La manovra prevede complessivamente nuove uscite per 79,2 miliardi in tre anni, di cui 28,3 miliardi nel 2021, 30,5 miliardi nel 2022 e 20,3 miliardi nel 2023
Nel dettaglio, 3,8 miliardi sono destinati al supporto delle attività produttive, 1,4 miliardi alle spese sanitarie e 858 milioni al sostegno diretto delle imprese
Contenuti, secondo l’associazione, i fondi per la riforma fiscale: 3,1 miliardi nel 2021, 8 miliardi nel 2022 e 7 miliardi nel 2023
Qual è la cifra secca destinata dal governo alle misure per fronteggiare la crisi pandemica nell’ambito delle nuove spese a carico del bilancio pubblico inserite nella manovra per il 2021? E a quanto ammonta quella destinata alle imprese? Sono alcune delle domande a cui ha fornito risposta l’analisi Operazione fact checking sulla manovra realizzata dal Centro studi di Unimpresa, che ha evidenziato come, sui 79,2 miliardi di euro complessivi previsti in tre anni, meno del 10%, ovvero poco più di sette miliardi, siano riconducibili alle spese per contrastare i danni dell’emergenza epidemiologica, la cui quasi totalità sarà impiegata il prossimo anno (6,8 miliardi).
“I dati dimostrano che il governo guidato da Giuseppe Conte non sia in grado di gestire l’emergenza e che l’anno prossimo andremo incontro a un disastro economico”, ha commentato il presidente dell’associazione, Giovanna Ferrara, secondo il quale “vengono ignorati i problemi emersi clamorosamente nel corso di questi mesi, come le carenze del nostro sistema ospedaliero e i
deficit del trasporto pubblico locale” e, “invece di puntare con convinzione su una vera riforma fiscale necessaria per sostenere la ripresa”, ammonti ad appena tre miliardi la cifra “con la quale l’esecutivo vorrebbe ridurre le tasse a carico dei contribuenti”.
Stando all’analisi, infatti, la manovra prevede complessivamente nuove uscite per 79,2 miliardi in tre anni, di cui 28,3 miliardi nel 2021, 30,5 miliardi nel 2022 e 20,3 miliardi nel 2023. Di questi, precisa l’associazione, meno del 10% sono destinati a fronteggiare i danni causati dallo shock pandemico, la cui quasi totalità sarà impiegata il prossimo anno (6,8 miliardi) mentre per il biennio 2022-2023 si parla di 210 milioni complessivi. Nel dettaglio, 3,8 miliardi sono destinati al supporto delle attività produttive, 1,4 miliardi alle spese sanitarie, 858 milioni al sostegno diretto delle imprese, 532 milioni in termini di integrazione salariale e 350 milioni a favore del trasporto pubblico locale. Per quanto riguarda, invece, la riforma tributaria si parla di una spesa complessiva per 18,1 miliardi (3,1 miliardi nel 2021, 8 miliardi nel 2022 e 7 miliardi nel 2023).
Il budget di spesa per le pensioni, poi, è di 2,1 miliardi suddivisi nei tre anni in 350, 767 e 967 milioni. Al fondo politiche attive e al lavoro sono stati destinati 977 milioni nel 2021, 222 milioni nel 2022 e 13 milioni nel 2023, per una cifra complessiva pari a 1,2 miliardi. Per gli enti locali, invece, si parla di 1,9 miliardi, mentre per la scuola e le università di 764 milioni. Nel complesso,
valgono 47,4 miliardi le spese in conto corrente e 31,8 miliardi quelle in conto capitale (ovvero quelle per gli investimenti). Nel dettaglio, gli incentivi per gli investimenti delle imprese ammontano a 8,3 miliardi nel 2021, 10,7 miliardi nel 2022 e 7,6 miliardi nel 2023, per un totale di 26,6 miliardi. Infine, alla voce “investimenti”, precisa il Centro studi, “figurano gli 1,8 miliardi destinati a incrementare il
fondo di garanzia per le pmi e a prorogare la moratoria sui prestiti delle aziende”: si tratta di 300 milioni nel 2021, 500 milioni nel 2022 e 1 miliardo nel 2023.
La manovra prevede complessivamente nuove uscite per 79,2 miliardi in tre anni, di cui 28,3 miliardi nel 2021, 30,5 miliardi nel 2022 e 20,3 miliardi nel 2023Nel dettaglio, 3,8 miliardi sono destinati al supporto delle attività produttive, 1,4 miliardi alle spese sanitarie e 858 milioni al sostegno …