Le conseguenze dello smart working: i nuovi uffici

31.3.2021
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Il lavoro da remoto, nel 2020, ha impattato pesantemente su ristorazione, trasporti pubblici e imprese di pulizie. Oltre ovviamente che sugli uffici stessi, destinati a cambiare “faccia”. Quali le attese per l'anno in corso?
Il comparto più colpito dalla diffusione massiccia dello smart working è stato sicuramente quello della ristorazione, le cui attività hanno subito complessivamente una perdita di 14,3 miliardi di euro
Per quanto riguarda le imprese di pulizia, il fatturato nel 2019 si era attestato a 1,6 milioni di euro, mentre nel 2020 aveva subito un calo a 1,36 milioni.
Il 2020 è stato l'anno di svolta per lo smart working, con un picco di 7 milioni di lavoratori che operavano da remoto nei mesi del lockdown. Un trend che ha modificato profondamente il mercato immobiliare degli uffici e che è destinato a proseguire anche nel corso del 2021 e dei prossimi anni. Almeno a giudicare dalle indicazioni provenienti dallo Snapshot uffici del secondo semestre 2020, realizzato da World Capital e intitolato “Covid 19: impatti e tendenze future sugli uffici”.
Dal report si apprende che secondo Nomisma, nel 2021, il 16% dei worker italiani svolgerà almeno una giornata di lavoro a settimana da remoto (oltre 3 milioni di occupati). Ciò avrà delle ripercussioni su numerose attività satellite. A farne le spese saranno soprattutto la ristorazione, come bar e ristoranti, ma anche trasporti pubblici e imprese di pulizie. Oltre ovviamente agli uffici, che dovranno cambiare “faccia”.
A questo proposito, il dipartimento ricerca World Capital ha analizzato tre diversi scenari: il primo in cui i 3 milioni di lavoratori opereranno in smart working 5 giorni a settimana, il secondo con il lavoro da remoto attivo per 3 giorni a settimana e il terzo che vede gli smart workers operativi da casa un giorno a settimana.
Il comparto più colpito dalla diffusione massiccia dello smart working è stato sicuramente la ristorazione, le cui attività hanno subito complessivamente una perdita di 14,3 miliardi di euro. Inoltre, dai dati Fipe è emerso che in tutte le regioni italiane il saldo tra imprese iscritte e cessate nel 2020 è stato negativo, con la Lombardia in testa alla classifica con un saldo di -1.977 imprese. Quanto ai prossimi mesi “i mancati incassi saranno certamente più contenuti rispetto a quelli del 2020, ma le cifre restano alte e preoccupanti per tutti e tre gli scenari: 8,5 miliardi di euro di mancati incassi per lo scenario A, 5,1 miliardi per lo scenario B e 1,7 miliardi di euro persi nello scenario C”.
Il comparto più colpito dalla diffusione massiccia dello smart working è stato sicuramente la ristorazione, le cui attività hanno subito complessivamente una perdita di 14,3 miliardi di euro. Inoltre, dai dati Fipe è emerso che in tutte le regioni italiane il saldo tra imprese iscritte e cessate nel 2020 è stato negativo, con la Lombardia in testa alla classifica con un saldo di -1.977 imprese. Quanto ai prossimi mesi “i mancati incassi saranno certamente più contenuti rispetto a quelli del 2020, ma le cifre restano alte e preoccupanti per tutti e tre gli scenari: 8,5 miliardi di euro di mancati incassi per lo scenario A, 5,1 miliardi per lo scenario B e 1,7 miliardi di euro persi nello scenario C”.
La chiusura degli uffici ha portato inevitabilmente anche alla mancanza di necessità di pulizia regolare degli stessi luoghi di lavoro e dei servizi connessi alle imprese (facility management e property management.) Sempre secondo un'elaborazione di World Capital su dati Anip, in questo ambito il mancato incasso da parte delle imprese in termini di fatturato è stato di circa 250 mila euro. Ad arginare il calo del fatturato degli operatori di pulizia degli ambienti di lavoro, che si è attestato comunque sul 17,6%, è stato, in parte, il nuovo servizio che le stesse imprese di pulizia hanno offerto sul mercato: la sanificazione degli ambienti di lavoro. Nel 2019, infatti, il fatturato per il settore delle imprese di pulizia si era attestato a 1,6 milioni di euro, mentre nel 2020 aveva subito un calo a 1,36 milioni.
Ma le sfide non sono ancora finite: gli occhi vanno sugli uffici, destinati a cambiare volto. Si cerca di capire come lo smart working sta rivoluzionando la progettazione degli spazi. Il dipartimento ricerca World Capital ha condotto uno studio intervistando numerosi studi di architettura e costruttori, specializzati nella progettazione e costruzione degli uffici in Italia al fine di mappare quali sono le tendenze in atto e le prospettive di un settore che è destinato a subire grandissime trasformazioni nei prossimi anni. “Il cambiamento architettonico degli spazi ad uso ufficio è spinto dalla necessità di rispettare le norme di distanziamento sociale, sicurezza dei lavoratori ed efficientamento energetico – spiegano gli esperti - Secondo il 71,4% degli intervistati, infatti, il trend degli open space continuerà a essere preponderante, ma sarà implementata la formula ibrida con spazi privati per il personale più a rischio. Nuovi sistemi tecnologici saranno implementati; tecnologia senza tocco per evitare il contagio (83,4%) e stazioni sanificanti (16,6%). La tecnologia IoT porterà a un maggiore decentramento degli spazi dedicati ai server in appositi data ceenter (42,2%)”. Infine si assisterà a una inversione di tendenza anche nelle zone più richieste dai committenti, con un interesse sempre più rivolto verso zone periferiche e semicentrali, comunque ben collegate al centro città con i mezzi pubblici.
Ma le sfide non sono ancora finite: gli occhi vanno sugli uffici, destinati a cambiare volto. Si cerca di capire come lo smart working sta rivoluzionando la progettazione degli spazi. Il dipartimento ricerca World Capital ha condotto uno studio intervistando numerosi studi di architettura e costruttori, specializzati nella progettazione e costruzione degli uffici in Italia al fine di mappare quali sono le tendenze in atto e le prospettive di un settore che è destinato a subire grandissime trasformazioni nei prossimi anni. “Il cambiamento architettonico degli spazi ad uso ufficio è spinto dalla necessità di rispettare le norme di distanziamento sociale, sicurezza dei lavoratori ed efficientamento energetico – spiegano gli esperti - Secondo il 71,4% degli intervistati, infatti, il trend degli open space continuerà a essere preponderante, ma sarà implementata la formula ibrida con spazi privati per il personale più a rischio. Nuovi sistemi tecnologici saranno implementati; tecnologia senza tocco per evitare il contagio (83,4%) e stazioni sanificanti (16,6%). La tecnologia IoT porterà a un maggiore decentramento degli spazi dedicati ai server in appositi data ceenter (42,2%)”. Infine si assisterà a una inversione di tendenza anche nelle zone più richieste dai committenti, con un interesse sempre più rivolto verso zone periferiche e semicentrali, comunque ben collegate al centro città con i mezzi pubblici.