Il fisco del futuro: gli obiettivi del governo fino al 2025

Per favorire gli investimenti si prevede la revisione della tassazione dei redditi da capitale e la riduzione dell'aliquota Ires sugli utili non distribuiti impiegati in investimenti qualificati in beni strumentali e nuove assunzioni
Per ridurre tempi e costi e favorire la compliance, il governo intende investire sul rapporto fisco-contribuente e velocizzare anche i tempi per i rimborsi fiscali
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato un documento volto a mettere in evidenza quali saranno gli obiettivi prossimi futuri per la politica fiscale del paese. Si tratta, più in particolare, dell’Atto di Indirizzo per il conseguimento degli obiettivi di Politica fiscale 2023-2025.
Alcuni dei punti più rilevanti del denso documento sono evidenziati qui di seguito.
Il quadro economico internazionale e domestico e gli obiettivi prioritari
Come si evince dal testo in esame, il più ampio quadro economico internazionale (come sappiamo fortemente condizionato dal conflitto russo-ucraino, dalla crisi energetica, nonché dalle conseguenti pressioni inflazionistiche e dal rallentamento del commercio mondiale) ha influito fortemente sulle previsioni relative al Pil (0,9% per il 2023, rispetto al 3,7% del 2022 e sul tasso di crescita) e sull’individuazione degli obiettivi prioritari che ispirano l'azione del governo.
Sul punto, tra i più importanti obiettivi, il governo si propone di:
- superare alcune misure straordinarie di politica fiscale attuate negli ultimi tre anni, individuando al contempo nuovi interventi sia per il sostegno ai soggetti più vulnerabili sia per il rilancio dell'economia
- migliorare i principali saldi di finanza pubblica (riduzione dei rapporti deficit/PIL e debito/PIL)
- ridurre l'inflazione e il recupero del potere d'acquisto delle retribuzioni.
Il punto sulle retribuzioni e il carico fiscale
Il governo per favorire la ripartenza della crescita e contenere l’inflazione, intende adottare misure fiscali volte a introdurre un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di circa 315 miliardi a valere sul periodo maggio-dicembre di quest'anno e a ridurre la pressione fiscale a partire dal 2024 e, proseguendo, nel biennio 2025-2026.
Tale ultimo intervento, si legge nel documento, sarà possibile in ragione di uno spazio di bilancio - previsto per il 2024 pari a circa 012 punti di PIL - che verrà destinato a un fondo per la riduzione delle imposte dirette, il quale sarà consolidato nel biennio 2025-2026 anche grazie al rafforzamento della revisione della spesa pubblica e ad una maggiore collaborazione tra fisco e contribuente.
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Tax Gap e evasione fiscale
Ad avviso del Mef, si evidenzia una dinamica di netto miglioramento della tax compliance nel biennio con una riduzione dell'evasione tributaria, pari complessivamente a 8,8 miliardi.
Questa riduzione dell'evasione tributaria è dovuta alla riduzione del gap dell'IVA, il quale si è progressivamente ridimensionato, con ciò confermando l'efficacia delle azioni di contrasto all'evasione fiscale adottate negli anni più recenti, soprattutto con riferimento all'introduzione ed estensione del meccanismo di split payment e della fatturazione elettronica obbligatoria.
Per stabilire una stretta connessione tra i risultati derivanti dal miglioramento della tax compliance e la restituzione ai cittadini delle entrate recuperate, il Governo, nell'ambito della legge di bilancio 2023-2025, ha destinato al Fondo per la riduzione della pressione fiscale 1,4 miliardi di maggiori entrate permanenti derivanti dal contrasto all'evasione nel periodo 2018-2019.
