Debiti tributari e comunione legale dei beni: quali implicazioni?

Il creditore particolare del singolo coniuge può soddisfarsi sull’intero immobile in caso di comunione legale
La casa in comunione in caso di pignoramento potrebbe essere venduta per l'intero
La comunione legale
Quando si parla di comunione legale si fa riferimento al regime patrimoniale della famiglia in forza del quale i beni acquistati nel corso del matrimonio sono comuni a entrambi i coniugi. Ciò anche se per l'acquisto è intervenuto solo uno dei partner.
Specificando che ogni acquisto che ricade in comunione legale richiede il consenso di entrambi i coniugi, si evidenzia che ricadono in comunione:
- gli acquisti compiuti dai coniugi insieme o separatamente durante il matrimonio
- le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio
- gli utili e gli incrementi delle aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite prima del matrimonio.
Pertanto, il regime di comunione legale che interviene tra coniugi è senza quote e riguarda l’intero patrimonio comune. Per tale ragione, ogni partner sarà titolare per l’intero del bene e non limitatamente alla frazione del 50% dello stesso.
In questo senso, come ha messo in evidenza la Corte di Cassazione in una recente pronuncia (ordinanza n. 150 del 2023), ove i coniugi siano in comunione legale dei beni, l’espropriazione derivante da debiti di un singolo coniuge coinvolgerà l’intero bene.
Debiti tributari e comunione legale tra coniugi
Ad avviso della Corte, in presenza del regime di comunione legale, l’eventuale espropriazione che risulta a seguito della procedura di esecuzione immobiliare effettuata per debiti tributari di un solo coniuge, si estende all’intero bene, non potendo il coniuge non debitore chiedere che venga fatto oggetto di espropriazione solo la quota dell’immobile spettante al partner.
In buona sostanza, le vicissitudini negative, anche fiscali, di un solo coniuge, se vi è la comunione legale per l’intero patrimonio, si riversano anche a danno dell’altro coniuge, il quale non potrà chiedere che il procedimento esecutivo venga effettuato solo sulla metà non a lui spettante.
Le conseguenze del debito di uno dei coniugi, perciò, ricadono sull’intero patrimonio, non potendo l’altro coniuge, dichiarano i giudici: ottenere la separazione di parti o quote del bene pignorato o conseguire dalla procedura di esecuzione esiti diversi dalla vendita per l’intero.
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Conclusioni: cosa rimane al coniuge non debitore?
L’intera abitazione in comunione legale è, perciò, pignorabile, anche se il debito è di uno solo dei coniugi.
Nonostante, come detto, al coniuge non debitore non è riconosciuta la possibilità che venga escussa solamente la quota di metà del bene comune, il coniuge che ha subito le conseguenze del debito dell'altro partner, tuttavia, può ottenere il 50% della somma lorda ricavata dalla vendita o del valore del bene.
Invero, quando si tratta di scegliere tra regime di comunione legale o separazione è sempre consigliabile riferirsi ad un consulente di fiducia.