Balzo in avanti con l’utilizzo del digitale, il 99% degli atti depositati dalle parti processuali, infatti, è avvenuto in modalità telematica
Nel 2021 si sono registrate meno controversie tributarie rispetto all’anno precedente e il valore complessivo delle liti aperte è pari a 16,7 miliardi di euro
È tempo di bilanci per il fisco. È stata, infatti, appena
pubblicata dal Mef la relazione annuale sullo stato del contenzioso tributario e
sull’attività delle commissioni tributarie.
Da un’analisi generale dei flussi registrati nell’anno 2021,
emerge che le controversie pervenute presso le Commissioni tributarie
(provinciali e regionali) sono pari a 120.511, con un calo del 20,4%
rispetto al 2020, mentre le controversie definite sono pari a 193.293, con un
aumento del 36,6% rispetto all’anno precedente. Le controversie pendenti al 31
dicembre del 2021 sono pari a 272.677, con un calo del 21,1% rispetto alla
stessa data del 2020.
Il valore economico delle controversie pervenute nel 2021 è
pari a 16,7 miliardi di euro, con un calo del 2,3% rispetto al 2020. Ben più
alto, invece, il valore economico delle controversie definite, che è pari a
21,2 miliardi di euro, con un aumento del 34,1% rispetto all’anno precedente.
Interessante è la statistica degli esiti. Come messo in evidenza
nel documento in comento pubblicato dal Mef, in Commissione provinciale e in Commissione
regionale, il 50,3% delle liti si conclude con un esito favorevole per il fisco,
con un aumento di 1,4 punti percentuali rispetto al 2020. Gli esiti favorevoli
al contribuente sono, invece, pari al 27,3%, con un calo di 1 punto percentuale
rispetto all’anno precedente.
Inoltre, nel 49% dei casi, a seguito di appello, la
controversia si conclude a favore dell’ufficio. Con un aumento di 0,5 punti
percentuali rispetto al 2020. Più nel dettaglio, le percentuali maggiori di
esito pienamente favorevole all’ufficio sono state registrate nei giudizi
riferiti ai tributi locali (65,2%), al contributo unificato (64,6%), ai tributi
doganali (57,5%), ai tributi sulle proprietà immobiliari (53,7%), ai tributi
smaltimento rifiuti (52,0%) ed alle imposte sulla pubblicità (50,6%).
Le percentuali maggiori di esito pienamente favorevole al
contribuente si attestano nelle controversie relative alle imposte sulla
pubblicità (41,6%), alle imposte di registro (40,7%), alla Cosap/Tosap (35,2%)
ed alle imposte ipotecarie e catastali (32,7%).
Ma non è tutto. Oltre la metà del contenzioso pendente in
primo grado (52,3%) si concentra nel Centro-Sud Italia, in particolare in 7
CTP: Catania (20.365 unità), Roma (15.880 unità), Cosenza (12.310 unità),
Reggio Calabria (8.953 unità), Napoli (7.520 unità), Siracusa (6.915 unità) e
Foggia (5.372 unità). In secondo grado, invece, oltre la metà del contenzioso
pendente (62,9%) si concentra in 4 CTR: Sicilia (35.889 unità), Puglia (18.481
unità), Lazio (15.159 unità) e Campania (8.942 unità).
E invero, se le controversie diminuiscono rispetto al 2020 (sul punto si osserva che il numero complessivo delle controversie tributarie
pendenti, pari a 272.677, è stato minore del 21,1% rispetto al 2020) aumentano, invece, i tempi di definizione. Infatti, nel 2021, la
durata media del procedimento giurisdizionale tributario, nel primo grado di
giudizio, è stata di 1 anno e 9 mesi (652 giorni, 22 in più rispetto al 2020 e
44 in confronto con il 2019). In appello il contenzioso è durato in media 2
anni e 11 mesi (1.080 giorni, 27 in più rispetto al 2020 e 173 al 2019).