Riduzione della pressione fiscale
In attuazione di quanto previsto nella legge di riforma del sistema fiscale, si procederà, tra le altre cose:
- ad una revisione complessiva dell'IRPEF, orientata, da un lato, ad una riduzione del numero delle aliquote (da quattro a tre), così da rispondere al duplice obiettivo di migliorare l'efficienza della struttura del tributo, riducendo gli effetti distorsivi sull'offerta di lavoro associati alla presenza di diverse aliquote, e di semplificare il sistema tributario
- ad una graduale riduzione del carico fiscale, in particolare sui redditi medi, consentendo l'allineamento del cuneo fiscale italiano a quello dei Paesi più avanzati
- al riordino delle tax expenditures, il progressivo superamento dell'IRAP, una riforma dell'IVA, in base a criteri di semplificazione, di riordino della normativa in un Testo Unico e di razionalizzazione del numero e del valore delle aliquote
- alla creazione di un contesto favorevole alla crescita e agli investimenti, tramite la revisione della tassazione dei redditi da capitale e la riduzione dell'aliquota IRES sugli utili non distribuiti impiegati in investimenti qualificati in beni strumentali e nuove assunzioni in attuazione della direttiva sulla global/minimum tax, nonché delle nuove regole condivise a livello internazionale in materia di tassazione dei profitti delle multinazionali e di economia digitale
- alla semplificazione del sistema tributario unitamente al consolidamento della strategia volta a promuovere la compliance volontaria dei contribuenti e al miglioramento dell'efficacia dei controlli.
Il fisco si fa digitale
Connessa alla trasformazione digitale è la capacità da parte dell'Amministrazione finanziaria di utilizzare tecniche all'avanguardia per gestire le informazioni in proprio possesso e facilitarne l'uso per migliorare ulteriormente i servizi ai contribuenti.
A tal riguardo, verranno implementati sistemi volti a sfruttare le opportunità offerte dall'intelligenza artificiale e dall'apprendimento automatico in un'ottica customer oriented.
Il progetto del governo presuppone, tra le altre cose, una piena digitalizzazione dei rapporti con i contribuenti e con gli stakeholder, nell'ottica di facilitare gli adempimenti e minimizzarne i costi, in modo da legare la compliance al semplice verificarsi dei presupposti previsti dalla legge, senza il bisogno di eccessivi oneri e formalità. In altre parole, da questo punto di vista, la sfida principale sarà quella di garantire l'assolvimento degli obblighi fiscali nel normale svolgimento delle attività economiche.
Semplificare il rapporto fisco-contribuente
Per ridurre tempi e costi e favorire la compliance, il governo intende investire sul rapporto fisco-contribuente. Sul punto, e in tale prospettiva, sarà ampliata la gamma dei servizi telematici, promuovendo l'evoluzione del modello di assistenza "a distanza", già sperimentato nel periodo di lockdown, rispetto alla presenza in ufficio, che avverrà sempre più diffusamente "su appuntamento", attraverso il potenziamento dell'offerta di servizi prenotabili.
A tale fine, si privilegeranno gli strumenti telematici che consentono l'attivazione di sportelli virtuali attraverso i quali il contribuente può dialogare con l'amministrazione finanziaria tramite una videochiamata e inviare i documenti necessari avvalendosi di strumenti on line (web, e-mail, PEC), con l'obiettivo di rendere l'utilizzo dei servizi digitali la modalità di interazione standard e prioritaria tra l'Amministrazione finanziaria e l'utenza professionale.
L’approccio di vicinanza al contribuente si declinerà anche:
- nel supportare il tempestivo pagamento dei tributi da parte dei contribuenti, incentivando ulteriormente l'utilizzo di metodi di pagamento elettronico anche al fine di razionalizzare gli adempimenti degli operatori economici
- nel lavorare tempestivamente i rimborsi fiscali spettanti ai contribuenti, accelerando i relativi pagamenti a cittadini e imprese attraverso processi di semplificazione e digitalizzazione, tenuto anche conto della necessità di restituire liquidità al sistema economico
- nel migliorare i tempi di risposta alle segnalazioni provenienti dai contribuenti, dalle associazioni di categoria e ordini professionali.