In Inghilterra, oggi l’8% delle transazioni passa attraverso agenzie immobiliari online, mentre in Italia il valore è intorno allo 0,01 – 0,02%
In Uk, il 70% delle compravendite è effettuato da professionisti, un dato opposto rispetto al mercato italiano dove la maggioranza delle compravendite è fatta da privati
Intervista a Lorenzo Fontanelli, ceo e founder di Simplex Domus sulle compravendite completamente online
Tecnologia e digitalizzazione stanno rivoluzionando il mondo immobiliare, anche se l’Italia è ancora molto indietro rispetto agli altri principali paesi internazionali in ottica di transazioni completamente digitali. Lo ha detto a We Wealth Lorenzo Fontanelli, ceo e founder di Simplex Domus, una piattaforma che vuole rivoluzionare il mercato immobiliare tramite una transazione digitale e tecnologica, finalizzata a migliorare i servizi e ad abbassare i costi rispetto alle tradizionali agenzie immobiliari, a beneficio di venditori, acquirenti, locatori e conduttori.
“Per quanto riguarda la possibilità di comprare casa con un solo click, siamo ancora molto lontani da questo traguardo, soprattutto in Italia in cui è indispensabile la figura del notaio, a differenza che all’estero. Inoltre, nel nostro Paese, abbiamo un’eccellente suddivisione del patrimonio immobiliare e la prima casa ha ancora quell’aura sacra e magica che richiede molte attenzioni da parte degli acquirenti”, spiega Fontanelli.
I numeri delle compravendite online
Se si guarda ai numeri, infatti, l’Italia è molto distante da altri paesi, come per esempio il Regno Unito.
“In Inghilterra, oggi l’8% delle transazioni passa attraverso agenzie immobiliari online. In Italia, invece, il numero di persone che comprano casa tramite agenzie immobiliari online e consulenti da remoto è ancora molto basso e si attesta intorno allo 0,01 – 0,02%, contro la quasi totalità del mercato – un numero superiore al 99% – che svolge ricerche online”, illustra il ceo e founder di Simplex Domus, che poi prosegue dicendo: “Per quanto riguarda il mercato libero, nel nostro Paese, al momento, si verifica una vendita ogni 1000 contatti, mentre il numero è indicativamente la metà per quanto riguarda gli affitti, quindi 1 ogni 500 contatti”.
Le aste digitali
Grandi passi avanti si sono fatti però sulle aste digitali: grazie a tecnologia e digitalizzazione, oggi sono, infatti, maggiormente garantite privacy, sicurezza e onestà dell’asta immobiliare. “Qui, la percentuale di partecipazione all’asta interamente online è intorno al 4% per una percentuale di aggiudicazioni dell’1%”, spiega Fontanelli, che ha molta esperienza nel mercato Uk, dove ha lavorato per diversi anni.
Ad oggi è possibile comprare in sicurezza, in modo digitale, tramite le aste immobiliari, ma con delle accortezze. “Tra queste, è importante leggere correttamente le perizie e farsi aiutare da un consulente. In questo modo, con pochi click, ci si può aggiudicare un immobile, anche con importanti sconti, mentre – come detto poco fa – per quanto riguarda l’acquisto digitale di un immobile sul mercato libero, siamo ancora molto lontani”, prosegue il ceo di Simplex Domus.
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Altre differenze tra Inghilterra e Italia
Un’altra importante differenza tra il mercato italiano e quello inglese, che è molto simile a quello americano, è data dal fatto che il portafoglio immobiliare in Italia è ben distribuito e ci sono meno grandi player istituzionali. “Basti pensare che in Inghilterra, negli ultimi 10 anni, il 70% delle compravendite è stato effettuato da professionisti, che è un dato completamente opposto rispetto al mercato italiano dove la maggioranza delle compravendite è fatta da privati – commenta Fontanelli – Un ulteriore aspetto su cui siamo decisamente indietro è, poi, dato dalla lentezza di risposta per le pratiche di mutuo da parte degli istituti di credito. Per esempio, in Inghilterra una pratica non dura mai più di 2 settimane ed è possibile conoscere la propria Crif, che in Inghilterra si chiama credit score, tramite un’apposita app sul proprio cellulare. Oltre alla lentezza di risposta per le conformità urbanistiche e catastali, alle difficoltà si aggiungono anche l’obbligo dell’utilizzo del notaio e il fatto che l’agente immobiliare venga ancora interpretato come mediatore e non come consulente. Per esempio in Inghilterra, per legge, è vietata la doppia commissione per l’agente immobiliare, perché considerata un conflitto di interesse”.
L’evoluzione della figura del consulente immobiliare
Ciò a cui assisteremo in futuro è la trasformazione della figura dell’agente immobiliare in consulente immobiliare. “Noi di Simplex Domus, per esempio, per 1000 euro + Iva mettiamo a disposizione un agente immobiliare da remoto che è in grado di aiutare, proteggere, suggerire e verificare la documentazione di un cliente, sia che si tratti di acquirente che di venditore. Oltre al vantaggio del prezzo economico, perché il servizio viene svolto da remoto, un altro plus è che il consulente – che non è un mediatore – lavora nell’interesse esclusivo del cliente, e non di entrambe le parti. Tale impostazione è ormai affermata in mercati più evoluti come Stati Uniti e Inghilterra”, precisa Fontanelli.