AAA immobili della Pa vendesi: un patrimonio da 284 miliardi

La valorizzazione dei beni pubblici è un processo tutt'altro che semplice, che si basa su un'attività di razionalizzazione e di ottimizzazione della gestione, con immissione sul mercato dei beni non coerenti con la strategia del Paese e che possono rappresentare un'occasione per recuperare risorse da destinare a scopi migliori
Il 76% del valore stimato dei beni pubblici non è riconducibile a immobili dell'amministrazione centrale, ma a immobili di amministrazioni locali (e di questi il 49% è ascrivibile ai Comuni)
Prima dell'estate Invimit ha inviato una settantina di lettere ai presidenti delle Regioni, ai sindaci dei Comuni capoluogo di Regione e ai presidenti delle Province e città Metropolitane, per invitarli a condividere una mappa dei loro beni che potranno essere valorizzati
Invimit ha impostato una strategia diversa per ogni asset, perseguendo tre distinte direttrici: la costituzione di un fondo, chiamato Dante; la vendita diretta di portafogli e quindi di pacchetti di immobili cielo-terra; e, infine, la vendita retail di singole unità immobiliari attraverso un'innovativa procedura d'asta


Della Posta si è rivolta proprio a questi enti locali per attivare sinergie sul fronte immobiliare, anche per le importanti ricadute che una valorizzazione del real estate ha sul tessuto socio-economico. Investire sulla razionalizzazione e sulla valorizzazione degli immobili significa innescare un circolo virtuoso su Pil, disoccupazione, disagio sociale e fermare il degrado grazie a progettualità che vanno oltre la mera ristrutturazione: si tratta di una vera e propria rigenerazione sociale.
Prima dell'estate Invimit ha, infatti, inviato una settantina di lettere ai presidenti delle Regioni, ai sindaci dei Comuni capoluogo di Regione e ai presidenti delle Province e città Metropolitane, per invitarli a condividere una mappa dei loro beni che potranno essere valorizzati. “Da Nord a Sud posso dire che sono stati molto ricettivi”, ha risposto la manager, che ha aggiunto che “il patrimonio immobiliare pubblico è una risorsa che necessita di essere ripensata” e che certamente “attraverso la Sgr è stato trovato un modo per rivedere il tutto anche in un'ottica di mercato”. Per il mercato, infatti, è indifferente che la proprietà sia pubblica o privata. “Il mio obiettivo, però, non è quello di svendere gli immobili dello Stato – ha precisato Della Posta - ma venderli al prezzo giusto, ancorché questo è un prezzo calmierato rispetto a quello di mercato che può essere più speculativo. Quando parliamo di dismissioni va fatta, infatti, attenzione, perché i nostri asset non sono semplicemente dismessi, ma immessi sul mercato e, almeno per quanto riguarda il nostro lavoro, anche supportando i potenziali investitori nell'identificare la progettualità più adeguata. Noi li traghettiamo verso il mercato, li accompagniamo proprio per valorizzarne non solo la cessione ma anche la progettualità intrinseca.Il mercato ci chiede “student housing”, non ci chiede un immobile da 5.000 m2”.
In questo contesto, Invimit ha impostato una strategia diversa per ogni asset, perseguendo tre distinte direttrici: la costituzione di un fondo, chiamato Dante (in fase di autorizzazione Consob alla commercializzazione delle quote a investitori istituzionali), nel quale confluiranno una trentina di immobili già individuati, che sono localizzati nel centro delle principali città italiane (e sono per la metà già locati e quindi a reddito) del valore di 250-300 milioni; la vendita diretta di portafogli e quindi di pacchetti di immobili cielo-terra; e, infine, la vendita retail di singole unità immobiliari attraverso un'innovativa procedura d'asta che punta a garantire un inedito livello di trasparenza e tracciabilità dell'intero processo di aggiudicazione.
Di fronte a queste opportunità di investimento, la risposta da parte degli investitori è stata positiva, basti pensare che il sito di Invimit da luglio ad oggi ha registrato 150.000 accessi contro gli 8.500 dello stesso periodo anno precedente. “Abbiamo ricevuto manifestazioni di interesse sia da parte di clienti privati che di fondi interessati a rilevare portafogli. Laddove non arriva il privato direttamente diverse banche che fanno private banking ci stanno contattando perché i loro clienti vorrebbero allocare una quota del loro patrimonio sul real estate e quindi ci chiedono informazioni per valutare la coerenza dei nostri immobili con l'asset allocation dei propri clienti”, ha aggiunto l'ad di Inivimit Sgr, che poi ha concluso dicendo: “Abbiamo riscontrato molto interesse sulle vendite sia dei cielo-terra che delle singole unità immobiliari: una economia locale con famiglie di un certo tenore e imprenditori interessati a venire in possesso di una parte delle propria città. È un segnale forte del senso di appartenenza che contraddistingue anche il nostro lavoro e che distingue il real estate da tutte le altre forme di investimento. Questi asset ‘pubblici' sono tutti un po' nostri e questo ci fa sentire parte di questo progetto non solo come manager al servizio del Paese ma anche come cittadini”.
IMMOBILI PA: IN RAMPA DI LANCIO IL FONDO DANTE
Digital access to national treasury estate: in breve, Dante. È questo il nome del fondo che è stato istituito ed è gestito da Invimit Sgr e che comprende immobili localizzati nelle zone centrali delle principali città italiane, in prevalenza già a reddito. In un primo momento confluiranno una trentina di immobili già individuati, del valore di 250-300 milioni, ma è in corso una ulteriore selezione di immobili di enti pubblici.
“Stiamo lavorando a un progetto con il Mef per costruire un patrimonio informativo avanzato del patrimonio pubblico – ha detto Giovanna Della Posta, ad di Invimit Sgr - Algoritmi, data analytics, visualizzazioni 3D degli immobili, un'App dedicata, strumenti di business intelligence sono gli ingredienti di una evoluzione del progetto a cui stiamo lavorando e a cui fa riferimento l'acronimo Dante, un passo in più verso la trasparenza, l'affidabilità e la semplicità di accesso”.
Attualmente il fondo - il cui obiettivo è anche la creazione di un nuovo approccio culturale e di mercato alla gestione del patrimonio immobiliare pubblico - è in fase di autorizzazione Consob alla commercializzazione delle quote a investitori istituzionali (il via libera è atteso, infatti, entro fine novembre). Dante rappresenta il primo esempio di un modello che può essere “scalabile” e quindi applicabile anche a successivi portafogli di immobili pubblici, anche considerando che ad oggi gli immobili non più in uso alla pubblica amministrazione sono circa 60 miliardi.