Con il ravvedimento operoso, il contribuente fruisce di una tolleranza di 90 giorni dal termine ordinario del 30 novembre per presentare la dichiarazione
La dichiarazione presentata nei novanta giorni non si considera omessa
Il meccanismo che permette di agevolare il contribuente è quello del ravvedimento operoso. Si tratta di uno strumento, disciplinato ai sensi dell’art. 13 co. 1 lett. c) del DLgs. 472/97, che consente di regolarizzare il caso dell’omessa dichiarazione attraverso il pagamento di una sanzione ridotta ad un decimo del minimo. A patto però che la presentazione della dichiarazione avvenga con un ritardo non superiore a novanta giorni.
In questi termini, entro il 28 febbraio 2022, i soggetti interessati – che per esempio, in quanto all’estero, non hanno potuto presentare per tempo la dichiarazione entro il 30 novembre –, potranno sanare la tardività presentando la dichiarazione omessa e pagando 25 euro per la tardività.
Ma non è tutto. Per regolarizzare la propria posizione sarà necessario pagare le imposte relative al 2020, gli interessi legali e le sanzioni (ridotte per effetto del ravvedimento) del 30% o del 15% da tardivo versamento del saldo e degli acconti del 2021.
Se il contribuente rimane inerte, l’omessa dichiarazione comporterà l’applicazione di una sanzione compresa tra il 120% e il 240% delle imposte dovute, con un minimo di 250 euro.
Se, invece, la dichiarazione omessa è presentata entro il termine di presentazione della dichiarazione del periodo d’imposta successivo, la sanzione si riduce ad importo compreso tra il 60% e il 120% delle imposte dovute.