È stata pubblicata la classifica dell’Economist Intelligence Unit sulle città più vivibili al mondo
In fondo alla classifica delle 173 città ci sono Tripoli in Libia, la città nigeriana di Lagos e la siriana Damasco.
Nei primi posti si posizionano le città europee, seguite da quelle canadesi. Scendono invece le città australiane
Quali sono le città dove si vive meglio? Dare una risposta puntuale a questa domanda è un esercizio difficile, ma che il Economist Intellligence Unit puntualmente fa ogni anno sulla base di più di 30 fattori qualitativi e quantitativi riconducibili a cinque grandi categorie: stabilità, sanità, cultura e ambiente, istruzione e infrastrutture. La top ten è appannaggio delle città europee. Bene il Canada, giù l’Australia.
A Vienna la chiamano Lebenskunst, l’arte di vivere bene, e ora che i ristoranti e i musei della capitale austriaca sono stati riaperti, è di nuovo il luogo perfetto per praticarla. Per la terza volta negli ultimi cinque anni, Vienna si è infatti piazzata in cima alla classifica dell’Eiu. La città offre numerose opportunità di cultura e intrattenimento, oltre a buone infrastrutture e stabilità generale. La capitale austriaca ha superato di poco la danese Copenaghen, grazie a un punteggio più alto nel settore sanitario, mentre la svizzera Zurigo e le canadesi Calgary e Vancouver completano la top five.
Altre tre città europee (Ginevra, Francoforte e Amsterdam) figurano tra le prime dieci città al mondo per vivibilità, avendo anch’esse beneficiato dell’allentamento delle restrizioni del covid-19. Così come anche Parigi e Londra, che di solito ottengono risultati inferiori nella classifica a causa dei problemi delle grandi città, come la congestione e la criminalità, che tuttavia quest’anno sono salite di 23 e 27 posizioni, rispettivamente al 19° e al 33° posto. Le uniche città non europee o canadesi ad entrare nella top 10 sono state Osaka in Giappone e Melbourne in Australia, che si è piazzata al 10° posto.
“Negli ultimi due anni, le classifiche dell’EIU sulla vivibilità globale sono state in gran parte influenzate dalla pandemia di Covid-19, con chiusure e misure di allontanamento sociale che hanno influito sui punteggi relativi a cultura, istruzione e sanità nelle città di tutto il mondo”, si legge nel rapporto. “Tuttavia, nella nostra indagine più recente, l’indice si è normalizzato, poiché le restrizioni sono state revocate in molti Paesi”.
Per una città che sale, c’è ne è una scende. E così tutte le città della Cina sono scivolate in basso nella classifica, così come diverse città australiane e neozelandesi, che un anno fa avevano ottenuto buoni risultati, grazie ai forti controlli alle frontiere. L’anno scorso Auckland si è classificata al primo posto, con pochi casi di coronavirus e ancora meno restrizioni. Ma a marzo, quando è stato condotto il sondaggio, il ceppo Omicron, altamente contagioso, ha causato un picco di casi in Nuova Zelanda e la città è scesa di 33 posizioni.
Anche la guerra in Ucraina pesa sulla vivibilità. Non c’è un punteggio nel 2022 per Kiev perché il corrispondente dell’Eiu ha dovuto abbandonare il sondaggio quando sono scoppiati i combattimenti. Mosca e San Pietroburgo sono scese di 15 e 13 posizioni, all’80° e all’88° posto, a causa del ritiro di centinaia di aziende occidentali dalla Russia e dell’aumento della censura.
Agli ultimi posti della classifica si sono posizionate Tripoli in Libia, la città nigeriana di Lagos e la siriana Damasco.