Una gestione efficiente del patrimonio immobiliare può contribuire a mantenere un tenore di vita adeguato durante la vecchiaia
La prima casa è l’oggetto da cui deve partire qualsiasi scelta patrimoniale e di stile/tenore di vita che riguardi la terza e quarta età
Redditi, rendite e patrimonio vanno verificati in rapporto al prodotto tra tenore di vita desiderato e aspettativa di vita, con un margine extra
Cosa accade invece per la casa in cui si vive? Solo apparentemente questa non influisce sulle scelte patrimoniali della longevità. In realtà qualunque valutazione, patrimoniale e di stile/tenore di vita, dovrebbe partire da qui. Se la vita in età giovane è proiettata più sull’esterno – carriera e socialità – la fase avanzata è fortemente incentrata sulla casa in cui si risiede: deve rappresentarci, ma anche e soprattutto, accoglierci, farci sentire sicuri, oggi e nel futuro, e possibilmente aiutarci ad allontanare il rischio di riduzione della mobilità e/o della necessità di assistenza continuativa. La prevenzione passa attraverso i buoni comportamenti di vita, ma anche il comfort e la sicurezza domestica.
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Il primo passo è riflettere su quanto la casa in cui si vive attualmente, spesso quella che ha ospitato la vita familiare, sia in grado di mantenere il suo standard di comfort e sicurezza quando avremo 85/90 anni. Non che sia la casa a degradarsi, almeno non necessariamente, ma piuttosto le esigenze di chi vi risiede a cambiare. Scale e dislivelli, bagni, angoli bui, dispense e scaffali raggiungibili solo con una scala, assenza di ascensore, carico di manutenzione (spesso interna ed esterna in eventuali giardini e terrazzi), decentralità rispetto a luoghi di interesse, approvvigionamento e assistenza medica possono rivelarsi motivo di rischio per l’integrità fisica e di stress quando l’età riduce la flessibilità fisica e mentale, specie nell’ipotesi che una o più persone residenti possano perdere la totale autonomia o necessitare di cura continuativa.
Le alternative oggi sono un po’ diverse da quelle che si prospettavano ai nostri nonni. Se la casa attuale è ambita come dimora anche per gli anni di vecchiaia avanzata, è bene valutare quali migliorie vi si possano apportare. Oggi il mercato delle ristrutturazioni leggere in chiave longevità non è ancora sviluppato, ma gli interventi che possono adeguare una casa qualunque alle esigenze della longevità sono disponibili fin da ora. Quello che serve sono infatti scelte basate su un design inclusivo più che specialistico. L’obiettivo di fondo deve essere modificare la casa perché ci supporti nelle nostre esigenze quando saremo vecchi piuttosto che essere noi, in situazioni di ben altre priorità, ad adattarci a case disegnate e arredate per quando eravamo giovani e prestanti. Bagni con doccia e sostegni piazzati in modo strategico per continuare a muoversi nella propria privacy in modo sicuro, un posto letto in più nel caso di necessità, anche temporanea, di un’assistenza h24, un’illuminazione più adeguata, pensili abbassati quanto basta per evitare il tranello del treppiede, videocitofono per sapere a chi stai aprendo la porta, tapparelle elettriche per non affannarsi ogni mattina ed ogni sera appesi alle vecchie stringhe manuali.
Efficientamento energetico. Gli over 65 di oggi spendono oltre il 40% del proprio budget mensile per la casa. La ragione è che spesso vivono in case molto più grandi del necessario, in stabili di vecchia data e quindi poco o per nulla aggiornati in tema di efficienza energetica.
Ma ci sono casi in cui l’abitazione attuale non è adattabile alle esigenze di un’età avanzata. Per affrontare questi casi cominciano a essere presenti in Italia soluzioni di senior-living, intesi come condomini per persone senior, composti da appartamenti privati che garantiscono il massimo della privacy – coniugati con servizi comuni che offrono socialità e assistenza in caso di bisogno: ristorante, caffetteria, sala lettura, sala fitness, portierato 24/7, manutenzione e pulizia, assistenza su richiesta. Addirittura accompagnamento per gruppi di ospiti ad appuntamenti culturali, commerciali o di svago.
Pianificare il passaggio da una casa privata a un senior living, a un’età che statisticamente è intorno ai 75 anni, consente di vendere la propria casa e pagare l’affitto del senior living per il tempo necessario, potendo contare su assistenza su ogni fronte senza dover pesare sui propri famigliari, sia in senso fisico che in senso economico.
Settore di recente debutto in Italia, è già molto sviluppato in Francia, dove ne esistono centinaia con la possibilità addirittura di scegliere una residenza temporanea in un luogo di villeggiatura, per il tempo delle vacanze.
(Articolo tratto dal numero di gennaio di We Wealth. Registrati qui al II° Forum digitale sul wealth management per la longevity, organizzato da We Wealth in collaborazione con Ali-Active Longevity Institute, con il patrocinio di Aipb. L’evento è accreditato per 4 ore ai fini del mantenimento delle certificazioni Esg, Eip, Efa ed Efp di Efpa Italia).