L’Agenzia delle entrate ha fornito chiarimenti in relazione all’istituto dell’interpello sui nuovi investimenti
L’investimento deve presentare un vincolo con il territorio dello Stato, non solo in termini di ricadute occupazionali ma anche in termini di gettito
Con la recente Circolare n. 7/E l’Agenzia delle entrate rende chiarimenti in materia di interpello sui nuovi investimenti.
Si tratta di un’istanza che può essere rivolta all’Agenzia delle Entrate da parte degli investitori, italiani o stranieri, che intendono effettuare nel territorio dello Stato importanti investimenti, aventi un valore non inferiore a 15 milioni di euro, con rilevanti e durature ricadute occupazionali.
L’interpello sui nuovi investimenti è uno strumento pensato per il contribuente al fine di offrire nuove modalità di interlocuzione con l’amministrazione fiscale.
Ricorrendo a detto interpello il contribuente investitore si assicura una sorta di certezza preventiva su alcuni temi, quali:
- gestione delle criticità di ordine fiscale derivanti dallo sviluppo del business plan d’azienda, anche, eventualmente, nelle fasi successive a quella di prima implementazione dello stesso
- potere di rettifica da parte dell’Agenzia delle entrate; attraverso detto interpello, e l’accordo che ne deriva con l’Agenzia, questa potrà revisionare le eventuali risposte rese solo nell’ipotesi di mutamento delle questioni di fatto e di diritto.
Cenni essenziali all’istituto
L’ambito applicativo dell’interpello sui nuovi investimenti è molto ampio e ricomprende qualsiasi progetto di realizzazione di un’iniziativa economica avente carattere duraturo, ivi incluse le attività volte alla ristrutturazione di un’impresa in crisi, all’ottimizzazione o efficentamento di un complesso aziendale già esistente, nonché alla partecipazione al patrimonio di un’impresa.
Il “nuovo investimento”, a partire dal quale potrebbe essere sottoscritto un accordo vantaggioso con l’Agenzia delle entrate in ambito fiscale, si configura laddove siano rinvenibili positivi effetti economici e sul gettito nel territorio dello Stato. L’Agenzia sul punto chiarisce che l’investimento deve:
- essere di ammontare complessivo non inferiore a quindici milioni di euro
- realizzarsi nel territorio dello Stato
- essere corredato da business plan contenente la descrizione degli effetti positivi in termini di gettito incidenti sul sistema fiscale italiano (dal business plan devono, inoltre, essere messe in evidenza le ricadute occupazionali attese, durature e significative).
Inoltre, ai fini della ammissibilità dell’istanza di interpello, è necessario che la realizzazione di una iniziativa in Italia possieda tutti i requisiti richiesti dalla disciplina dell’istituto, la cui sussistenza deve essere illustrata in modo dettagliato e documentata a livello contabile e contrattuale dall’investitore. In particolare, l’iniziativa economica deve:
- avere carattere duraturo
- essere di entità non inferiore alla soglia di legge
- produrre ricadute occupazionali significative e durature
- determinare effetti positivi sotto il profilo del gettito erariale.
Quali sono gli investimenti rilevanti?
Tra gli altri, sono incluse fra le tipologie di investimenti rilevanti:
- le operazioni di share deal effettuate mediante la conversione dei crediti in partecipazioni della società target
- l’acquisizione, da parte di un investitore residente, di una entità estera, stante il fatto che il vincolo con il territorio è garantito dalla localizzazione in Italia dell’investitore
- le operazioni di “rimpatrio” di attività da parte di soggetti che le abbiano precedentemente delocalizzate all’estero
- le operazioni di rientro dei soggetti (c.d. in-shoring o reshoring), nonché di trasferimento della residenza fiscale in Italia di soggetti esteri, sempre che detto investimento sia quantificabile in almeno quindici milioni di euro e si producano ricadute occupazionali positive.
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Investitori esteri
Anche gli investitori esteri possono fruire di questa opportunità. A tal proposito, quando l’investimento cross border sia posto in essere da un investitore estero occorre che la parte dell’investimento che trova attuazione nel territorio italiano abbia un valore almeno pari alla soglia minima di legge, a nulla rilevando l’eventualità che la quota parte di investimento realizzata nel territorio italiano non sia prevalente rispetto all’ ammontare complessivo del business plan e, quindi, rispetto alla quota parte di investimento destinata a realizzarsi all’estero.
Quali effetti produce l’interpello?
L’Agenzia entro 120 giorni potrà rispondere all’istanza dell’investitore e la risposta resa vincolerà l’Agenzia stessa in relazione al piano di investimento descritto nell’istanza.
In questo senso, qualsiasi organo chiamato a esercitare attività di accertamento sugli investitori coinvolti è tenuto, prima di redigere atti di contestazione o altri atti a contenuto impositivo o sanzionatorio, a interpellare l’Ufficio che ha redatto la risposta, per verificare se l’accertamento in corso riguardi la stessa fattispecie già risolta in sede di interpello sui nuovi investimenti.