Il calo dei mercati europei, vicino ai nove punti e mezzo da inizio anno, sarebbe già da adesso un’occasione per comprare a prezzi scontati, una finestra per il buy-the-dip, stando alle risposte dei lettori di questo giornale in un sondaggio lanciato il 28 febbraio su Linkedin
L’esperienza recente della crisi pandemica e della pronta reazione dell’azionario ha creato un forte sentimento di fiducia fra gli investitori, che dopo il recupero iniziale del coronacrash sono più volte intervenuti con fulminei buy-the-dip ad ogni battuta d’arresto dei mercati azionari
Il calo dei mercati europei, vicino ai nove punti e mezzo da inizio anno, sarebbe già da adesso un’occasione per comprare a prezzi scontati, una finestra per il buy-the-dip. Lo ha affermato la maggioranza assoluta (52%) dei lettori di questo giornale in un sondaggio lanciato il 28 febbraio su Linkedin e per il quale è possibile ancora esprimere il proprio voto.
Le altre due alternative hanno riscosso molto meno “successo”: lasciare invariato il portafoglio è stata la risposta scelta da circa un terzo dei votanti, mentre solo il 13% ha dichiarato che “nella fase attuale di mercato, dominata dalle tensioni fra Russia e Occidente, è meglio procedere con un risk-off”, ossia riducendo l’esposizione sui mercati azionari per adottare un approccio più difensivo.
Alcuni giorni fa, del resto, questo sentiment più audace da parte degli investitori era stato segnalato anche dai consulenti raggiunti da We Wealth Luca Mainò (Consultique Scf) e Luca Lixi (Aegis Scf). “Rispetto agli inizi della mia professione, noto un leggero cambiamento delle reazioni degli investitori durante i momenti di tensione”, aveva detto Lixi, “se in passato, governava l’avversione alle perdite, pertanto la paura era decisamente più diffusa, oggi si fa strada prepotentemente anche il sentimento opposto, ovvero l’avidità di cogliere le opportunità durante i ribassi”.
Un precedente sondaggio, lanciato sempre da questo giornale alcuni giorni fa, aveva domandato ai lettori quale fosse l’asset rifugio verso il quale proteggere il portafoglio – un atteggiamento difensivo che, come abbiamo visto, non attira che una minoranza degli investitori. Nella scelta fra contante, Titoli di stato a tripla “A” e oro, il metallo giallo è prevalso con un plebiscitario 81%, mentre le altre due opzioni si sono spartite quasi equamente il resto delle preferenze.
Nell’ultimo mese l’oro ha “dimenticato” il vento contrario del rialzo dei tassi, poiché sovrastato dalla ben più preoccupante tempesta russa, e ha guadagnato il 6,95% (dato aggiornato al primo marzo). Nel giorno dell’intervento militare russo in Ucraina il metallo giallo ha raggiunto i 1.970 dollari l’oncia, non distante dal massimo storico, mentre al momento si attesta quota 1.922 dollari.
Più in generale i primi due mesi del 2022 si sono dimostrati positivi soprattutto per le materie prime, spinte prima dalle restrizioni sull’offerta, poi dall’impatto della guerra in Ucraina e delle sanzioni sulla Russia. La BlackRock Return Map mostra un rendimento del 15,8% per le commodity, mentre sono in forte rosso tutti i principali mercati azionari. Come raccontato nei giorni scorsi, i rincari delle materie prime energetiche estendono lo scenario di elevata inflazione già in atto, con prevedibili ripercussioni negative sul potere d’acquisto e sui costi di produzione per l’industria.
L’esperienza recente della crisi pandemica e della pronta reazione dell’azionario ha creato un forte sentimento di fiducia fra gli investitori, che dopo il recupero iniziale del coronacrash sono più volte intervenuti con fulminei buy-the-dip ad ogni battuta d’arresto dei mercati azionari. Il prezzo delle sanzioni graverà sull’economia globale ancora per diverso tempo, ma il vero rischio, che l’Europa e gli Stati Uniti non ritengono affatto teorico, è che il conflitto con la Russia possa estendersi oltre la sola Ucraina. Come da tempo non accadeva gli sviluppi geopolitici decideranno se, sui mercati finanziari, farà bel tempo o pioverà.