Il governo ha stanziato risorse per 200 milioni di euro per sostenere le imprese che hanno registrato contrazioni economiche a causa del conflitto
Il fondo per le imprese danneggiate dalla crisi ucraina si somma alle altre misure agevolative stanziate dal governo e dall’Europa, come il Pnrr
Il conflitto in Ucraina si protrae e con esso, dal punto di
vista economico, si protraggono le conseguenze negative per quelle imprese italiane
che hanno interessi nei territori ucraini, russi e bielorussi.
E invero, per dare supporto alle attività economiche
direttamente o indirettamente colpite dal conflitto in corso, il governo ha
istituito il Fondo per il sostegno alle imprese danneggiate dalla crisi ucraina.
Si tratta di uno strumento che consentirà alle imprese che
hanno avuto o hanno rapporti commerciali con i territori investiti dalla crisi,
di avere accesso, a certe condizioni, a contributi a fondo perduto fino a 400.000
euro.
Al riguardo, occorrerà dimostrare di aver subito un calo di fatturato
pari ad almeno il 30% a causa dell’interruzione
delle catene del valore, della sospensione dei rapporti commerciali e
contrattuali e della contrazione della domanda.
La dotazione complessiva delle risorse messe a disposizione
delle imprese corrisponde a 200 milioni di euro e, queste ultime, potranno
beneficiare dei contributi a fondo perduto (che integrano le misure a sostegno delle imprese previste nel Pnrr) dimostrando
di aver intrattenuto rapporti commerciali negli ultimi due anni con Ucraina,
Federazione russa e Bielorussia e che queste operazioni di vendita di beni o servizi
corrispondono al 20% del fatturato aziendale totale.
Inoltre, le imprese
dovranno dimostrare che il costo di acquisto delle materie prime e dei
semilavorati impiegati nell’ultimo trimestre è incrementato del 30% rispetto al
2019; o al 2021 per le imprese costitute nel 2020.
Le imprese che dimostreranno di integrare contemporaneamente
questi tre requisiti potranno ricevere le risorse previste dal fondo in oggetto.
Queste verranno ripartite osservando i seguenti criteri di assegnazione: a
ciascuna impresa verrà riconosciuto un determinato importo applicando una
percentuale pari alla differenza tra l’ammontare dei ricavi relativi
all’ultimo trimestre anteriore al decreto e l’ammontare
dei medesimi ricavi riferiti al corrispondente trimestre del 2019.
Più in
particolare, il 60% delle risorse verrà assegnato ai soggetti che hanno dichiarato ricavi relativi al periodo
d’imposta 2019 non superiori a 5 milioni di euro; il 40% per i soggetti con ricavi
relativi al periodo d’imposta 2019 superiori a 5 milioni di euro e fino a 50
milioni di euro. Per le imprese costituite dal primo gennaio 2020 il periodo di
imposta di riferimento è il 2021.
Ma non è tutto. Sul fronte energia il governo ha esteso fino
al terzo trimestre del 2022 il bonus energia
elettrica e gas e ha rafforzato i crediti d’imposta in favore delle attività economiche energivore.
In particolare, passa dal 20 al 35% il bonus rivolto alle imprese per
l’acquisto di gas naturale; passa dal 12 al 15% il credito di imposta
riconosciuto alle imprese dotate di contatori di potenza disponibile pari o
superiore a 16,5 kW, diverse da quelle a forte consumo di energia.