Le politiche volte ad aumentare l’efficienza del sistema fiscale possono contribuire a correggere gli squilibri macroeconomici
Nel medio e lungo periodo un sistema fiscale più favorevole alla crescita ed efficiente contribuirebbe a ridurre l’elevato debito pubblico, favorire la crescita della produttività e sostenere la creazione di posti di lavoro, in particolare per le donne
La riforma del catasto in Italia è una
questione delicata, che solleva polemiche e dibattiti politici non solo in
ambito domestico ma, anche, a livello sovranazionale.
Conferma di ciò è il fatto che la
questione che attiene alla riforma del catasto, unitamente alla questione sulla
riduzione del cuneo fiscale e della transizione energetica, è giunta in seno alle Istituzioni europee e, in
particolare, è stata inserita nel Pacchetto di Primavera. Il documento con cui,
paese per paese, il Consiglio rende pubbliche raccomandazioni e orientamenti
volti a facilitare la crescita, gli investimenti e l’occupazione degli Stati
membri.
Ebbene, quanto al nostro paese, all’interno
del documento è evidenziato che oltre alle sfide economiche e sociali
affrontate dal Pnrr, l’Italia si trova di fronte a una serie di ulteriori sfide
connesse al sistema di imposizione fiscale.
In Italia gli oneri fiscali sul lavoro
sono elevati e il profilo delle aliquote d’imposta marginali effettive sul
reddito delle persone fisiche è caratterizzato da forte discontinuità.
Alla fine del 2021, evidenzia l’istituzione
europea, l’Italia ha adottato misure per rispondere a tali sfide, segnatamente
introducendo un assegno universale per i figli a carico e riducendo le imposte
sul reddito delle persone fisiche. Da tali misure ci si attende un moderato aumento
dell’offerta di lavoro, in particolare per quanto riguarda le donne.
Ma il vero problema attiene al cuneo
fiscale. Rispetto ad altri Stati membri dell’Ue, il cuneo fiscale sul lavoro
rimane molto elevato a tutti i livelli di reddito, mentre fonti di gettito di
altra natura, meno dannose per la crescita, sono sottoutilizzate, il che lascia
margini per ulteriori riduzioni degli oneri fiscali sul lavoro senza aggravi di
bilancio.
I valori catastali, che fungono da base
per il calcolo dell’imposta sui beni immobili, sono in gran parte obsoleti. Proprio
per questo, è opportuno avviare una riforma radicale del sistema che permetta,
osserva l’Ue, di aggiornare i valori catastali a quelli di mercato, permettendo
altresì di contrastare fenomeni patologici, relativi a immobili non censiti e
abusivi che, come tali, sfuggono agli occhi del fisco.
Ma non è tutto. L’Europa si esprime anche
sull’energia. Sul punto, come si apprende dal documento, nonostante le imposte
sull’energia generino entrate relativamente elevate in Italia, l’architettura
di tali imposte non è sufficientemente favorevole alla transizione verso
tecnologie più pulite, anche a causa dell’ampio ricorso a sovvenzioni dannose
per l’ambiente.
Per questo motivo, anche per incentivare
la transizione verde, occorre che l’Italia riformi su tanti aspetti il sistema
tributario.
Un sistema di imposizione vetusto è meno incline a favorire
la crescita del Paese. Al contrario, un sistema efficiente, contribuirebbe a
ridurre l’elevato debito pubblico, aiuterebbe la crescita della produttività e
sosterrebbe la creazione di occupazione, in particolare per le donne.