Meno case per investimento e più acquisti di case vacanza

12.11.2020
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Nei primi 9 mesi del 2020, le incertezze legate all'emergenza sanitaria hanno frenato gli acquisti di abitazioni da affittare e gli acquisti di soluzioni da trasformare in B&B e affittacamere. Di contro, è aumentata la percentuale di acquisti di case vacanza
A soffrire è stato soprattutto il mercato delle locazioni, che ha evidenziato un calo della percentuale di contratti stipulati da lavoratori trasfertisti e da studenti universitari
Si è fatta più forte la voglia di acquistare casa, di migliorare quella in cui si vive, i cui limiti e pregi sono emersi in modo dirompente in questi mesi
“Una flessione della percentuale di acquisti di case per investimento, dal 17,5% di un anno fa, al 16,8% attuale; e un incremento della percentuale di acquisti di soluzioni indipendenti e semindipendenti, dal 19,2 al 21,1%, e un aumento della percentuale di acquisti di case vacanza, soprattutto nel periodo post-lockdown”. Questo il bilancio dei nei primi 9 mesi del 2020 del mercato immobiliare italiano.
A illustrarlo è Piero Terranova, analista ufficio studi del gruppo Tecnocasa, che ha spiegato che la ricerca di tipologie immobiliari con quelle caratteristiche ha determinato un maggiore flusso di acquirenti verso l'hinterland e verso le province adiacenti alle grandi città italiane.
A soffrire è stato soprattutto il mercato delle locazioni, che da gennaio a fine settembre di quest'anno ha evidenziato un calo della percentuale di contratti stipulati da lavoratori trasfertisti e da studenti universitari. “I lavoratori fuori sede sono passati dal 25,9% del 2019 all'attuale 23,3%, mentre gli studenti sono scesi dal 6 al 4,4%”, ha quantificato, spiegando che un forte impatto sui numeri è dovuto al periodo di lock-down, allo smart working e alla chiusura degli atenei, fenomeni tutt'ora presenti e in evoluzione. “Queste problematiche hanno impattato anche sulla scelta dei contratti stipulati che, nonostante la diminuzione di lavoratori e studenti, hanno segnalato un aumento delle percentuali di contratti a canone concordato e a carattere transitorio. Molti proprietari, infatti, stanno optando per tipologie contrattuali più flessibili in attesa di capire come evolverà il mercato delle locazioni nei prossimi mesi”, ha aggiunto.
Il covid ha messo a dura prova il mercato immobiliare italiano (e non solo), ma rispetto alle precedenti volte, ora ne sta uscendo fuori reinventandosi e rispondendo, in maniera veloce, ai cambiamenti che lo hanno interessato. “Il dato più evidente è il ridimensionamento dei volumi di compravendita dovuti alla chiusura forzata e, in parte, alla contrazione degli investimenti, soprattutto quelli con finalità turistica, realizzati nelle grandi città”, ha dichiarato Fabiana Megliola, responsabile ufficio studi gruppo Tecnocasa, che però ha poi proseguito dicendo che si è fatta più forte la voglia di acquistare casa, di migliorare quella in cui si vive, i cui limiti e pregi sono emersi in modo dirompente in questi mesi. “Il mercato del credito ha favorito questo passaggio grazie ai bassi tassi di interesse e un maggiore accesso al credito, nonostante una più alta attenzione delle banche alla tenuta occupazionale dei potenziali acquirenti”, ha illustrato.
Il primo effetto dell'emergenza sanitaria si è visto, in prima battuta, sul numero delle compravendite. Nel primo semestre del 2020 le compravendite residenziali in Italia sono state 233.229, in calo del 21,8% rispetto allo stesso periodo del 2019; nello stesso periodo le quotazioni immobiliari nelle grandi città sono diminuite dell'1%, ma si sono accorciati i tempi di vendita, che attualmente si sono portati nelle grandi città a 112 giorni, nei capoluoghi di provincia a 149 gg ed infine a 154 gg nei comuni dell'hinterland delle grandi città.
Quanto alla fine dell'anno, nonostante un mercato che sembra essersi rimesso in moto grazie anche ai mutui convenienti, Megliola si aspetta una contrazione di almeno 100mila compravendite rispetto al 2019 e un ribasso dei valori compreso tra -3% e -1%. “Dopo la fine del lockdown (primaverile, ndr) il mercato si è messo in moto velocemente, più di quanto ci aspettassimo sorprendendo anche gli stessi operatori del settore”, ha illustrato, per poi concludere dicendo: “Il 2021 potrebbe registrare un recupero nella seconda parte dell'anno e chiudere in sostanziale stabilità, con alcune realtà con valori in ripresa. Inoltre, il nuovo trend della domanda che vede una maggiore richiesta di spazi esterni potrebbe determinare un incremento dei valori per gli appartamenti con giardino e terrazzo che, soprattutto nelle grandi città, sono difficili da reperire”.
Il primo effetto dell'emergenza sanitaria si è visto, in prima battuta, sul numero delle compravendite. Nel primo semestre del 2020 le compravendite residenziali in Italia sono state 233.229, in calo del 21,8% rispetto allo stesso periodo del 2019; nello stesso periodo le quotazioni immobiliari nelle grandi città sono diminuite dell'1%, ma si sono accorciati i tempi di vendita, che attualmente si sono portati nelle grandi città a 112 giorni, nei capoluoghi di provincia a 149 gg ed infine a 154 gg nei comuni dell'hinterland delle grandi città.
Quanto alla fine dell'anno, nonostante un mercato che sembra essersi rimesso in moto grazie anche ai mutui convenienti, Megliola si aspetta una contrazione di almeno 100mila compravendite rispetto al 2019 e un ribasso dei valori compreso tra -3% e -1%. “Dopo la fine del lockdown (primaverile, ndr) il mercato si è messo in moto velocemente, più di quanto ci aspettassimo sorprendendo anche gli stessi operatori del settore”, ha illustrato, per poi concludere dicendo: “Il 2021 potrebbe registrare un recupero nella seconda parte dell'anno e chiudere in sostanziale stabilità, con alcune realtà con valori in ripresa. Inoltre, il nuovo trend della domanda che vede una maggiore richiesta di spazi esterni potrebbe determinare un incremento dei valori per gli appartamenti con giardino e terrazzo che, soprattutto nelle grandi città, sono difficili da reperire”.