Equity e lending crowdfunding: siamo al nuovo anno zero?

Stefania Pescarmona
Stefania Pescarmona
26.11.2020
Tempo di lettura: 3'
A 7 anni di distanza da quando l'Italia ha introdotto le norme che regolavano il funzionamento delle piattaforme di equity crowdfunding, qual è la situazione italiana? E per le piattaforme di lending crowdfunding? Intervista a Piattelli (Osborne Clarke)
Sono passati 7 anni da quando l'Italia ha introdotto le norme che regolavano il funzionamento delle piattaforme di equity crowdfunding e la raccolta totale nel periodo (calcolata a fine novembre 2020) ha raggiunto l'importo complessivo di euro 188 milioni, 65 dei quali raccolti nel 2019 e 67 (che diventeranno ben oltre 70) nel corrente anno. Non solo: dal 5° report crowdinvesting 2020 realizzato dal Politecnico di Milano, School of Management, emerge infatti che ci sno 42 piattaforme autorizzate, 595 campagne concluse, 547 emittenti e 11.376 investitori.
We Wealth ha chiesto di tracciare un bilancio a Umberto Piattelli, partner dello studio legale Osborne Clarke.
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Umberto Piattetlli - Osborne Clarke
Lo sviluppo del lending crowdfunding, se pure in assenza di una regolamentazione specifica, non è stato da meno: il totale dei finanziamenti erogati dal 2015 (calcolato fino al 30 giugno 2020) è pari a 749 milioni, e solo nel periodo luglio 2019 – giugno 2020, è stato di circa 314 milioni con un incremento del 50% sull'anno precedente.Quasi 400 milioni di euro di raccolta combinata non sono poi così trascurabili, soprattutto se si considerano gli ottimi trend di crescita del settore”, ha dichiarato Piattelli spiegando che il mondo del crowdfunding sta per subire una rivoluzione, per effetto dell'entrata in vigore del regolamento (Ue) 2020/1503 del 7 ottobre 2020 relativo ai fornitori europei di servizi di crowdfunding per le imprese.

Perché una nuova rivoluzione? “In primis perché finalmente l'Unione Europea potrà contare su un mercato unico di riferimento per il crowdfunding, in quanto la licenza ottenuta ai sensi del Regolamento consentirà a ogni operatore di svolgere la propria attività in tutti i paesi dell'Unione europea, con la semplice richiesta di passaporto della licenza dallo Stato membro di autorizzazione a quelli ove si intende operare”, ha risposto l'esperto, illustrando che qualcuno degli operatori europei più strutturati si sta già attrezzando per giocare una partita su scala internazionale, come dimostra il recentissimo annuncio della fusione tra due colossi del settore come Seedrs e Crowdcube, che daranno luogo alla nascita della più grande piattaforma d'Europa. Le due società fino a oggi hanno infatti raccolto complessivamente 2 miliardi di euro di capitali (totalizzando da sole 5 volte quanto raccolto sino a oggi in Italia), aiutando oltre 1500 imprese nel reperire investimenti sul mercato.

Dal 10 novembre 2021, data di entrata in vigore del Regolamento (che come noto non ha bisogno di essere recepito nella legislazione nazionale per essere applicato), le 42 piattaforme italiane che svolgono attività di equity crowdfunding non competeranno più quindi solo tra di loro, ma anche con quelle europee in un contesto di mercato molto più ampio e dinamico – ha aggiunto - Non solo. La nuova regolamentazione stabilisce che il regime normativo preesistente nei singoli Stati membri sia soppiantato da quello di emanazione europea, fatto salvo l'eventuale periodo di proroga di un anno, che scadrà il 10 novembre 2022. Quindi tutte le piattaforme già autorizzate a operare come portali di equity crowdfunding in Italia dovranno ottenere la nuova licenza europea, attraverso un'istruttoria che dovrebbe essere ridotta e facilitata”.

Purtroppo lo stesso non potrà valere per le piattaforme di lending crowdfunding che già operano in Italia in assenza di una specifica licenza. “Per loro si tratterà di intraprendere una a vera e propria istruttoria ex novo, sotto l'egida di Banca d'Italia che, a quanto sembrerebbe, sarà competente per il settore del lending, rimanendo sotto la competenza di Consob il settore dell'equity”, ha proseguito Piattelli.

Appare quindi evidente come i prossimi due anni segneranno cambiamenti radicali nel mercato del crowdfunding europeo, anche se va detto che la nuova regolamentazione non si applicherà alle piattaforme di lending crowdfunding che erogano prestiti alle persone fisiche, in quanto escluse da tale disciplina, lasciando così aperto un “buco” nel mercato e nella regolamentazione dei relativi operatori.

Come detto, infatti, il Regolamento è direttamente applicabile all'interno di ciascuno Stato membro, ma sarà comunque necessario che le autorità regolamentari adottino provvedimenti idonei a consentire agli operatori di poter formulare la richiesta di una nuova licenza e che stabiliscano termini e condizioni per ottenere la stessa, sia per quanto riguarda le piattaforme che una licenza già ce l'abbiano, sia per quelle che ancora non ne hanno una.

“Un ritardo da parte dei regolatori italiani (Consob e Banca d'Italia) nel recepimento di queste disposizioni genererebbe quindi un grave danno per quelle piattaforme che volessero espandere la propria attività non appena il mercato comune sarà aperto, ovvero dal 10 novembre 2021”, ha illustrato il partner di Osborne Clarke - Inoltre, e come oramai accade quasi sempre per le norme di emanazione comunitaria, il regolamento richiede che l'Esma adotti i cosiddetti Regulatory technical standards (Rts), ovvero regole di natura più tecnica che serviranno per dare piena attuazione ad alcuni delle nuove disposizioni normative, consentendo così di applicare in concreto le stesse. Gli Rts dovranno essere pronti prima della data di entrata in vigore del Regolamento, anche se per le piattaforme è essenziale poter esaminare tale documento non appena sarà possibile, per poter cominciare a valutarne le implicazioni e l'entità dei cambiamenti che richiederanno alle attività già in corso”.

Questo imminente cambiamento porterà quindi le oltre 40 piattaforme italiane di equity crowdfunding a varare operazioni di consolidamento (fusione) tra operatori del settore? Oppure, le porterà a valutare integrazioni con qualcuno degli operatori che hanno sviluppato un fiorente market lending, per creare sinergie innovative in un contesto nel quale nessuna delle piattaforme italiane offre sia raccolta di capitali in equity che di lending? “Vedremo, ma sembra proprio di essere tornati all'anno zero del crowdfunding”, ha concluso Piattelli.
Direttore di We-Wealth.com e caporedattore del magazine. Giornalista professionista, è laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Torino. Ha lavorato a MF, Bloomberg Investimenti, Finanza&Mercati. Ha collaborato con Affari&Finanza (Repubblica) e Advisor

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