.
Certamente, non è solo quest’ultimo l’ambito di intervento più importante. A tal riguardo, infatti, basti rapidamente ricordare che la bozza reca modifiche interessanti anche in materia di:
- cedolare secca, il cui regime agevolativo potrebbe essere esteso anche per gli immobili non abitativi, quali ad esempio gli studi professionali
- Ires, con la prospettiva di introdurre a favore delle imprese che investono in ricerca o personale, due aliquote (al 15% e 24%)
- Irpef, con la riduzione da 4 a 3 scaglioni reddituali
- Iva, con la prospettiva, tra le altre cose, di renderla per certi settori pari a zero
- obblighi dichiarativi con la previsione di una graduale riduzione degli adempimenti e maggiore armonizzazione dei termini tributari.
Rendite finanziarie: cosa cambia
La legge delega che reca la riforma fiscale, strutturata in 21 articoli, rinnova molti ambiti su cui da tempo si attendeva un intervento.
Tra i punti particolarmente degni di attenzione si segnala il settore delle rendite finanziarie.
Su questo terreno, stando a quanto emerge dal documento in esame, la proposta è di raggruppare i redditi di capitale e i redditi diversi di natura finanziaria sotto il cappello di un’unica categoria reddituale, il cui meccanismo di tassazione seguirebbe quello del c.d. principio di cassa (superando invece il meccanismo che prescindendo dall’effettivo realizzo prevedeva l’imposizione sul maturato a conclusione dell’anno).
La scelta di orientarsi sulla tassazione per cassa del realizzo, come tra l’altro ha dichiarato il Ministro Leo, trova ragion d’essere in quanto questo meccanismo sarebbe più idoneo a rispettare il principio di capacità contributiva.
Inoltre, prevedere un’imposta sostitutiva sui redditi di natura finanziaria incentrata sul realizzo nell’anno solare, ed eliminare la differenza tra redditi di capitale e diversi di natura finanziaria, permette di ammettere la compensazione tra minusvalenze e plusvalenze, e dunque tra risultati positivi e i valori negativi, i quali potrebbero perciò essere riportati anche negli anni successivi.
In buona sostanza, si prevede l’eliminazione delle distinzioni che intercorrevano tra redditi di capitale e redditi diversi di natura finanziaria, con conseguente equiparazione tra interessi, dividenti e capital gain: la distinzione previamente esistente verrebbe sostituita con l’introduzione di un’unica categoria destinata a valere per tutti i proventi da investimento.
Forme pensionistiche complementari
Quanto finora detto, non è tutto. Si prevede anche un intervento diretto a favorire dal punto di vista fiscale coloro che hanno accesso alle forme pensionistiche complementari.
Più in dettaglio, si vorrebbe introdurre un'aliquota agevolata sui rendimenti di natura finanziaria conseguiti dalle casse di previdenza.